Arcano la Sesta Era

85° capitolo

Sulla Nimos

- Tu pensa a non distruggere niente, - lo pregò Bahia - a guidare la nave ci penseremo noi.

- Allora sbrigatevi e tenetela ferma, - grugnì Berserk - ormai è un po' che mi prudono le mani!

- Dovrai avere pazienza, - insistette il marinaio - il livello dell'alta marea deve ancora crescere ed il vento deve aumentare il suo soffio, altrimenti non riusciremo ad allontanarci da qui, e c'è anche il rischio di finire alla deriva.

- Devi portarmi subito a Tannino, - urlò Berserk, minacciandolo con l'enorme ascia che roteava pericolosamente tra le sartie - e devi farlo prima che la mia rabbia raggiunga l'apice!

- Calmati padre, - intervenne Asjah - senza un braccio questo pover'uomo lavorerebbe più lento.

- Non chiamarmi padre, io sono il tuo Comandante!

- Va bene padre, - sorrise la ragazza - ma mettiti tranquillo o finirai per rompere qualcosa.

- Ma pork... - sbottò Berserk, camminando nervosamente avanti e indietro sul ponte - questa attesa mi fa impazzire.

Al primo vero sobbalzo della nave, finì a gambe all'aria nel castello di poppa, tirò tante maledizioni da far arrossire persino i suoi uomini e poi diede ordine a tutti di tenersi alle paratie. - Vi sbrigate a far partire questa bagnarola, - inveì contro Bahia - non possiamo continuare a saltare in questo modo, mi viene da vomitare.

- Con questa onda lunga dobbiamo saltare per forza, - fu la lapidaria risposta - ed una volta disincagliati sarà ancora peggio.

Quando finalmente la chiglia scivolò sul banco di sabbia raddrizzando la nave nella sua posizione di galleggiamento, Mantigo diede ordine di issare le vele e provò ad aggirare la secca. Non fu facile indirizzare la prua verso Tannino, il vento spirava da dritta e sospingeva la Nimos fuori rotta, allontanandola dalla meta.

- Dobbiamo girare attorno all'isola, - commentò Bahia - i Jakueros ci vedranno!

- Non importa, - sbottò Berserk - punta questa maledetta bagnarola saltellante verso la baia e sferriamo un attacco a sorpresa!

Mantigo lo guardò allibito: - Se entriamo in rada a vele spiegate non riusciremo a fermarci...

- Meglio così, - sbottò il possente Guerriero - arriveremo prima sulla terra ferma!

- Sono molti più di noi...

- Se mio padre dice che li batteremo, - si intromise Asjah - allora li batteremo!

- Ma pork... - urlò Berserk - quante volte devo dirti di non chiamarmi padre, io sono il tuo Comandante.

La discussione sembrò andare avanti all'infinito, almeno finché Bahia intervenne nella lite, indicando Tannino: - Se vuoi andarci dentro, - esclamò - lo devi decidere ora, oppure il vento ci porterà lontano.

Si voltò verso i suoi uomini, alzò l'ascia verso il cielo color dell'inchiostro e grugnì come un animale infuriato: - C'è qualcuno che non se la sente? - domandò, roteando l'arma minacciosamente. Un urlo di eccitazione si levò tra gli Hammers: - Allora portaci laggiù, - continuò, sospingendo il marinaio per una spalla - questa sarà l'ultima notte in cui i nemici calpesteranno la Sacra Terra dell'Arcano.

Fu inutile ricordargli che i Jakueros erano sproporzionatamente più numerosi, continuava a ripetere che: - ...non è coi numeri e con le strategie che si vincono le battaglie, bensì con la forza ed il coraggio!

- Padre, - lo interrogò Asjah - come pensi di sbarcare sulla spiaggia di Tannino sotto il fuoco nemico?

- Ma pork... - brontolò qualcosa di incomprensibile prima di affrontare il discorso - se non la smetti di chiamarmi padre ti strappo la lingua e la uso come esca per i Jakueros. Non ho nessuna intenzione di saltare nell'acqua... andremo sulla spiaggia con tutta la nave!

Mantigo lo guardò con apprensione: - Stai scherzando vero?

- Se tu mi conoscessi, non penseresti mai che io possa scherzare, - gli ribadì a muso duro - quindi fai correre più che puoi questa carretta e non sognarti di arrestarla prima che si sia infilata tutta nella foresta.

