Arcano la Settima Era
99° capitolo
Guerra aperta
L'attacco alla pattuglia di Jakueros aveva messo in allarme l'intera
Fortezza. Nonostante l'amputazione di entrambe le mani, Ortis fu subito
chiamato a rapporto dal Generale Desentio, che lo interrogò a lungo
sull'accaduto. - Chiunque siano, - commentò l'alto graduato - bisogna
stanarli al più presto per evitare che condizionino Hebele e le
sue indigene. Non possiamo permetterci complicazioni e ritardi sulla tratta
delle schiave da inviare ad Aktrasia.
- Mio Generale, - intervenne Radman, il Colonnello che deteneva il comando
militare della guarnigione - la presenza di combattenti sull'isola può
mettere in pericolo il nostro insediamento su Dresde. Questo porto è
vitale per la flotta... dobbiamo agire con estrema prudenza.
- La prudenza a volte è sinonimo di paura, - obiettò Desentio
- ritengo che sia necessario inviare subito una compagnia per mettere
a ferro e fuoco il campo di quelle stupide indigene, così che capiscano
da quale parte debbano schierarsi.
- Così facendo, abbandoneremmo le mura sicure di Hamok per scendere
al livello del nemico. - gli fece notare il subalterno.
- Qual'è la nostra forza odierna?
- Calcolati gli 83 Guerrieri persi nello scontro di oggi, il nostro esercito
può contare su 460 uomini...
- Bene, - annuì il Generale, abbozzando un sorriso - di questi...
250 possono bastare a difendere la Fortezza contro chiunque. Il resto
sarà inviato domani stesso per cercare, stanare e massacrare gli
invasori!
Radman si rese conto che era impossibile farlo ragionare. Chiamò
a rapporto i Capitani e concordò la strategia da produrre sul campo
di battaglia. Ragionando con loro, arrivò alla convinzione che
100 fucilieri e altrettanti assaltatori potevano costituire una potenza
difficilmente attaccabile da chiunque. - Le Hametz non si schiereranno
mai con gli stranieri che hanno massacrato la pattuglia di Ortis, - sentenziò
- conoscono bene la punizione che cadrebbe sulle loro teste se osassero
ribellarsi agli accordi! Inoltre gli assalitori non disponevano di armi
da fuoco, ma solo di archi e balestre.
- Frecce e dardi avvelenati che hanno oltrepassato le corazze dei nostri
uomini, - intervenne Ortis, visibilmente sofferente - anche se siamo stati
colti stupidamente di sorpresa, questi stranieri non sono da sottovalutare.
- Sono pirati o predoni, - intervenne di nuovo il Generale, gonfiandosi
il petto con orgoglio - e possono essere arrivati sin qui soltanto con
una nave. Quindi manderemo in avascoperta parte della nostra flotta affinché
possa intercettarla e, senza un appoggio dal mare, li costringeremo a
ridosso delle montagne, da dove certo non potranno più fuggire.
- Mio Generale, - lo affrontò Radman, tentando per l'ennesima
volta di calmarlo - se mandiamo 200 uomini a a pattuglaire l'isola, non
possiamo sguarnire oltremodo la Fortezza. La nostra flotta non può
solcare il mare senza truppe pronte all'abbordaggio.
Desentio picchiò entrambi pugni sul tavolo: - Quello che voi non
sapete, - urlò a squarciagola - è che il Governatore in
persona verrà a farci visita il prossimo mese. Per quel giorno,
non ci dev'essere traccia di ribelli su Dresde.
- Se sbagliamo una sola mossa, - replicò il Colonnello, cercando
di mantenere la calma - rischiamo di perdere Hamok...
- Non essere ridicolo! Non saranno un centinaio di barbari a mettere
in pericolo la nostra potenza coloniale.
Nonostante le discussioni, la mattina seguente vide l'esercito Jakueros
incolonnarsi verso il ponte levatoio e marciare verso il campo di Hebele.
Cutter fu il primo ad avvistarlo. Ordinò alle altre vedette di
controllarlo da lontano e raggiunse Vendicatore e Berserk nella radura
dove si erano accampati. - Stanno arrivando, - spiegò - ho contato
due centine di Guerrieri, la metà dei quali sono armati di quei
dannati fucili a lunga gittata.
Silver Wind prese immediatamente il comando di 50 Dragoni e si portò
alle spalle delle Hametz di Hebele, che stavano già lasciando il
campo.
- Dobbiamo attirarli verso la foresta, - grugnì Berserk - e attaccarli
ripetutamente con una serie di agguati!
- Non si lasceranno ingannare una seconda volta, - obiettò Vendicatore
- non ci resta che ripiegare verso le montagne.
- Siamo venuti fin qui per combattere e adesso ci ritiriamo? - sbraitò
il burbero Comandante Ardes.
- Se hai un'idea migliore della mia, ti ascolto, ma non chiedermi di
guidare i miei uomini al massacro.
- Tu vai pure verso le montagne, - sorrise Berserk, con aria spavalda
- ci penso io a rallentare questi porci Jakueros...
Ingestibile come sempre, ordinò ai suoi Guerrieri di prepararsi
alla battaglia, e li condusse al margine sud della foresta, esattamente
all'opposto di qualunque altra pedina sul campo di battaglia. - I Jakueros
sono venuti qui per attaccarci... - sgnignazzò - e noi li lasceremo
passare e attaccheremo Hamok.
