Arcano la Prima Era

9° capitolo

Krymenia

Krymenia, da tutti indicata come l'occhio oscuro del male, una profonda voragine nella roccia porosa della scogliera che sovrastava la sponda orientale del Kruill, impossibile da conquistare al punto da preferire la drastica decisione di considerarla terra di nessuno.

Negli ultimi tempi si era rafforzata al punto da dichiarare la propria indipendenza, pur riconoscendo l'Imperatrice Nimira come sovrana. Per quanto la sua posizione risultasse piuttosto ambigua, l'esistenza di quel luogo senza legge veniva sopportato dalle Madras, preoccupate soltanto di evitare qualunque contaminazione esterna.

In fondo tornava comodo poter disporre di un inferno in cui esiliare chi si rifiutava di sottostare alle rigide leggi delle Kioskas, una specie di prigione esterna controllata a vista da due battaglioni di Truppe Imperiali. Si vociferava delle visite a Krymenia da parte di Guerrieri e Amazzoni in licenza, ma le informazioni non trovavano un riscontro affettivo perché nessuno voleva ammettere di esserci mai stato. Era chiaro però che qualcosa nelle maglie di controllo non stava funzionando a dovere, e le continue infiltrazioni di ribelli ne era la prova concreta.

Il fatto stesso che Madras Kolise avesse affidato l'incarico a Mokada lasciava intuire quanto fosse delicato e la presenza di Asha e Nikra aveva un significato ancora più profondo, un segnale forte di trasparenza verso gli Stati dell'Unione.

Il viaggio nella foresta subì numerose soste a causa degli assidui controlli da parte di numerose pattuglie di Koguars in perlustrazione, ma all'avvicinarsi del fiume la situazione mutò all'improvviso, avvolgendo il gruppo in un profondo silenzio.

- Sono qui intorno, - sussurrò Mokada, chinandosi tra l'erba alta del sottobosco - percepisco l'odore delle loro corazze di cuoio, impregnate dell'olio di akuba.

Per tutta risposta balzarono fuori all'improvviso un centinaio di Amazzoni con i fregi imperiali, puntando le loro lance appuntite alla gola degli estranee. Non fu facile convincerle a chiamare la loro Kopler per l'identificazione dei permessi, e gli istanti che seguirono lasciarono presagire il peggio.

Mokada si abbassò il corpetto mostrando i tatuaggi sulla schiena, e subito dopo fu scortata con mille attenzioni dalla responsabile del posto di controllo. Da lì a poco tornò in compagnia di Myrt, unica Amazzone finora incontrata che portava dei vistosi gradi di colore viola con intreccio dorato, e la presentò ad Asha e Nikra come la Comandante in capo delle Truppe Imperiali Froll.

Quella notte dormirono al campo avanzato nelle tende color blu cobalto, disposte a semicerchio attorno al fuoco. Il via vai delle sentinelle era incessante, lo scalpitio dei cavalli si rincorreva nell'oscurità segnando un susseguirsi incessante di ronde, pronte a darsi il cambio in tempi brevi per evitare che la stanchezza potesse allentare i controlli.

Il mattino successivo Mokada diede ordine alle sue guerrieri di restare all'accampamento, lei sarebbe partita in compagnia di Asha e Nikra alla volta di Krymenia. Giunsero in prossimità della loro meta dopo un intero giorno di cammino e la visione spettrale di quel pozzo oscuro le parve ancora più tremenda.

- Riusciremo ad entrare?- chiese Nikra, cercando di capire quale via intraprendere.

- Il problema non è mai scendere all'inferno, - rispose freddamente Mokada, - ma uscirne fuori!

- Ci sei mai stata?

- Kolise ha mandato me perché sa bene che qui ho passato molte notti, è accaduto dopo che ho perso le mie compagne in uno scontro... avevo bisogno di non pensare a nulla.

- Allora sai anche cosa ci attende, - intervenne Asha, preoccupata - non è stato un rischio troppo grosso quello di averci trascinate sin qui?

- Questo è un luogo per peccare, non per morire! - rispose l'Amazzone, cominciando a liberarsi dagli abiti pesanti - vi si può trovare tutto quello che non è permesso alla Kioskas. Laggiù fa caldo, molto caldo... vi consiglio di tenervi addosso solo l'indispensabile o attirerete l'attenzione di tutti. Lo sbuffo di vapore acqueo, che saliva dal groviglio di grotte, dava l'esatta dimensione di ciò che le stava aspettando, ma ormai era tardi per tornare indietro.

