Arcano la Quinta Era

74° capitolo

Il respiro del Drago

Dovetti sedermi sulla ruota del carro per reggere l'emozione, io... che credevo d'aver visto tutto di questa Sacra Terra, ed invece, altro non ero, che un eterno viandante condannato ad inseguire i propri passi. - Saggio è chi saggio non si crede. - Ripensai alle parole di chi saggio e paziente lo era stato per davvero... se era riuscito ad insegnarmi la via della dedizione assoluta, investendomi del ruolo di venticinquesimo Custode dell'Arcano.

Si, lo confesso, avrei voluto vivere sulla linea di confine, sospeso sullo spartiacque che separa l'antica sorgente, dando vita al Kruill e l'Orikoko. Ma ogni uomo ha un solo cuore per non perdersi nel disagio di un doppio dolore, ed io scelsi di servire l'Imperatrice, abbandonando la via dei Cavalieri Erranti.

Non fu così per i miei Avi, tutti pronti a scegliere il respiro del Drago perché sia causa e non effetto nella vita terrena. Essere o divenire, atroce dubbio che spezzò la mia giovinezza, trasformando un innocente virgulto che si piegava al vento gelido del nord, nella quercia inamovibile che giudica dall'alto il corso degli eventi.

E' per questo che estirpai dalla mia anima l'ingorda opportunità di ritrovarmi al cospetto del Drago, ed ora che potevo ammirare il suo contorcersi selvaggio nella foresta, non riuscivo a redimermi.

Diversa fu la scelta di Xar, padrone del suo futuro, seppur incerto, perché figlio di un passato che odorava di muschio d'oriente, lo stesso profumo intenso che scendeva come un'ombra dal pendio, per preparare la piana di Bakar ad accogliere il grande serpente alato.

Furono questi gli ultimi miei assilli nel volgere lo sguardo sopra la piana che brulicava di cadaveri, e quasi mi vergognai di non essere con loro.

Suonarono allora le trombe d'argento ed il rullo dei tamburi salì dal profondo dell'inferno per condurre gli spiriti dei morti al cospetto del Dio della Giustezza. - Peserò il vostro cuore, - citava il libro delle ceneri - e sappiate che al confronto con lo spirito non deve colmare la mia mano.

Ecco... il respiro del Drago esalò l'ultimo avvertimento, poi la testa comparve all'improvviso alle spalle di Hirih e Anuk, si distese sull'erba verde come la sua tana recondita, e sbuffò sul campo di battaglia la sua rabbia sterminata.

- Sapevo di trovarti qui! - sentenziò Xar, facendosi scuro in volto.

- Ho letto gli antichi scritti... Padre, - rispose Hirih, gettando a terra la Kanassa - ed ora sono pronta a seguirti nel breve tratto che ci separa dalla vittoria.

- Questa è per te, - sorrise il Guerriero dell'Arcobaleno, consegnandole una spada Hatzuy, identica a quella della madre - sarà un tratto breve ma molto intenso... e averti al mio fianco sarà un onore.

La Principessa si voltò, immediatamente imitata da Anuk, impaziente di capire cosa stessa accadendo, ed insieme videro l'enorme corpo del Drago che prendeva forma davanti ai suoi occhi.

Migliaia di Amazzoni e Guerrieri, vestiti di cuoio e d'acciaio, sulle spalle un mantello vermiglio e, stretta in pugno, la medesima spada. Su ogni cavallo un grande bandiera color ocra gialla... ed in rosso, al centro, era raffigurata l'effigie del Drago.

- L'altra metà del cielo... - sospirò Hirih, puntando di nuovo lo sguardo verso la Brigata Brauni in attesa di fronte a lei - sin da bambina ho sognato di condurre il Drago in battaglia! E' dunque questa la scelta odierna del fato?

- Spazziamo via queste nuvole dalla nostra Terra, figlia mia... - esclamò Xar, impaziente di combattere - e riuniremo la volta celeste sotto una sola bandiera!

Quando vidi gli occhi del Drago seguire la lingua scarlatta che saettava lungo la piana di Bakar, già pregustavo il momento in cui avrebbero travolto i Brauni come fuscelli in balia della tempesta. Udii il ritorcersi del metallo contro le possenti scaglie delle sue ali ed immediatamente il giallo ed il rosso divennero l'unica bandiera in grado di sventolare lungo il pendio.

- Questa è la fine, - gridò il luogotenente di Mirko, tenendo a freno il cavallo scosso da quell'immenso fragore - non possiamo vincere contro un simile esercito!

- Allora dimentichiamoci della battaglia e pensiamo all'Imperatrice, una volta nelle nostre mani la useremo come salvacondotto per attraversare il Kruill.

