Arcano la Sesta Era
79° capitolo
Jakueros
- Nessuna
di voi sarebbe arrivata sull'isola! - affermò Xar, mostrando un barile
di olio nero - Ce n'è uno nascosto su ogni barca e la parte inferiore
è avvolta nella paglia secca. Quante Amazzoni sanno nuotare?
La domanda
mi fece venire i brividi, eravamo appena scampati ad una sciagura di proporzioni
immani. Ecco qual'era il piano dei nostri misteriosi nemici, il rapimento
di Nimira sarebbe servito come esca per portare le Truppe Imperiali al
largo, dove sarebbero incappate in una tragedia senza precedenti, lasciando
completamente sguarnito il porto.
Per secoli
avevamo considerato il Kruill come unico, insuperabile confine, ora le
acque del mare aprivano una nuova falla nei nostri argini, indicandoci
Akral come punto debole delle nostre difese. Eppure, qualunque flotta,
seppur grande, doveva imboccare uno degli stretti canali navigabili del
delta prima di avere la possibilità di sbarco, era davvero così pericoloso
quel piccolo porto dalle banchine di pietra lavica?
I pescatori
furono imprigionati e le loro barche tratte in secca per essere issate
al sicuro, dove nessuno sarebbe mai riuscito ad arrivare. Hirih si convinse
che lasciare Arcano sarebbe stata una follia, ma la mancanza della madre
era più forte di ogni ragione. - E' viva, - singhiozzò tra le mia vecchie
braccia - lo sento... e lo senti anche tu, perché le nostre anime sono
legate con un doppio filo di seta e niente può essere nascosto al nostro
cuore.
Si, era viva,
ma in chissà quali tormenti... percepivo la dilatazione della sua essenza,
l'increspare del dolore, l'incedere della disperazione e la rabbia che
le bruciava dentro. Viva ma irraggiungibile, ed intanto i giorni scorrevano
come foglie secche sull'acqua senza mostrarci il vero volto del nemico...
senza concederci il dono della preveggenza.
Quando Berserk arrivò ad Akral, il suo cavallo si accasciò sulla spiaggia.
Lui invece andò diritto nella prigione dov'erano custoditi i pescatori
e li minacciò con l'ascia di guerra. - Tornerò al tramonto, - sbraitò
- e se nessuno di voi saprà dirmi cos'è accaduto alla mia Imperatrice,
taglierò a tutti voi una parte del corpo che vi sta molto a cuore, poi
la userò come esca per le Andrille!
Il suo tono minaccioso creò qualche tentennamento nel clima di omertà
che si era creato. Noi tutti credevamo che stesse bluffando per spaventarli,
ma Berserk era arrabbiato davvero. Si dimenava sulla riva guardando verso
il largo e malediceva il mondo intero per non essere stato presente nella
baia di Tannino. Grugniva, sbuffava e se la prendeva con chiunque gli
arrivasse a tiro, finché al cadere del sole non ritornò nervosamente verso
la prigione.
Non disse
nulla, non pose nessuna domanda... acciuffò il primo pescatore che gli
capitò sotto mano, gli strappò i vestiti e lo legò a gambe larghe su un
tronco di faggio. Alzò la possente ascia affinché brillasse all'ultimo
raggio di luce e scandì lentamente la frase: - Chi... mi... ha... rubato...
l'Imperatrice?
Prima che prendesse fiato, l'uomo gridò qualcosa di confuso, Berserk
chiamò al suo fianco uno dei Guerrieri e gli disse di tradurre quell'insieme
di parole confuse. - Su Tannino ci sono gli Jakueros, - spiegò - sono
loro che hanno preso Nimira.
- Chi sono
questi Jakueros, - urlò - datemene uno che lo metto a bollire sul fuoco
e poi lo taglio a cubetti tanto piccoli da non riuscire nemmeno a distinguere
un occhio da un dito del piede!
Nessuno di
noi poteva sapere chi fossero, se non qualche pescatore che aveva fatto
affari con loro, scambiando sale e canne da fumo per qualche rete intrecciata
o arpioni da pesca. A spiegarcelo fu il più anziano, mandato avanti dagli
altri per timore che Berserk li tramutasse tutti in eunuchi: - ...vengono
da una grande isola, - balbettò - sono pescatori come noi e non hanno
mai fatto del male a nessuno. Hanno grandi velieri e vivono in mare per
molti mesi... tornano a casa soltanto quando riescono a catturare una
Cetalia, è un pesce enorme che respira con un buco sul dorso. Ci capitava
raramente di incontrarli a Tannino, entravano nella baia per far carico
d'acqua e di frutta, ma ultimamente hanno intensificato la loro presenza
per via delle Andrille e siamo diventati concorrenti. Avevamo trovato
un accordo, olio nero in cambio di metalli nobili, ma l'arrivo delle due
navi ha mandato tutto a monte. Hanno pensato che li avessimo traditi e
sono passati alle maniere forti. Gli altri anziani sono andati a fornire
spiegazioni, ma sono stati presi prigionieri, il resto lo sapete.
- E cosa
c'entrava Nimira in tutto questo?
- Non sapevamo
che sarebbe andata sull'isola, erano giorni che non uscivamo dal porto...
quando abbiamo intuito il pericolo era tardi e non potevamo parlare per
timore che uccidessero i nostri amici.
- Ma pork... - inveì Berserk - potevate avvisare qualcuno di noi ed adesso
non saremmo a questo punto, se gli dei avessero voluto darvi un cervello
da Guerriero non vi avrebbe certo rifilato dei piedi piatti da pescatore!