Mokada diede le ultime istruzioni mentre scendevano lungo la scala di pietra scavata nel bordo esterno della roccia, sotto di loro s'intravedeva il vuoto assoluto colorato dal rosso di mille fuochi accesi. Krymenia era un'antica Kioskas divorata dalla lava di un vulcano ormai spento, il Pulp era crollato su se stesso lasciando quell'enorme squarcio nel sottosuolo. La parete era un susseguirsi ininterrotto di grotte e corridoi da cui fuoriuscivano urla e lamenti, segno indelebile del motivo per cui veniva definita l'occhio del male.

Si poteva comprare di tutto, dai bagni nei fanghi tiepidi ai massaggi più estremi, e la moneta di scambio era costituita da piccoli frammenti di Miara, unico elemento di valore dell'intero pianeta.

Il calore ambientale, unito ad un'umidità altissima, diventava sempre più insopportabile ogni qualvolta si scendeva verso il fondo: - ...se continua così, scoppierò ancor prima di comprendere dove ci stai portando, - sospirò Asha - sono talmente sudata da non capire se sto camminando o nuotando!

- Stiamo andando da Osiek, - la rassicurò Mokada, avvolgendo in un drappo di seta leggera il corpo ormai seminudo - lui è l'unico uomo quaggiù con cui si può ragionare.

- Tutto questo non mi piace, non mi sento sicura... è come se ci trovassimo nel peggiore dei bordelli e da un momento all'altro decidessero di saltarci tutti addosso!

- Se non commettiamo errori non avremo nulla da temere! Qui non ci sono leggi, ma la prima regola dice che nessuno può essere costretto con la forza a commettere peccati che non vuole. Chi frequenta Krymenia non vuole complicazioni, e se scoppiassero incidenti gravi, la tolleranza del Consiglio delle Madras potrebbe svanire all'improvviso.

- Non ci sono solo sbandati, - fece notare Nikra - sarei pronta a scommettere il mio spow che l'ambiente ha anche ospiti illustri.

- E non lo perderesti... - ammise Mokada - ogni popolo ha bisogno del suo sfogo, ed in questa terra di nessuno gli Hammers appagano i loro desideri più oscuri.

La tana di Osiek era la più profonda di Krymenia, davanti all'imbocco della grotta si aggiravano minacciose due possenti guerriere vestite soltanto di alcune misere strisce di cuoio, e lasciarono subito ben intendere che il loro padrone era occupato e che non avrebbe ricevuto nessuno per tutta la notte.

- Dormiremo da Alinjas, - sentenziò Mokada - sempre sperando che non abbia ospiti in ogni stanza!

Alinjas si dimostrò felice di rivedere la vecchia amica di mille battaglie, un tempo anche lei faceva parte delle Koguars, ma in seguito ad un grave incidente che l'aveva privata dell'uso delle gambe, si era rintanata nell'unico posto in cui la sua sensuale bellezza le avrebbe permesso di intraprendere una nuova vita.

Era difficile per Asha accettare che potesse esistere un inferno a pagamento, un luogo recondito dove ogni peccato poteva essere commesso, per poi finire dimenticato una volta risaliti in superficie. Forse è davvero così, ogni popolo ha bisogno del suo lato oscuro e le Madras avevano scelto di chiudere un occhio perché tutto avvenisse lontano dalle Kioskas.

Quando si svegliarono la mattina successiva, Mokada era già uscita lasciando un messaggio alquanto sibillino. Un breve scambio di battute con Alinjas fece supporre che Osiek fosse molto di più di un semplice conoscente.

- Ogni volta che si incontrano spariscono per dei giorni interi! - raccontò - Se non fosse per la sua proverbiale infedeltà, sono sicura che lei sarebbe rimasta qui per sempre... la perdita delle sue compagne l'avevano sconvolta.

- Com'è accaduto, - domandò Asha - tu ne sai qualcosa?

- Io ero con loro, e se sono ancora viva è perché Mokada ha rischiato la vita per portarmi al sicuro nonostante le avessi gridato di andarsene, ma c'è poco da raccontare, siamo incappate in un agguato e non c'è stato niente da fare.

- Non mi sembra il tipo che cade facilmente in un agguato, - intervenne Nikra, preparandosi ad uscire - e se è successo, è perché qualcuno l'ha tradita!

Alinjas divenne seria, scosse il capo e fece segno con un gesto della mano che potevano andare: - ...non è questo il posto per far troppe domande e troppe illazioni, - esclamò - Krymenia esiste perché nell'anima di tutti noi c'è un lato oscuro... qui si viene per peccare e basta, il resto dev'essere lasciato nella foresta!

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Abel Wakaam