Arcano la Sesta Era
76° capitolo
Oltre i confini
Brillava
la ventisettesima aurora della Sesta Era, quando Nimira presenziò al Consiglio
Supremo presentando alle Madras l'avvento di Hirih nel mondo delle Amazzoni.
- Ora che la figlia del Drago può volare con le proprie ali, - disse -
è giunto il tempo che cerchi altrove un altro cielo in cui specchiarsi.
Io lo sapevo!
Da tempo immemorabile la Obenlia era costume delle genti di Arcano, ma
speravo che un'Imperatrice potesse risparmiare alla sua unica erede un
simile, inutile rischio. Ogni qualvolta un figlio lasciava la pubertà
per entrare a far parte nel mondo degli adulti, la madre lo spingeva fin
sulla soglia di casa, esortandolo a conquistare un fazzoletto di terra
fuori dalle mura.
Hirih però
era figlia di Nimira, quindi le Mura non potevano essere quelle del Palazzo
Imperiale o di una qualsiasi delle Kioskas, i suoi passi erano destinati
al di fuori dei confini di Arcano, dove la lunga mano del destino avrebbe
potuto giocare con lei senza temere lo scudo della divina provvidenza.
- Non può
andare da sola incontro al fato, - sentenziò Asiram, subito appoggiata
da Kristal - è scritto nella settima regola dell'Obenlia che l'erede al
trono di Arcano dev'essere sempre accompagnata da una centina di Amazzoni
qualora oltrepassi il Kruill.
- Sappiamo
entrambi che non è il fiume l'unico confine, - rispose l'Imperatrice -
ed anche che le sue sacre acque riempiono la pianura oltre il delta, specchiando
le nuvole sul flusso atavico della marea.
- Oltre la
marea non c'è che il nulla, - la interruppe la dotta Scribana - ho consultato
mille volte i carteggi degli Esploratori e non c'è traccia di altri continenti
oltre al nostro.
- Ebbene
si sbagliavano! - continuò, tra il crescente brusio di scetticismo - Nella
nave volante arrivata dagli Stati dell'Unione c'erano pergamene molto
precise che indicano l'esatta dislocazione di altre terre emerse sul pianeta.
I Cartografi di Corte le hanno esaminate attentamente, ed almeno una di
queste è alla nostra portata.
- Non abbiamo
macchine volanti, - ebbe il coraggio di risponderle Asiram - come possiamo
superare il flusso delle maree?
- In un tempo
lontano, i nostri maestri d'ascia erano in grado di costruire navi gigantesche,
adatte a trasportare anche trenta Amazzoni con i loro cavalli... credo
che, con la conoscenza di oggi, si possa fare di meglio.
L'ascoltai
in silenzio e ben presto capii dall'espressione del suo volto che nulla
le avrebbe fatto cambiare idea. - Perché... - le domandai - perché risvegliare
gli spiriti dormienti di questo pianeta se il destino ha deciso di farli
vivere separati?
- Perché
ora sappiamo che non siamo soli... - sospirò - e per niente al mondo possiamo
continuare a vivere fingendo di non conoscere questa verità.
Ciò che Nimira
non rivelò, fu la fine toccata agli esploratori dell'ignoto, dispersi
per sempre nel soffio della burrasca in quell'avventuroso viaggio oltre
il delta del Kruill.
Akral era
l'antico porto di Arcano, costruito sugli ultimi bastioni rocciosi del
fiume, prima che si allargasse come una mano protesa tra le sabbie fangose
del suo tratto finale. In quell'aggrovigliarsi di canali vivevano ancora
i pescatori di Andrille, un pesce dalla forma allungata che mettevano
a seccare sui tetti assolati delle palafitte. Acqua salmastra e strani
cespugli dalle radici aeree, che avevano colonizzato ogni lembo di terra
emersa, trasformando il Kruill in un giardino fiorito.
Fu in quel
groviglio caldo e umido che Nimira ci condusse per mostrarci gli scheletri
di due grandi navi emerse dal fango... e la loro prua era rivolta verso
la costa. - Dobbiamo capire quando sono arrivate ed anche se potrebbero
ritornare, - esclamò, asciugandosi il collo intriso di sudore - e per
farlo, è necessario ripercorrere a ritroso la stessa rotta e prendere
contatto con chi le ha inviate.
La informai
che tra le antiche scritture c'era traccia di uomini che cavalcavano le
maree, guerrieri dai grandi denti aguzzi che portarono morte e distruzione
tra i villaggi della costa. Furono affrontati dalle Truppe Imperiali in
epoca remota e sconfitti dopo una lunga e sanguinosa battaglia all'imbocco
della terza ansa del fiume, dove le loro barche furono travolte dalla
corrente.
- Ricordo
di aver trovato un'antica pergamena mettendo ordine in Biblioteca, - intervenne
Kristal, sbuffando affannosamente nel suo lungo mantello nero - se non
erro si trova ancora nella teca proibita e raffigura un teschio spaventoso,
rinvenuto sul luogo del combattimento.
- Ho già
dato disposizione ai Maestri d'ascia affinché preparino due vascelli in
grado di cavalcare la burrasca, - sentenziò l'Imperatrice - è tempo di
ripercorrere le rotte ataviche degli Esploratori per trovare la risposta
a questo mistero.
- Nelle nostre
leggi non è contemplata la colonizzazione di altre terre, - la affrontai
- se sbarchiamo su un nuovo continente, come dovremo porci nei confronti
del popolo che lo abita?