Come sono fatti questi Jakueros, spiegamelo bene così posso cominciare
ad immaginare come diventeranno dopo che li avrò passati sul filo della
mia ascia.
- Sono due
razze diverse, - balbettò il vecchio - i marinai sono più chiari e leggeri...
mentre gli altri sono massicci ed hanno la pelle scura ed irsuta. Tutti
hanno dei grossi canini arcuati verso il basso... i guerrieri hanno anche
un piccolo corno osseo che sporge sopra al naso.
- Pork...
bisogna radunare subito i Guerrieri ed andare laggiù a riprenderci l'Imperatrice!
Si arrestò
di colpo quando uno dei suoi uomini gli fece notare che servivano delle
barche, un attimo dopo gli domandò se sapesse nuotare e la sua faccia
schifata non lasciò alcun dubbio. - Certo che no, - sbuffò - io e l'acqua
non siamo mai stati parenti... forse potrei nuotare nella birra, o è più
facile che sia la sua schiuma a nuotare dentro di me!
Sembrava
impossibile raggiungere Tannino con un esercito in grado di dar battaglia
ai Jakueros, a meno che di costruire delle nuove navi, abbastanza potenti
da confrontarsi col nemico.
- Dove non
arriva la forza, - commentò Xar - ci si può provare con l'astuzia, non
è così che Diamante è riuscita ad incendiare Krymenia?
Nei giorni
successivi furono liberati i pescatori e si stipulò con loro un patto
di fratellanza per combattere insieme contro gli stranieri. Il piano segreto
era molto rischioso, ma rappresentava l'unica possibilità di arrivare
sull'isola senza essere travolti. - Che accadrebbe se ci avvicinassimo
a Tannino con una centina di barche, piene di Amazzoni armate d'arco e
frecce? - Domandò Hirih.
- I Jakueros
ci attaccherebbero in velocità con una delle loro grandi navi da battaglia...
- rispose uno dei pescatori - userebbero la prua ricoperta di metallo
per travolgerci, sarebbe impossibile riuscire a resistere all'impatto.
- Quindi
finiremmo in acqua e dovremmo pensare a restare a galla e nello stesso
tempo a combattere?
- Restare
a galla non sarebbe un problema, basta aggrapparsi ad una tavola di legno
e non si affonda, ma da quella posizione è impossibile scagliare una freccia
che abbia qualche possibilità di colpire i nemici, mentre loro tirerebbero
a colpo sicuro dall'alto verso il basso, protetti dal fasciame delle sponde.
Xar sembrava
assorto in chissà quali pensieri, rimuginava tutti gli episodi eclatanti
delle numerose battaglie che aveva combattuto, e cercava di immaginare
le incognite di un confronto in quel mondo liquido a cui gli Hammers non
erano abituati.
- Dobbiamo
capire come combattono senza rischiare le nostre forze migliori, - sbottò
Myrt, in una delle numerose riunioni di guerra che seguirono - non possiamo
permetterci un azzardo contro un nemico che solca da sempre i mari del
pianeta.
- Per scoprire
le strategie dei Jakueros occorre mandare allo sbaraglio un manipolo di
temerari coraggiosi, consapevoli di andare incontro ad una morte certa,
- le rispose Xar - come possiamo pretendere dagli Hammers questo sacrificio?
- Spiegando
esattamente quale sia la situazione e lasciando ad ognuno la possibilità
di offrirsi volontario... cento martiri per la salvezza della nostra Imperatrice.
Appena fu
affisso l'editto nella piazza principale delle Kioskas, furono i Veterani
a farsi avanti. Amazzoni e Guerrieri che nel passato avevano scritto pagine
di gloria, difendendo in ogni battaglia la Sacra Terra dell'Arcano. Ora
erano pronti a sacrificarsi ancora una volta per preservare le forze fresche
che rimpinguavano le fila dei nuovi eserciti in armi, ed il loro coraggio
commosse ognuno di noi sino alle lacrime.
Nel frattempo,
Mantigo aveva fatto tagliare le canne di bamboo gigante e ne aveva ricavato
dei grossi cilindri, alti quanto un uomo. Sigillò i nodi alle estremità
con della pece bollente e ne ricavò una moltitudine di galleggianti da
fissare alle sponde delle piccole barche da pesca, al fine di renderle
più stabili e inaffondabili. - Sono certamente più fragili ma anche più
agili e veloci di una grande nave che deve governare in acque poco profonde,
attireremo i Jakueros sulla secca di Bajeno e troveremo il modo di trattenerli
sino alla bassa marea.
- Contro
un numero di barche così esigue manderanno una sola nave, - intervenne
Hirih, sempre più nervosa e taciturna - ma se i Veterani riuscissero a
bloccarla, la reazione del nemico sarebbe veemente e nulla potremmo contro
l'intera flotta.
- Imbarcazioni
così grandi hanno bisogno di un porto di appoggio, - spiegò Atlero - e
la baia di Tannino non ne può contenere più di tre.
- Se solo
potessimo arrivare sino all'isola senza essere visti... - esclamò Mantigo
- potremmo avere qualche speranza di attaccarli quando meno se lo aspettano,
ma per farlo ci sono solo due possibilità: volare nel cielo come gli uccelli
o nuotare sott'acqua come i pesci.
Mentre tutti
alzarono istantaneamente gli occhi verso le nuvole bianche che ammantavano
l'orizzonte, il giovane pescatore che lo accompagnava si incamminò verso
la riva e si mise seduto sopra uno dei galleggianti di bamboo. - Affonda
in proporzione del peso, - urlò - eppure l'aria resta al suo interno.
Abel Wakaam
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