- In rada ci sono le navi Jakueros, - cercò di farlo ragionare Bahia - se entriamo con le vele gonfie di vento gli finiremo addosso.

- Bene... - urlò Berserk, strabuzzando gli occhi per la soddisfazione - così capiranno con chi hanno a che fare!

- E come torneremo a casa se distruggiamo questa nave, - obiettò Mantigo - è una manovra assurda... ci sarà senz'altro un altro modo.

- Padre... - insistette Asjah - sentiamo cos'ha da proporci.

Fu allora che il possente Guerriero scagliò la sua ascia contro il timone: - Non perdete altro tempo con quella roba, - sbraitò - lasciate perdere vele e altri dettagli inutili ed imbracciate una spada. Non è tempo di pensare, ma di agire.

Su questo aveva ragione, non c'era più tempo né per virare e nemmeno per tornare indietro, la Nimos superò l'imbocco della baia col vento in poppa e si diresse come una furia verso la riva.

- C'è qualcosa che non va, - commentò Mantigo - manca una delle navi e non può essere nascosta!

Mancava l'Albatros... probabilmente uscito durante la notte, mentre il Kaleppe era agli ormeggi, proprio sulla rotta distruttiva della Nimos.

Per ironia della sorte, i due scafi strisciarono uno contro l'altro piegandosi sul lato esterno, la chiglia della barca lanciata a tutta velocità scivolò sul fondale fino a raggiungere la riva e si arrestò con un boato sinistro. - Adesso, - gridò Berserk - facciamo vedere a queste mammolette come combattono gli Ardes!

Urla e grida nella notte, sangue e coraggio a rincorrersi lungo la riva, nessuno riuscì a capire quello che stava succedendo finché la schermaglia iniziale divenne un crudele combattimento corpo a corpo... e le teste cominciarono a cadere. Tutti contro tutti, ma il medaglione lucente degli Ardes brillava alla luce pallida delle stelle, mostrando ai compagni chi fosse amico e chi no.

Nel groviglio della battaglia si perse il senso delle proporzioni e l'odio tribale degli Hammers verso gli invasori prese il sopravvento.

In aiuto di Berserk e delle sue belve scatenate arrivarono le Amazzoni di Hirih, svegliate dal fragore dell'acciaio che si spezza, e solo la prima luce dell'aurora mostrò di quanto sangue fosse intrisa la sabbia bianca di Tannino.

- Non c'è più nessuno? - gridò il Guerriero, roteando l'ascia, rossa come il fuoco - Non c'è più nessuno che abbia il coraggio di sfidare la mia ira pur di calpestare la Terra dell'Arcano?

Attese che un silenzio spettrale calasse nella baia, poi diede ordine di cercare l'Imperatrice.

- L'hanno portata via con la nave, - gli rispose Makela - non abbiamo potuto impedirglielo.

Hirih mandò Anitami sul picco per verificare se l'Albatros stesse ritornando, ma le sue vele erano ormai lontane, al di là del mare sconosciuto.

- Maledizione, - grugnì Berserk - questa sanguinosa battaglia non è servita a niente!

- Non è vero, i Jakueros torneranno... - esclamò l'Amazzone - e l'aver ripreso il controllo dell'isola farà pendere l'ago della bilancia a nostro favore in questa guerra.

- Hanno mia Madre, - obiettò Hirih - chi oserebbe scagliare una sola freccia se la usassero come scudo!

Le notizie che giunsero da Tannino ci lasciarono tutti col fiato sospeso. L'aver vinto la più rischiosa delle battaglie non era servito a riportare Nimira sulla sua amata Terra, ora avevano ben due navi, ma ci mancava l'aria ad ogni respiro.

- Dobbiamo trasformare quell'isola in una fortezza, - affermò Xar - e dobbiamo farlo prima che i Jakueros ritornino! Arriveranno con una flotta imponente, saranno così numerosi che il mare sparirà sotto il fasciame delle loro grandi imbarcazioni... ma avranno bisogno di un porto in cui rifornirsi d'acqua e ripararsi dalle tempeste, e noi renderemo quel porto il loro peggior inferno.

- Lo scopriranno prima ancora di entrare, - commentò Myrt - potremo fermare una nave, forse due... ma il resto della flotta punterà su Akral e sbarcherà migliaia di soldati nel delta del Kruill, dobbiamo preparare le difese ed essere pronti a respingerli in mare.

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Abel Wakaam