
Arcano la Sesta Era
90° capitolo
La guerra del fango

- L'alta
marea, - esclamò Shademar - aspettano l'alta marea ed il vento in poppa
per risalire il Kruill senza pericolo di incagliarsi.
Diamante
arrivò al galoppo seguita da un drappello di Amazzoni, confabulò di nascosto
con Myrt e ripartì di gran carriera. - Sembra la Dea del fuoco, - commentò
Kristal - sprizza energia e rabbia da ogni poro!
Intanto le
assidue cure di Nurah avevano portato un lieve miglioramento nelle condizioni
di Nimira, la temperatura era diventata stabile ed il cuore pareva pulsare
con rinnovato vigore. Hirih passava giorno e notte accanto al suo giaciglio
nella Fortezza, finché, nella nebbia di uno sventurato mattino s'udì il
suono spettrale di migliaia di corni.
- E' l'ora...
- sussurrò Xar, chiamandola sulle mura - i Jakueros si stanno movendo.
L'arrivo
di Alexandria portò la certezza che i barili di polvere di fuoco erano
stati sistemati all'ingresso della baia: - Sono misti di olio nero e Marv
come ha ordinato Aragon, - spiegò - le Mokada sono pronte con l'Artaca
appena la prima nave si presenterà dentro l'imbocco.
- Torna laggiù
e riferisci ad Agger che nulla deve trapelare finché il primo colpo di
cannone non verrà sparato.
Xar era preoccupato,
sapeva che le navi Jakueros dovevano essere fermate prima di poter sbarcare
i soldati, altrimenti Berserk e la Banda della Morte non sarebbero mai
riusciti a contenere il loro attacco. Diede ordine che venissero
rinforzati i legacci del cannone e controllò personalmente la quantità
della polvere immessa nella culatta.
- Se esageriamo,
- gli spiegò Aragon - rischiamo che scoppi tutto... il Marv è una
mistura altamente instabile, prodotta in modo empirico, nessuno può garantire
la giusta proporzione tra gli elementi che lo compongono.
- Dobbiamo
affondare la prima nave nel canale di imbocco alla baia, - insistette
- in quel punto il mare è poco profondo ed il relitto costituirebbe un
ostacolo insormontabile per le altre.
- I Jakueros
potrebbero comunque decidere di prendere terra a bordo delle scialuppe...
- In tal
caso le Amazzoni avrebbero buon gioco a colpirli dall'alto, arriverebbero
sulla spiaggia solo cadaveri.
Nello stesso
istante, il resto della flotta si infilò a vele spiegate nel delta del
Kruill seguendo il flusso ansioso della marea. Paido e Shademar attesero
che almeno due decine di navi raggiungessero il punto più stretto del
canale navigabile e poi diedero istruzioni a Galath
e Thelonius affinché puntassero il cannone sull'ultima della fila. Trumer
avvicinò l'Artaca alla miccia e, dopo un istante che sembrò interminabile,
un enorme boato avvolse il gruppo dei Lokot.
- Colpita!
- urlò Asiram dall'alto della collina, gettando il bastone in testa a
Kristal che guardava nella direzione sbagliata - Adesso voglio proprio
vedere questi figli di... Jakueros come faranno ad uscire dal Kruill!
Antigorio
sembrò sorpreso da quel colpo di cannone, a riprova che avesse sottovalutato
l'armamento di terra degli Hammers, urlò al timoniere della Caravel di
accostare a dritta e indirizzò la prua verso la collina.
- Puntate
il cannone su quella nave, - ordinò Myrt - dovete colpirla prima che faccia
fuoco su di noi.
Quella parte
di flotta che non si era ancora avventurata nel delta cercò disperatamente
di manovrare per sottrarsi all'attacco degli Hammers, nessuno dei Capitani
era in grado di sapere quanti cannoni avesse il nemico e per niente al
mondo potevano rischiare di farsi trovare allo scoperto.
