Arcano la Sesta Era
78° capitolo
Pericolo sommerso
Remammo sino
ad uscire dalla baia e rasentammo le alte scogliere di Tannino sullo stesso
lato da cui eravamo venuti. - Se le navi sono ancorate lungo la costa
opposta, - disse Atlero - le vedremo sulla rotta del ritorno, l'allungheremo
di proposito per avere una visuale completa dell'isola.
Quando ci
rendemmo conto che non ve n'era traccia, liberai un piccione viaggiatore
affinché mettesse in allarme le Madras. Almeno io dovevo fare ritorno
sulla Terra dell'Arcano prima dell'arrivo della notte per sfatare la profezia
ed un aiuto dagli altri pescatori in navigazione era indispensabile. Sulla
via del ritorno incontrammo Bahia, intento a salpare le reti, gli intimai
di abbandonare la pesca e di condurmi immediatamente ad Akral col suo
scafo decisamente più veloce.
Poggiai il
piede sulla banchina del porto nello stesso istante in cui l'ultimo raggio
di sole si ritirò dietro la montagna, Hirih mi corse incontro con la spada
in pugno e mi domandò dove avessi abbandonato sua madre.
Non fu facile
spiegare l'evolversi degli eventi e nemmeno impedirle di prendere il mare
il quelle condizioni, senza luce e con vento contrario non c'era speranza
di raggiungere Tannino ma, anche potendolo fare, avrebbe rischiato anche
la sua giovane vita.
Radunai il
Consiglio delle Madras e mandai tutti gli Scribani a scrutare gli antichi
scritti, dovevo conoscere il testo completo di quell'antica profezia prima
di decidere il ritorno a Tannino.
Fu nella
tenda rossa piantata accanto al molo che analizzammo con calma la situazione,
il nostro esercito era impotente di fronte all'infinità del mare. Amazzoni
e Guerrieri non potevano essere trasportati insieme ai lori cavalli ed
alle armi sulle misere barche dei pescatori, non possedevamo navi e non
eravamo in grado di sbarcare in forze a Tannino per combattere contro
l'ignoto.
Mantigo,
interrogato sui tempi di costruzione, allargò le braccia e si disse disperato:
- ...i carpentieri migliori erano sui due scafi usciti dal porto, - spiegò
- e con loro se n'è andata l'attrezzatura e gran parte del legname.
- Costruiamo delle navi più piccole, - intervenne Asiram - dobbiamo navigare
fino a Tannino... e non raggiungere l'altro capo del mondo!
- Una barca
piccola sarebbe in balia di una più grande... se gli invasori sono arrivati
dal mare, non avrebbero problemi a distruggere una flottiglia di stazza
inferiore e perderemmo gran parte dei nostri combattenti prima ancora
di toccare terra.
- Invasori...
- domandò Madras Kristal - di che invasori stiamo parlando? Se ci fossero
dei nemici su Tannino avrebbero attaccato la barca e preso prigioniero
anche il Custode oltre alla nostra Sovrana, e poi avremmo visto le loro
navi e i segni della loro presenza nella baia. No, l'attacco a Nimira
è avvenuto sott'acqua e questo può significare soltanto che si tratta
di esseri anfibi, ma non so dire di quali animali si tratti, non ho mai
letto niente di simile.
- Hanno distrutto due gigantesche navi, - intervenne Myrt, stringendo
nervosamente l'elsa della spada - quindi sono usciti dall'acqua ed hanno
attaccato i carpentieri, non posso credere che siamo stati sconfitti da
un branco di pesci. Ha ragione Mantigo, si tratta di Invasori!
- Quel che
conta è salvare mia madre prima che sia troppo tardi. - intervenne con
decisione Hirih, fino ad allora in disparte - In sua assenza il comando
spetta a me... ed ho deciso che domani all'alba partiremo per Tannino
con tutte le barche a disposizione. Lasceremo i cavalli nelle stalle così
da avere più spazio per le Amazzoni, per le armi e per i viveri da caricare
a bordo.
Myrt si inchinò
ai suoi piedi, poi sguainò la spada e si pose al suo fianco.
- E' una
decisione avventata, - commentò Asiram - se davvero gli invasori sono
giunti a Tannino, corriamo il rischio di affrontarli in mare aperto, dove
nessuno di noi ha mai provato a combattere.
- Ha ragione,
- intervenni - che accadrebbe se disponessero di una flotta imponente,
composta da grandi e potenti navi, simili a quelle trovate nel delta del
Kruill?
- E che accadrebbe
se non ci andassimo? - replicò prontamente Hirih - Che ne sarebbe di mia
madre?
- Nimira
si è sacrificata affinché io tornassi ad avvertirvi del pericolo, - continuai,
con voce tremante - lo so... è doloroso da accettare, ma nella migliore
delle ipotesi si trova nelle mani di un nemico subdolo e misterioso, impossibile
da combattere sull'acqua.