- Non è contemplata
l'aggressione ad altri popoli allo scopo di ampliare i nostri confini,
- mi corresse, dimostrando di aver appena consultato il libro del Niasae
- ma se quelle terre sono del vento... nessuna regola sarà profanata.
- E se così
non fosse, - insistetti - quale effetto sortiremo tra i suoi abitanti?
- E' per
questo che ho scelto Hirih come ambasciatrice di Arcano, so che per nulla
al mondo si lascerebbe tentare dall'avidità e dall'odio verso altri popoli.
Porterà con sé la corona della pace e l'offrirà come patto di alleanza.
Era rischioso,
troppo rischioso perché non mi opponessi con tutte le mie forze al progetto
di Nimira, ma prima di affrontarla a viso aperto, consultai il libro dei
morti per trovare una vecchia traccia di quell'oscuro passato.
A nulla valsero i miei sforzi, niente trapelò se non bieche supposizioni
in aperto contrasto con la verità già conosciuta. Chiunque fosse arrivato
col flusso della marea era stato affrontato e vinto prima ancora che potesse
ritornare da dov'era venuto. Era questa la causa di un'attesa durata millenni,
i predoni non sarebbero mai giunti sulla nostre terra perché nessuno di
quelli mandati prima era riuscito a sopravvivere?
- Se rompiamo
questo silenzio, - spiegai alla mia amata Sovrana - sarebbe come accendere
un fuoco sulla montagna più alta per avvertire il nemico che qui c'è un
popolo da predare!
- Conosco
i rischi di questa impresa, - rispose, sedendosi accanto a me - ma dobbiamo
esser certi che niente e nessuno possa mettere a rischio la nostra esistenza.
- Qual è
l'incubo che ti tormenta?
- La guerra
che abbiamo appena vinto mi ha lasciato molti dubbi nella mente e diversi
misteri irrisolti, - sospirò - i carteggi trovati nel cargo hanno rivelato
la presenza di altri popoli sul nostro pianeta, uno dei quali talmente
pericoloso da essere scartato per qualsiasi approccio. Non è dato a sapere
quale sia la sua odierna evoluzione, ma potrebbe rappresentare un pericolo
imminente per tutti noi. Da quel che sembra, la Global Detector cercò
un primo contatto di arruolamento ed i suoi emissari furono trucidati
e mangiati senza pietà. Che accadrebbe se la mappa dei continenti di Arcano
fosse anche nelle loro mani?
Era riuscita
ad insinuarmi lo stesso dubbio che la divorava, un nuovo nemico poteva
aver fiutato la nostra presenza ed era pronto a cercarci nel rincorrersi
delle maree.
Le due grandi
navi furono costruite seguendo il disegno degli scafi rinvenuti nel delta
fangoso del Kruill, ma i maestri d'ascia di Akral attinsero alle antiche
conoscenze dei padri per renderle più capienti, più veloci e potenti.
- E' passato molto tempo da quando gli Hammers solcavano i grandi mari
del pianeta, - mi spiegò Mantigo, capo indiscusso dei carpentieri - chi
mai sarà in grado di condurre Hirih sulle ali del vento che spira verso
il tramonto?
- Scegli
tra i pescatori di Andrille quelli che più hanno osato sfidare i sacri
elementi, - lo esortai - molti di loro si spingono a pescare fino a Tannino,
una piccola isola che si intravede all'orizzonte nelle giornate più terse,
e sanno sfruttare la brezza di ponente per ritornare verso terra.
- Sanno a
malapena imbastire le sartie delle vele, - rispose, scotendo ripetutamente
il capo - non hanno alcuna esperienza di mare aperto.
- E' per
questo che li accompagnerai, - intervenne Nimira, sbucando tra i canneti
all'improvviso - tu sei l'unico in grado di trovare Atkrasia.
- Mia Signora...
- balbettò Mantigo - io sono un falegname e non un esploratore.
- Tuo padre
lo era, - tagliò corto l'Imperatrice - la biblioteca è colma dei suoi
scritti, portali con te e fanne buon uso... anche perché ti sarà affidata
la vita di mia figlia!
- Nessuno
sa se esiste veramente Atkrasia, - continuò, inginocchiandosi ai suoi
piedi - mio padre ha navigato verso ponente per tre lune ed è riuscito
a scorgere solo un'ombra scura all'orizzonte.
- Leggo testualmente
dal suo libro della Supponenza, - lo incalzò - "dalla forma delle
nuvole si può calcolare l'entità di un'isola oltre l'orizzonte e la distorsione
che mi apparve davanti al sole morente non poteva essere solo vapore in
addensamento. C'era un fumo denso che si alzava in diagonale verso il
cielo ed il vento soffiava proprio nella stessa direzione, ne sono certo,
davanti a noi si estendeva una terra emersa dominata dal più grande dei
vulcani.
- Quando
cercò di ritrovarla, - intervenni - quella stessa terra non si mostrò
mai più ai suoi occhi.
- Comandava
una piccola barca, - mi zittì Nimira - ed i suoi uomini si lasciarono
prendere dalla paura dell'ignoto. Appena le due navi che stai costruendo
saranno in grado di galleggiare, partirete per Tannino e lì completerete
il carico e l'addestramento alla navigazione prima di far rotta verso
la nuova meta.
Abel Wakaam
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