
Arcano la Sesta Era
80° capitolo
Prigioniero dei flutti

Sutras era
un abile pescatore di Andrille ed usava una tecnica curiosa per catturarle.
Si immergeva nell'intrico delle radici sommerse e, respirando con una
lunga canna, riusciva a raggiungere l'imbocco delle tane che sondava con
un arpione: - Posso restare sotto per parecchio tempo, - spiegò - il problema
semmai è costituito dal freddo che dopo un po' toglie le forze.
- Potremmo
usare le canne di bamboo più grosse come nascondiglio per le Amazzoni
ed i Guerrieri, - sorrise il carpentiere - attaccate alle barche non desterebbero
sospetti, ed una volta nelle vicinanze di Tannino, potrebbero nuotare
fino all'isola.
- Nessuna
di noi sa nuotare, - reagì nervosamente Myrt - e poi i Jakueros vedrebbero
le canne e si insospettirebbero.
- No... se
le sganciassimo al tramonto, - intervenne Xar - nelle prossime notti senza
luna nessuno le noterebbe sul filo dell'acqua.
- Nessuna delle mie Amazzoni si infilerà dentro quei tronchi cavi, -
urlò la giovane Madras - non voglio condannarle a far la fine dei topi
annegati!
- Ci andrò
io, - si fece avanti Hirih - Berserk mi ha insegnato a nuotare.
- E chi l'ha
insegnato a lui? - sorrise Asiram, scendendo a fatica dal suo vecchio
mulo - Da che mondo è mondo, non l'ho mai visto coi piedi nell'acqua!
- Veramente
nemmeno io, - continuò la ragazza - ma lui mi disse come muovere le braccia
e le gambe... insomma, ho imparato.
- Ma pork...
- sbraitò il diretto interessato - il fatto che io non ami l'acqua non
significa che non sappia nuotare, quando ero... fidanzato con una Hibryan...
passavamo giorni interi a mollo.
- Adesso che ci penso è vero, - confermò l'anziana Madras - quando trafficavo...
cioè, quando organizzavo il commercio di sale con Nosambra c'era un ragazzino
dai biondi capelli a boccoli che sguazzava nell'acquitrino e mi sono sempre
chiesta chi fosse.
- Pork...
a quei tempi non avevo ancora scoperto la birra, ma poi ho recuperato
il tempo perduto!
- Allora
sai nuotare?
- L'acqua
a Nosambra non supera l'ombelico, - sbraitò il rude Guerriero, scacciando
le mosche che gli giravano costantemente attorno ai lunghi capelli, spalmati
di grasso - ma ho visto come facevano le Hibryan e l'ho spiegato alla
mocciosa, cioè... alla Principessa!
- Quindi
tu sei disposto a infilarti nelle canne di bamboo per raggiungere Tannino.
Berserk alzò
gli occhi al cielo in cerca di uno dei tanti gabbiani che volteggiavano
sul porto: - Se stiamo attenti a come muovono le ali, - brontolò - possiamo
anche imparare a volare.
Mantigo gli
prese le misure e scosse il capo: - Non ci sono canne della sua taglia,
- sospirò - dobbiamo selezionare Amazzoni e Guerrieri con un fisico longilineo,
altrimenti questa idea non sarà realizzabile.
L'arrivo
dei Veterani ad Akral sollevò un grande entusiasmo nelle giovani reclute,
nessuno aveva mai visto né conosciuto nessuna di quelle vecchie glorie
raccontare dagli Scribani, e loro, con passo lento ma deciso, sfilarono
tra due ali di folla in attesa di una stretta di mano.
Armorica,
Petros, Kraig... ma anche Appo, Draven, Astor e Dardel, seguiti dagli
indimenticabili Shadow e Raf GrayWolf, in compagnia di Selkis ed Alessandrix;
ognuno con l'antica corazza e la spada sguainata, lo sguardo fiero di
chi sa di dover combattere ancora una volta per l'amata Patria, pur essendo
consapevole che sarebbe stata l'ultima.
I due fronti
della battaglia dovevano schierarsi agli antipodi di Tannino, il primo
sulla secca di Bajeno dove avrebbero sventolato i vessilli di Arcano per
attirare i Jakueros, mentre il secondo, invisibile e silenzioso, doveva
percorrere una rotta semicircolare, abbandonando i cilindri a pelo d'acqua
appena il nemico avrebbe fatto vela su di esso.
Hirih ed una centina di Amazzoni erano già pronte ad infilarsi nei bamboo,
ma Kristal, nella sua qualifica di Madras Suprema, chiamò a sé tutti i
Comandanti ed ordinò che fosse impedito alla Principessa di andare. -
Non possiamo rischiare che la nostra amata Terra resti senza una sovrana,
- giustificò il proprio gesto - se le succedesse qualcosa, Arcano cadrebbe
nel baratro!
- Quando non ero ancora nata, - reagì furiosamente l'Erede al Trono -
mia madre mi portava in battaglia dentro il suo ventre e rischiavamo insieme
la morte, ora nessuno mi potrà impedire di sfidare la sorte di questi
oscuri presagi per strapparla ad una fine ignobile.
Venne da
me e, pur senza una sola parola, compresi la sua rabbia. L'abbracciai
in silenzio ed ogni pietra della torre continuò a ripetere: - ...devo
andare. - senza che io potessi impedirlo.
La prima
notte di oscurità totale stava scendendo lungo l'orizzonte inquieto, il
mare calmo pareva una distesa di inchiostro, pronto ad inghiottire le
vecchie barche che ondeggiavano alla brezza. - Confonditi tra le tue Amazzoni