- Questi
non sono dei contadini bifolchi, - esclamò Arkan, guardando le imbarcazioni
prigioniere nello stretto - li abbiamo sottovalutati.
- Se avessero
dieci cannoni sparerebbero contemporaneamente con tutti quanti, - gli
rispose nervosamente il Generale - segnala alle navi che si trovano nel
canale di proseguire a tutta forza, devono sbarcare gli uomini più avanti
possibile, fuori dal terreno paludoso.
Il colpo
della Caravel fischiò nell'aria in direzione della collina, il proiettile
mancò di poco il bersaglio ma andò a colpire una delle torrette di avvistamento
su cui erano appostati gli Esploratori. La nostra risposta non si fece
attendere, la palla di basalto sfiorò le vele della Caravel e finì in
mare ad un soffio dello scafo che la seguiva.
- Guardate
là, nel delta... - urlò Vendicatore dei Dulkar - la Dea del fuoco ha colpito
ancora!
I barili
di olio nero scivolavano pian piano sulla corrente, cozzando contro le
chiglie delle navi in risalita. Qualcuno si frantumò al primo impatto,
altri proseguirono lungo il tortuoso percorso del fiume fino a raggiungere
l'imbarcazione in fiamme e immediatamente presero fuoco, lanciando schizzi
bollenti in ogni dove. Ben presto il Kruill sembrò una colata di lava,
i Jakueros dovettero sbarcare al più presto per cercare riparo sul terreno
fangoso dove li attendevano le coraggiose Amazzoni comandate da Diamante.
- Le è sempre
piaciuto giocare col fuoco, - sorrise Asiram - ricordo che da piccola
bruciò il pagliaio di Boh e mandò in fumo un intero carico di canne da
fumo... cioè di grano!
Myrt e le
sue truppe attaccarono il nemico dal lato opposto, sbucarono dai canneti
con la furia dipinta sul volto ed ogni colpo portava con sé la rabbia
accumulata durante la lunga attesa, ora era il momento della verità, il
momento della vendetta. - Per Nimira! - urlarono le Madras - Per la Terra
dell'Arcano!
Le navi che ancora non si erano avventurate nel delta del Kruill puntarono
la prua sull'entroterra e cominciarono a sparare verso i canneti, ma ormai
i due eserciti erano così vicini da rendere inutile ogni fuoco di sbarramento.
La battaglia si combatteva all'arma bianca e nessuno poteva sperare di
sconfiggere un'Amazzone infuriata quando il corpo a corpo diventa così
crudele e violento.
Quando il
nostro cannone sulla cima della collina fu colpito, aveva già ridotto
la Caravel in un rottame ingovernabile. Arkan capì che le sorti della
guerra erano segnate, si avvicinò ad Antigorio e gli consigliò di allontanare
quel che restava della flotta dalla costa nemica.
- Stabiliamoci
a Tannino, - lo esortò - abbiamo bisogno di riflettere prima di sferrare
un altro attacco.
- L'isola
è ancora nelle loro mani, - replicò il Generale - e non possiamo tornare
a Badia per mostrare al Governatore la nostra umiliante sconfitta.
- Torneremo
con una nuova flotta e nuovi piani di invasione... è per colpa della tua
avventatezza che siamo caduti in trappola!
- Io sono
il Generale in comando! - urlò Antigorio, gonfiando il petto sotto la
corazza.
- Tu sei
il peggiore degli imbecilli, - obiettò Arkan, infilandogli il pugnale
nella gola - prendo io il comando... considerato che il responsabile di
questa sconfitta è stato individuato!
Il Jakueros
cadde ai suoi piedi schizzando sangue a fiotti dalla jugulare, tentò di
aggrapparsi agli stivali ma fu gettato in mare con un gesto di disappunto.
- Suona la
ritirata, - grugnì il nuovo Comandante agli Ufficiali di comando - non
c'è più nulla che possiamo fare per cambiare le sorti della battaglia.
