Arcano la Sesta Era

89° capitolo

L'attacco

Dall'altra parte, il nervosismo di Hirih era latente. Cinque navi costituivano un pericolo troppo grande, se anche solo tre fossero entrate insieme nella baia non sarebbe stato facile fermarle. Lo stretto imbocco del porto costituiva un grosso intoppo alla navigazione e le Amazzoni non sarebbero potute intervenire se non dopo la liberazione di Nimira.

Il mattino seguente l'Albatros si portò davanti alla flotta ed attese il segnale di via libera.

Una volta scorto i tre fuochi, Antigorio diede l'ordine di approdo a due delle sue navi di appoggio, e questo gettò Hirih nella disperazione. - Quel maledetto non si fida, - urlò - se i Jakueros sbarcheranno sull'isola scopriranno la trappola!

Dopo un rapido consulto con Xar fu presa la decisione di attaccare l'Albatros. - Un colpo... uno solo, - spiegò lo Sciantares - bisogna colpire la nave nella parte centrale.

- Su quella nave c'è l'Imperatrice, - rispose Aragon, armeggiando con una potente dose di polvere di fuoco - come possiamo evitare di colpirla?

- Se l'Albatros è costruita come la Nimos, nella parte centrale della stiva sono alloggiati i soldati.

- Calcola bene la velocità, - aggiunse Mantigo - piuttosto mira alla prua perché a poppa si trova la stanza del Capitano e sotto di essa potrebbero tener prigioniera Nimira.

Il brillare dell'Artaca accese la tensione... la corta miccia venne divorata in pochi istanti ed un enorme boato scosse la cima della montagna, ammantandola di fuliggine. Attraverso quella coltre nera nessuno poteva scorgere dove fosse finito il colpo, l'ordine di ricaricare impegnò tutti di nuovo all'azione, lasciando l'incarico alle vedette di riferire sul risultato.

- Colpita! - gridò Anitami.

- Colpita! - ripeté Makela - L'Albatros si è inclinato su di un lato e, seppur lentamente, sta affondando.

Le due navi che stavano entrando nella baia cercarono di modificare la propria rotta, la prima non poté far altro che proseguire verso riva, mentre la seconda riuscì a virare, schivando di poco la parete rocciosa.

Quando il vento spazzò finalmente la fuliggine, la visione del campo di battaglia si mostrò alquanto confusa. Un secondo colpo del cannone fu indirizzato verso il nemico, ma la palla di pietra cadde direttamente in mare. Se colpire un grosso scafo alla fonda poteva sembrare relativamente facile, non era altrettanto semplice sparare contro un bersaglio mobile, difficile da centrare per i lunghi tempi di posizionamento e scoppio. Anche accorciando la miccia al minimo, occorreva prevederne la rotta e sperare che non cambiasse improvvisamente.

Il primo contatto con i Jakueros avvenne sulla spiaggia. I soldati furono investiti da una pioggia di frecce avvelenate ancor prima che potessero prendere terra, le Amazzoni restarono nascoste nella vegetazione fino all'ultimo istante, quando Berserk spuntò all'improvviso, inseguito dalla Banda della Morte. Poi l'orda selvaggia si abbatté in forze sul nemico.

- In mare... in mare... - gridò Asjah, nascosta con Shalia ed Alexandria all'imbocco della baia - l'Imperatrice è caduta in mare!

La situazione sull'Albatros era disastrosa, la nave stava affondando trascinando sul fondo uomini, cavalli ed armamenti, Antigorio urlava ordini e minacce ai suoi marinai, ma ognuno pensava ormai solamente a salvarsi. Il terzo colpo del cannone la colpì di nuovo tra l'albero maestro e la prua, il fasciame cedette sotto la pressione dell'acqua che aveva invaso la stiva e lo scafo si aprì come un guscio rotto.

Dopo quel primo momento di sorpresa, i Jakueros cercarono di riorganizzarsi, portando al largo le navi rimaste intatte. Gli uomini in acqua guadagnarono lentamente l'imbocco della baia, unico approdo verso la terraferma. Ma così facendo, finirono sotto il tiro delle Amazzoni che presidiavano l'imbocco del porto e le frecce avvelenate presero a piovere dall'alto sui loro corpi indifesi.

Antigorio riuscì invece a salvarsi, salendo a bordo di una scialuppa con i suoi Ufficiali, insieme raggiunsero la Caravel e da lì ripresero le redini del comando. Incurante della battaglia che si stava combattendo sulla spiaggia, diede ordine che fosse cannoneggiato l'interno della baia per piegare la resistenza degli Hammers, e quando si accorse che la Banda della Morte era salita a bordo della nave, non si fece scrupoli a dare l'ordine di farla saltare insieme agli ultimi Jakueros sopravvissuti. 

- Tannino è perduta, - cercò di dissuaderlo Arkan, il suo braccio destro - è inutile sprecare altri colpi contro un nemico che si sta sparpagliando nella foresta!

IL generale ordinò un'ulteriore salva di cannone e poi, allarmato da un colpo nemico che strappò le vele alla Caravel, decise di ripararsi sotto il costone ed attendere la notte per portarsi fuori portata.

La quiete dopo una battaglia ha sempre lo stesso colore del sole morente, il silenzio è rotto soltanto dai lamenti dei feriti e la pietà induce spesso a porre fine al loro insopportabile dolore spegnendone l'ultimo respiro di vita. In quel caos senza speranza si levò la voce roca di un'Amazzone Gana: - Aiutatemi a trarre in salvo l'Imperatrice, - urlò Alexandria - è incastrata dentro una grotta e l'alta marea la sta soffocando.