Fu allora
che Xar entrò nella tenda rossa, era stremato dalla lunga cavalcata e
grondava di sudore. Era stato informato sui fatti ed aveva avuto il tempo
di riflettere durante il viaggio: - E' una trappola, - sbottò - ed il
traditore è tra di noi!
La sua deduzione
era strettamente legata al susseguirsi degli eventi e li elencò in un
ordine cronologico che non lasciava scampo. - Sapevano che Nimira sarebbe
andata a Tannino, il fatto che fosse accompagnata da una scorta non era
fondamentale... quindi dispongono di ingenti forze, in grado di difendere
l'isola da ogni attacco.
- Allora perché non hanno preso anche il Custode, - domandò Hirih - non
è forse colui che detiene le chiavi della conoscenza di questo pianeta?
Se c'è davvero una spia tra di noi, è logico supporre che fosse a conoscenza
del loro viaggio insieme a Tannino.
Mantigo uscì
di corsa e diede ordine ai suoi uomini di contare le barche di tutti i
pescatori, più tardi rientrò nella tenda e comunicò a Xar che ne mancavano
sette. - L'Imperatrice era preoccupata di portare le navi fuori dal porto
prima ancora che fossero state completate, - spiegò - questo significa
che non si fidava dei mille occhi che popolano l'antico porto di Akral...
forse temeva che qualcuno se ne impadronisse... o, peggio ancora, che
le sabotasse.
- Dai ordine
che tutti i pescatori siano rinchiusi ed interrogati, - sbottò Hirih -
solo loro potevano allontanarsi dal porto per raggiungere Tannino.
Per tutta il giorno giunsero numerosi drappelli di Amazzoni Imperiali,
alla tramonto i carri di viveri e di armi erano tutti allineati sulla
riva, in attesa di essere caricati sulle barche, ma la rivelazione di
Mantigo mise in subbuglio i comandanti pronti all'imbarco. - Per tre giorni,
prima della partenza di Nimira, i pescatori non uscirono in mare nonostante
il tempo fosse perfetto per la pesca. Uno di loro si è lasciato sfuggire
che qualcuno li aveva avvertiti di non avventurarsi al largo, si chiama
Bahia e ha prestato servizio come Esploratore fino al termine dell'ultima
guerra.
- E' lo stesso
che ci ha aiutati a ritornare in porto prima del tramonto, - affermò Atlero
- la sua era l'unica vela nel tratto di mare tra Akral e Tannino!
Alla luce
delle ultime rivelazioni, il sospetto che i pescatori fossero al corrente
dell'agguato a Nimira era più che fondato. Mantigo si presentò al cospetto
di Hirih con Bahia e lo spronò a raccontare la sua versione dei fatti.
- Non so dire il motivo di tanto timore, - affermò - ma fui l'unico ad
uscire a pesca nei giorni scorsi. Di solito mi spingo a ponente di Tannino,
sulla secca del Bajeno, lì i fondali sono poco profondi e la concorrenza
è spietata. Invece ero solo, completamente solo... eppure non c'era una
sola nuvola in cielo.
- Di' alla
nostra Sovrana delle navi.
- Le ho viste
uscire dalla baia delle Andrille, - continuò - ed allontanarsi verso l'ignoto.
- Stai mentendo,
- reagì furiosamente Hirih, minacciandolo col pugnale sotto la gola -
quelle navi non erano in grado di navigare!
- Eppure navigavano mia Signora, - balbettò il pescatore, deglutendo
ripetutamente la saliva - e lo facevano a vele completamente spiegate.
- Non potevano
essere le nostre navi, - spiegò Mantigo, indicando una lunga striscia
di stoffa bianca, messa al sole ad asciugare - le nostre vele sono ancora
qui!
- E come
hanno raggiunto Tannino, a remi?
- L'albero
maestro era provvisorio, così come la piccola vela che sarebbe servita
a quel breve tragitto.
- Bahia poteva
aver visto quella.
- No, Bahia
ha visto due grandi navi spinte da tre vele ciascuna!
- E quindi?
- Le navi
che ho costruito avevano due alberi ciascuna!
Se le parole
del pescatore fossero state vere, l'ipotesi degli invasori si dimostrava
più che attendibile. Chiunque ci fosse stato su Tannino, aveva assalito
i carpentieri e le Amazzoni di scorta, poi aveva allontanato le proprie
navi affinché l'isola sembrasse deserta.
Dall'interrogatorio
agli altri pescatori non uscì niente di nuovo, si trincerarono dietro
il loro sguardo perso rifiutandosi di rispondere ad ogni domanda.
Fu Myrt ha
cambiare rapidamente metodo, prese un paio di loro e li portò lontano
dal porto. Quando le Amazzoni di scorta ritornarono, di loro non era rimasto
che qualche brandello. - Si fanno squartare piuttosto che raccontare quello
che sanno, - affermò la giovane Madras - ma una cosa è certa, sapevano
da ieri mattina che ci saremmo serviti di loro per andare a Tannino.
Abel Wakaam
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