- Signore...
- gli uomini a terra non saranno in grado di tornare a bordo...
- Fate rotta
verso il largo ed avvisate le altre navi che torniamo a Badia... non possiamo
far niente per loro, la morte aleggia sopra le loro teste e le divorerà
una ad una.
Lo stesso sangue scorreva a fiumi nella baia di Tannino dove i Jakueros
tentavano di sbarcare nonostante le ingenti perdite subite. Due delle
navi erano incagliate nel canale di accesso dopo che le bordate sparate
dalla Fortezza ne avevano perforato le chiglie, i soldati cercavano di
raggiungere la riva a bordo delle scialuppe, ma una pioggia di frecce
scagliate dall'alto trasformò il loro disperato attacco in un suicidio.
L'impatto con la Banda della Morte fu decisivo per la capitolazione degli
Jakueros, Berserk spronava i suoi uomini a ondate, attirandoli qualche
metro oltre la spiaggia per poi ricacciarli in mare. Con la sua poderosa
ascia spezzava il metallo delle corazze, spaccava la carne, tagliava mani
e piedi e quant'altro gli si parava davanti, Asjah gli proteggeva le spalle
e combatteva come una leonessa affamata.
Il suono del corno richiamò l'attenzione di Aragon, impegnato a soppesare
il Marv prima di rovesciarlo nella culatta: - Le navi se ne stanno andando,
- urlò, ripulendosi gli occhi dalla fuliggine - stanno manovrando per
risalire il vento!
Mandò uno
Scribano ad avvertire Hirih e fece ruotare il cannone verso il mare aperto,
era il momento di sparare le ultime bordate come saluto d'addio.
- Sembra
che abbiano fretta, - commentò Xar - questo significa che il piano di
Myrt e Diamante ha avuto successo, sono riusciti a bloccarli nel delta
fangoso del Kruill!
La fuga della
flotta non portò alla fine della battaglia, i Jakueros rimasti combatterono
sino all'ultimo uomo perché sapevano che la resa non sarebbe servita a
salvare la propria vita. Gli Hammers invece moltiplicarono le forze per
ripulire ogni sacca di resistenza sulla Sacra Terra dell'Arcano.
Fu così che
nella trecentesima aurora della Sesta Era battemmo il nemico venuto dal
mare, ma ognuno di noi sapeva in cuor suo che sarebbero tornati. - Per
allora saremo pronti, - sussurrò Hirih, accarezzando la fronte di sua
madre - e saremo più forti perché sarai tu a condurci in battaglia.
Nimira sorrise,
cercando a fatica di stringerle le mani: - Presto Arcano avrà una nuova
Imperatrice, - sospirò - molto più forte di quella che ha difeso questa
Terra fino ad ora... il mio tempo è passato, gli Hammers hanno bisogno
di te!
Quando restammo
soli, la pregai di attendere una nuova Era: - Dalle il tempo di vivere
prima di addossarle questo fardello, - esclamai - tu sei stata allattata
col sangue... risparmiale almeno questo dolore.
- C'è troppa
rabbia in me per ciò che ho dovuto subire nelle prigioni dei Jakueros,
- rispose - non posso più guidare gli Hammers con nel sangue il sapore
amaro della vendetta.
- Non manca
molto alla Settima Era, - insistetti - fa' che coincida con la sua ascesa
al Trono.
Nimira annuì.
Quella stessa notte, lo spirito degli eroi disturbò il mio sonno. Li
riconobbi uno ad uno ed il dolore per averli persi si insinuò come uno
spillone ardente nel mio vecchio cuore. La visione della flotta Jakueros
che ritornava alla propria terra fu sovrapposta dal volto di Arkan ed
immediatamente compresi che, prima o poi, l'avrei incontrato di persona.
Mi affacciai dalla torre e vidi Hirih accucciata accanto alla porta, scesi
da lei e piangemmo insieme.

Abel Wakaam

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