Era in pattuglia con le Mokada quando avevano intercettato un gruppo di Jakueros che tentavano di risalire la scogliera, nello scontro sembrarono avere la peggio perché erano numericamente inferiori, ma il loro smisurato coraggio aveva fatto la differenza. Con lei c'erano Mezzanotte, Nara ed Agger, insieme avevano ricacciato in mare il nemico e proprio negli ultimi istanti della battaglia si erano accorte di quel corpo seminudo che rotolava nella grotta in balia della risacca.

Hirih accorse sul posto prima di ogni altra, scese lungo la scoscesa parete di roccia e si accostò al corpo esanime della madre. - Non morire... non adesso... non in questo posto lontano dal sole, - sussurrò, stringendola tra le braccia - non puoi lasciarmi adesso che ti ho ritrovata.

Aveva ancora i polsi e le caviglie strette in pesanti catene, ma il fato volle che, ancora una volta, fu quell'orribile metallo a fungere da appiglio per le corde calate dall'alto per solelvarla. Fu issata su un pianoro e poi trasportata a braccia in un luogo caldo e asciutto.

Nurah accorse al suo capezzale brandendo la sacca delle erbe medicinali, fece bollire sul fuoco ogni sorta di intruglio, ma niente sembrava risvegliarla dal suo sonno ancestrale. - E' gelida, - esclamò - il suo cuore batte lentamente... troppo lentamente per infonderle lo spirito della vita.

Forse ad Arcano avremmo potuto curarla, ma era impossibile prendere il mare con le navi Jakueros in agguato, Tannino era rimasta nelle nostre mani, ma ora sembrava isolata, irraggiungibile... abbandonata alle orde nemiche in arrivo.

L'aurora portò nuovi segni di sventura all'orizzonte, Xar chiamò accanto a sé i Comandanti e illustrò la situazione: - Ci sono molte vele all'orizzonte, - sospirò - e tra noi ed Akral si sono posizionate le tre navi comandate da Antigorio. Non possiamo abbandonare l'isola e non siamo in grado di difenderla se lo sbarco avverrà in forze, il grosso delle nostre truppe è posizionato nel delta del Kruill... siamo alla mercé del nemico.

Berserk fece un passo avanti, si voltò verso le Amazzoni ed i Guerrieri che aspettavano fuori dalla tenda e grugnì poche ma decisive parole: - L'imperatrice e sua figlia sono qui con noi, questo significa che il cuore della nostra Terra sta battendo su quest'isola... non permetterò a nessuno di sfiorarlo!

- Non serve solo una prova di coraggio, - intervenne Hirih - ma anche una strategia vincente. Una parte di noi presidierà il cannone e la Fortezza, mentre gli altri si nasconderanno nella foresta ed impegneranno il nemico con continui agguati.

- Abbiamo un vantaggio, - aggiunse Aragon - possiamo sparare su ogni nave che si presenti davanti alla baia e sarà impossibile non colpirla! Se riusciamo a bloccare l'accesso, una centina di Hammers potrà tenere a bada l'intero esercito Jakueros.

Quando la Caravel si presentò davanti al porto di Akral, Antigorio salì sul ponte ostentando un sorriso beffardo. Mandò a terra un emissario per fissare un incontro, ma Myrt glielo rimandò indietro con entrambe le orecchie mozzate e l'avvertimento di allontanarsi al più presto da Arcano. La reazione del Generale non si fece attendere e le due navi di appoggio spararono un colpo ciascuna col cannone di prua. I grossi proiettili di basalto nero aprirono uno squarcio sulle antiche mura della città, senza che dalle rive giungesse un adeguata risposta.

- Perché non rispondiamo al fuoco, - domandò Asiram, brandendo il bastone al cielo - cosa diavolo stiamo aspettando?

- Se sono arrivati tanto vicini alla costa è perché non sanno che abbiamo un cannone, - le rispose Paido, il Comandante dei Lokot - quindi non mi sembra il caso di farglielo sapere adesso.

- Probabilmente pensano che su Tannino stiamo usando quello smontato dalla Kaleppe. - intervenne Shademar - non c'è altra spiegazione.

- Mi prudono le mani, - commentò Myrt, guardando Galath, Thelonius e Trumer - sono quasi tentata dal dare l'ordine di far fuoco.

- Sarebbe un errore, - replicò Paido - in questo modo scopriremmo le nostre carte e nel contempo rischieremmo di essere colpiti da una delle loro navi che, da quella posizione, possono manovrare a loro piacimento. Aspettiamo quando il grosso della loro flotta si infilerà nel canale navigabile del Kruill, avranno tutte le prue rivolte verso terra e noi potremmo colpirle lateralmente dalla collina su cui il nostro cannone è posizionato.

La giovane Madras annuì, ma ad ogni colpo sparato dal nemico verso il porto si lasciava prendere da uno scatto d'ira. Diede ordine alle sue Amazzoni di arretrare e dovette assistere impotente alla rovina di Akral. - Pagherai anche questo maledetto bastardo, - urlò - e ti giuro che scenderai il Kruill con la testa sott'acqua!

Nei giorni successivi l'intera flotta Jakueros gettò l'ancora di fronte alla Terra dell'Arcano, lasciando una dozzina di navi alla fonda, nei pressi di Tannino. L'attesa si fece snervante, ogni istante sembrava quello risolutore, eppure l'attacco tardava ad arrivare, come se il nemico stesse aspettando un alleato fantasma.

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Abel Wakaam