- Capo... - balbettò Jason - se attacchiamo la Fortezza, sentiranno
il rumore della battaglia e torneranno indietro. Ci ritroveremo tra due
fuochi!
- A quel punto spero che i Dragoni tornino sui propri passi... oppure
tutta la gloria toccerà come sempre agli Ardes.
Per quanto fosse assurdo quel piano, nessuno dei Guerrieri lo mise in
dubbio. - Forse siamo davvero dei folli, - commentò Jason - ma
di qualcosa si deve pur morire!
Attesero in silenzio, acquattati tra i fitti cespugli, finché
l'esercito Jakueros non passò oltre, poi restarono nascosti fino
all'approssimarsi del tramonto per avvicinasi alla Fortezza di Hamok.
Le sentinelle erano disposte sulle torrette, separate una dall'altra
da un camminamento di pietra. Kyryos ne contò ventisette, tutte
armate di fucili a canna lunga. Erano in piedi, alcune appoggiate ai bastioni
di pietra grezza, accanto alle lampade a olio che illuminavano l'intera
muraglia, a dimostrazione di quanto fosse possente.
- Perché stanno in piena luce? - domandò Saban.
- Perché sono abituati ad avere a che fare con le Hametz, armate
soltanto delle loro hatz, - sorrise Berserk, pregustando la buona riuscita
del suo folle piano - e giocano sulla capacità di incutere terrore,
erigendosi nelle corazze lucenti in quest'atmosfera spettrale. Certo non
si aspettano un attacco questa notte, dopo che una grossa parte del loro
esercito ha preso possesso della pianura.
- Dacci l'ordine capo, - intervenne Alexander - e gli faremo conoscere
la forza degli Ardes!
- Scegli i migliori tiratori, ne voglio almeno due per ogni sentinella,
e falli strisciare come vermi sulla sabbia antistante le mura, nella migliore
posizione possibile, a portata di tiro delle balestre. Voglio anche un
paio di uomini ai margini della boscaglia, sull'altro lato, pronti a dar
fuoco alle sterpaglie per creare un incendio che si possa notare a grande
distanza.
Prima che i Guerrieri si posizionassero, li chiamò tutti attorno
a sé e spiegò esattamente quale fosse la strategia da seguire.
- ...questa notte, non siamo qui per dare l'assalto alla Fortezza, - terminò
il suo strampalato discorso, zeppo di imprecazioni di ogni tipo - per
cui non voglio perdere nemmeno uno di voi in questa messa in scena. Dovete
soltanto colpire le sentinelle e poi tornare da me più veloci che
potete. L'incendio, che si scatenerà dalla parte opposta, attirerà
l'attenzione dei Jaqueros che accorreranno sulle mura. Non è necessario
nessun atto di eroismo, ma solo una fuga silenziosa senza farsi prendere
dalla smania di scagliare un solo dardo in più di quello che vi
è stato ordinato.
- Quindi ci accontenteremo di uccidere solo le sentinelle? - domandò
Jason, subito colpito sul capo con l'impugnatura dell'ascia. - Gli Ardes
non si accontentano mai in battaglia, - lo zittì Berserk, con sguardo
infuriato - ma non sono gli uomini della Fortezza il nostro vero bersaglio.
Tutto questo servirà ad allarmare le truppe Jakueros che stamattina
hanno lasciato Hamok. Vedranno i fuochi da lontano e sentiranno gli spari...
è impossibile che non si mettano subito in marcia per tornare qui!
- E noi li aspetteremo qui nella boscaglia per un agguato! - esclamò
Alexander, subito strattonato con veemenza.
- Li aspetteremo in campo aperto nella nebbia del mattino, - continuò
Berserk, sollevandolo come un gioppino - e gli dimostreremo cosa succede
quando qualcuno osa alzare la mano sulla nostra amata Imperatrice!
Quando tutti gli uomini furono in posizione, le fiamme si alzarono dalla
boscaglia. Le sentinelle si sporsero per controllare l'incendio e una
pioggia di dardi avvelenati fu immediatamente scagliata verso quei bersagli
immobili, ben illuminati dalle lampade a olio. Le urla disumane degli
Ardes si levarono dall'oscurità più totale, lasciando intendere
che un'orda di invasori fosse giunta alle porte di Hamok.
Invece i balestrieri si ritirarono in buon ordine, ben prima che sulle
mura apparisse una moltitudine di Jakueros in armi, pronti a far fuoco
in ogni direzione. E dopo il primo sparo casuale, ne seguirono prima dieci
e poi altri cento, in una totale confusione che perdurò tutta la
notte.
Come previsto dal burbero Comandante Ardes, il Colonnello Radman radunò
con urgenza i propri uomini e li costrinse ad una dura marcia notturna
per un rapido ritorno alla Fortezza. Le vedette degli Hammers si accorsero
di quell'inusuale movimento di truppe ed avvertirono Vendicatore, appostato
nei dintorni con la metà dei Dulkar. - Berserk deve aver creato
un gran bordello... - sorrise Cutter - ora però tocca noi dargli
una mano.
Senza alcuna perdita di tempo, i Dragoni si misero anch'essi in marcia
sulle orme dei Jakueros, tenendosi alla giusta distanza per non essere
scorti. - Credo di aver capito cos'ha in mente quel pazzo scatenato, -
continuò l'Esploratore - e non possiamo lasciargli tutta la gloria
in questa maledetta guerra!
Abel Wakaam
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