- E i nostri uomini impegnati in combattimento?

- Che senso ha preoccuparsi di chi è già un cadavere, - sogghignò Mirko, aizzando il suo destriero verso la Guardia Imperiale - l'importante nella vita è scegliere il giusto obiettivo.

Con lui, l'ultima Brigata ancora intatta, un migliaio di guastatori... i migliori, pronti a seguirlo nell'estremo tentativo di salvarsi dalla strage.

Se le fauci del Drago erano composte dai combattenti più forti e possenti, in grado di incunearsi nello schieramento nemico, alle ali era affidato il compito di avvolgersi attorno al campo di battaglia, per impedire che chiunque ne potesse sortire.

La sua lunga coda tortuosa brulicava di cavalieri agili e veloci, pronti a colpire tutto ciò che fosse riuscito a sfuggire all'immenso corpo d'armata. Ondeggiava come in una danza sinuosa, alternandosi su entrambi i fianchi per non concedere alcun riferimento e, alla vista della Brigata Brauni che puntava sulla Guardia Imperiale, si staccò dal Drago per correre in suo soccorso.

Nulla poté resistere alla veemenza di quell'assalto, ed il dramma abbandonò gli Hammers per ritorcersi contro il nemico. La sola vista delle spade Hatzuy divenne ben presto il più terribile degli incubi. La possente lama disassata squarciava le armature Brauni come fossero una sottile corteccia di betulla dolce, e la seghettatura lacerava la carne fino alle ossa, trasformando ogni taglio in una ferita mortale.

Intanto, le notizie che arrivavano dal confine erano confortanti. Diamante con le Roka al nord e Myrt con le Froll al sud, avevano sorpreso i Brauni che non si aspettavano certo un attacco, e la battaglia stava volgendo rapidamente a loro favore.

Nessuna notizia invece di Molina, sparita insieme alle sue truppe personali senza lasciare traccia, almeno finché gli Esploratori Vulcar non riuscirono a penetrare nella tenda di comando, arrestando i Generali che si preparavano alla fuga. La mappa di guerra riportava fedelmente ogni spostamento delle truppe sul campo, ed uno dei segnaposti era appoggiato di traverso tra Krymenia ed il Tempo dei Sogni.

- Dov'è?- urlò Dardel, furioso come non mai - Sono stanco, nervoso e se dovessi chiederlo una seconda volta sarà dopo aver tagliato la lingua di chi non ha risposto la prima!

- In cambio chiediamo che ci venga concesso un salvacondotto per lasciare Arcano. - balbettò uno dei Brauni.

- Non ho mai detto di esser disposto ad accettare delle condizioni, - ribadì il Comandante dei Vulcar - questa è una sporca guerra e qualche gola tagliata in più sarà di monito a chi vi ha mandati nella nostra Terra.

- Allora farai bene a sgozzare loro, - rispose il Generale Akay, strappandosi le mostrine - i vertici della Global Detector sono con Molina... al Tempio.

- Perché non qui? - puntò il dito su Odinuy - Cosa cercano quei figli di cani nella casa dei nostri Dei?

- Sono andati ad accogliere il Presidente della Società, è arrivato questa mattina con una navetta di ricognizione. Con lui ci sono due dozzine di guardie del corpo armate di spow e due ministri corrotti del Governo degli Stati dell'Unione.

- A questo punto... considerato l'evolversi della vicenda, saranno già fuggiti con quella dannata macchina volante!

- No, - li lasciò sfuggire un mezzo sorriso il Generale - la navetta può solo scendere sul pianeta ma non ha la forza necessaria a vincere la forza di gravità per andarsene. Senza il cargo sono prigionieri qui!

- Non ne sembri rattristato, - gli si avvicinò Dardel, incuriosito dallo strano atteggiamento del militare nemico - è come se non avessi mai voluto combattere questa guerra.

- Ti sbagli, - rispose Akay - solo che al momento del reclutamento non conoscevo il valore e la lealtà degli Hammers. Ho visto combattere le Amazzoni di Myrt tra le strette valli della Cordigliera e ho capito che non si può sconfiggere un popolo che ama al tal punto la propria terra.

- Questa non è una terra qualunque, - affermò Dardel, chinandosi davanti a lui per restituirgli le mostrine - questa è la Terra dell'Arcano. 

Furono liberate due colombe con altrettanti missive di importanza vitale, la prima destinata ai Guerrieri Etek, di stanza nei dintorni del Tempio, e la seconda indirizzata al Custode, sulla cima del monte Orsa.

- Avvertite anche i Caliur, - aggiunse, preoccupato che venisse distrutta al più presto la navetta - non devono lasciare il pianeta... costasse la vita a tutti noi!

Indietro

Avanti

Abel Wakaam