più fidate, - le suggerii - i dubbi di coscienza delle Madras saranno
acquietati e, quando sapranno la verità, sarà troppo tardi per riportarti
indietro.
Prima dell'alba lasciarono il porto di Akral come tanti spettri alla
deriva che inseguono le anime dei dannati. I Veterani erano ritti sulla
prua con l'elmo sotto braccio, i mantelli sdruciti sventolavano al vento
ancora una volta, la lama sporca di sangue antico vibrava nell'aria, lasciando
una traccia indelebile nei cuori degli astanti.
Nessuno di loro era mai salito su di una barca. Quando videro le tre
vele nemiche che spuntavano dalla costa rocciosa di Tannino, percepirono
un fremito dentro le ossa: - E' la voce dei nostri padri che ci chiama
oltre il confine dell'ombra, - disse Shadow, battendo il pugno sulla spalla
di Dardel - il loro spirito combatterà al nostro fianco perché non ci
sia sconfitta nella morte!
- E' strano,
- sospirò Draven - è come se di colpo non avessi più paura di lasciare
la terra dei vivi, eppure amo i miei figli e i miei nipoti più di ogni
altra cosa al mondo.
Una seconda grande nave lasciò la baia di Tannino facendo rotta verso
la flottiglia di pescatori che trasportavano le grosse canne di bamboo,
ma il vento contrario rese faticosa la sua manovra, costringendo l'equipaggio
a continui cambi di rotta. Di colpo un boato, inaspettato... poi un sibilo
tremendo che solcò l'aria dall'alto verso il basso, ed una palla infuocata
cadde nell'acqua spumeggiante, sollevando una colonna di fumo.
- Hanno qualcosa che noi non conosciamo, - commentò Xar, guardando il
campo di battaglia dall'alto delle mura - un'arma potentissima che può
scagliare fuoco ad una distanza considerevole!
Il proiettile veniva lanciato da un grosso tubo metallico, nero a panciuto,
fissato alla prua della nave. Facevano fuoco soltanto nel momento in cui
la direzione era favorevole, ma un'arma del genere era certamente più
adatta contro un'imbarcazione di uguale stazza, oppure contro i muri di
pietra di una città costruita sulla riva. Era alquanto improbabile che
riuscissero a colpire la flottiglia comandata da Mantigo perchè
troppo agile e veloce per costituire un facile bersaglio. Diversa era
la situazione attorno alla secca, dove Bahia ed i Veterani non potevano
muoversi a loro piacimento perché era proprio sui quei bassi fondali che
avrebbero dovuto attirare il nemico.
La tensione salì alle stelle quando i cilindri di bamboo furono liberati
in mare e le barche, alleggerite da quella zavorra, scivolarono via in
direzione opposta. Inizialmente i Jakueros mantennero la rotta, mettendo
qualche brivido a Mantigo, poi per fortuna virarono verso la secca, disinteressandosi
dei tronchi in acqua. Risuonarono uno, due, tre colpi, ed alla fine il
quarto andò a segno, provocando le prime vittime di quella battaglia senza
scampo.
Non andò
meglio a Bajeno, dove una calma piatta rese impossibile manovrare con
le vele, la nave nemica proseguì la sua rotta per inerzia ed aggirò la
secca su di un lato. Quel che accadde poi fu una strage senza precedenti
e i crudeli invasori diedero sfogo alla loro superiorità di armamento,
dimostrando, se mai ci fossero stati altri dubbi, che possedevano la conoscenza
del fuoco esplosivo.
Non usavano archi e frecce, bensì delle strane armi dalla lunga canna,
in grado di sputare piccole palle di piombo a una velocità inaudita. Nessuno
poteva immaginare che fossero tanto micidiali, ma il sangue che fuoriusciva
dai fori sulla carne era rosso vivo quanto quello delle vecchie ferite
da taglio.
Forse fu l'euforia della battaglia, oppure l'odio profondo che i Jakueros
nutrivano per ogni forma maschile del pianeta, ma l'immane brutalità degli
aguzzini giocò a loro sfavore e, quasi per una assurda beffa, si lasciarono
prendere dalla foga e finirono per incagliarsi sulla secca. Nemmeno s'accorsero
della gravità del fatto, continuarono a sparare sui Veterani che a fatica
cercavano di allontanarsi con le ultime barche intatte, invece di ammainare
le vele per porre fine alla spinta in avanti della chiglia.
Quando ormai
era troppo tardi, l'equipaggio dell'altra nave abbandonò il difficoltoso
inseguimento in cui era impegnata per correre in soccorso dei compagni,
ma la bassa marea rese impossibile ogni manovra, obbligando il trasbordo
di uomini ed armi per rientrare a Tannino. Lasciarono di guardia allo
scafo una decina di sentinelle che si divertirono fino al tramonto a sparare
sui corpi dei moribondi che galleggiavano nell'acqua.
- Con quelle
navi e con quelle armi... in mare sono invincibili, - affermò Myrt, scotendo
il capo - se vogliamo avere qualche speranza di vittoria dobbiamo attirarli
nel folto della foresta.

Abel Wakaam

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