
Arcano la Quinta Era
72° capitolo
Nuvole basse

I drappi
delle bandiere erano immobili come vele ammainate prima della tempesta,
e l'aria stantia del fondovalle era pregna del fiato caldo dei Dragoni
in attesa al centro dello schieramento. - Questa attesa mi fa impazzire,
- bisbigliò uno dei più giovani - vorrei che avessero già attaccato.
- Nessuno
muoverà un passo finché non si alzerà la nebbia, - gli rispose Shademar,
che scalpitava alle sue spalle - e da come si è messa la mattinata andremo
per le lunghe.
- Tu sei
un Lokot, che ci fai in mezzo a noi?
- Che importanza
ha il colore della divisa quando combattiamo per la stessa Terra?
Al suo fianco
Paido accennò un saluto col capo: - Qual è il tuo nome ragazzo? - domandò,
allungandogli la mano.
- Tutti mi
chiamano Squalo e... sono pronto a morire per l'Imperatrice.
- Chi va
in battaglia lo fa credendo che a morire saranno gli altri, - affermò
il Comandante dei Lokot - tu pensa a vivere più a lungo che puoi e a sgozzare
ogni nemico che ti capiterà a tiro.
Il Dragone
deglutì a fatica e annuì.
Trattenne
a stento un conato di vomito alla vista delle Streghe che tornavano dal
campo di battaglia. Erano dirette al fiume, coperte di sangue dalla testa
ai piedi, e puzzavano come carogne in putrefazione.
- Tranquillo...
non sono stati i Brauni. - sorrise Shademar - Hanno soltanto rovesciato
trenta barili di sangue di bue sui lati del prato... servirà ad attirare
gli Sciaves lontano dai giovani Dragoni, forse non te l'ha detto nessuno,
ma ne sono terribilmente golosi!
Un soffio
inquieto arrivò alle loro spalle: - Calmi, urlò Astor... non è ancora
il momento.
Tintinnarono
gli anelli sulle lunghe aste e i drappi multicolori si mossero appena.
Il battito del cuore salì all'improvviso e l'adrenalina fluì lentamente
nelle vene. - Fa' sedere gli uomini, - consigliò Aragon - di questo passo
si sfiancheranno prima ancora di incrociare le spade!
- Sarebbe
la stessa cosa... ormai è solo una questione di nervi.
Io guardavo
la piana dall'alto del monte Orsa, sembrava un enorme catino straripante
di schiuma, dove ansia e paura ribollivano insieme all'ardore. - Andate
a preparare il Palazzo così che possa accogliere i feriti, - dissi alle
dame di Corte - e mettete a bollire acqua di fonte e bendame senza fare
economia!
Suonarono
le campane di allerta e gli sbandieratori cercarono lo sguardo acuto dei
Comandanti per trasformare ogni loro cenno in un ordine prezioso. - Suonate...
suonate, - ansimai - così che il Drago possa annusarvi ed arrivare col
suo galoppo alato dai confini del tempo.
Ecco, è il
momento... ed un mago scaltro sollevò il drappo all'improvviso, lasciando
che Amazzoni, Dragoni e Brauni si guardassero in faccia per la prima volta.
Ah... come avrei voluto essere tra loro e perdermi in chissà quale follia,
strinsi il bastone nel pugno e pregai gli Dei affinché salvassero le nostre
anime.
Lei comparve
all'improvviso dietro lo schieramento nemico, sollevò la spada verso il
cielo venato di bianco e lanciò il suo urlo di guerra!
- C'è Nimira,
- gridò Elenie, indicando i fregi imperiali sulla collina - e con lei
c'è la Guardia Imperiale... anche questa volta non ci ha lasciati da soli!
Il fragore
degli Hammers echeggiò per tutta Bakar.
Dall'altra
parte dello schieramento, Mirko si lasciò sfuggire una smorfia di compiacimento.
- Manda qualcuno a spazzar via quelle bastarde, - ordinò ad uno dei suoi
Generali - ma lei non ammazzarla... tienimela in caldo per stanotte che
ho voglia di divertirmi.
- Sii prudente,
- lo consigliò Negrus - al suo fianco ci sono le Truppe d'élite della
Guardia Imperiale, cinquanta di quelle Amazzoni hanno impegnato Swam per
un giorno intero!
- Swam era
un codardo, vacci tu con la Brigata della Morte e portami quella deliziosa
cerbiatta trascinandola per le orecchie! Saprò ricompensarti per questo
servizio.
Alzò il braccio
per una frazione di secondo, e la cavalleria scalpitò sulla prima linea.
- Cerchiamo di fare in fretta, - sussurrò - questa sera ho un appuntamento
galante.
Fu allora
che due giovani Amazzoni uscirono dalla boscaglia, bardate di tutto punto.
Andarono da sole a comporre l'altro vertice del triangolo in un'azione
che pareva non avere alcun senso logico.
- Quella
è vostra figlia, - esclamò Ninja, rivolgendosi all'Imperatrice - la riconosco
dai finimenti che porta sul corpetto di cuoio rosso! Sono ancora in tempo
a raggiungerla con un drappello di Guardie.
- Saprà farsi
onore anche senza il nostro aiuto, - sentenziò Nimira - non può essere
così avventata da presentarsi sul campo di battaglia in quella posizione
senza avere in mente una strategia!
Hirih e Anuk
si arrestarono ai margini della radura: - Sei pronta? - domandò la Principessa
alla giovane amica.
- Non so
cosa tu abbia in mente, ma ovunque andrai... sarò con te!
- Attaccheremo
i Brauni da questo lato, in pratica li abbiamo circondati.
- Non vorrei
sembrarti scortese, - reagì Anuk - ma vorrei farti notare che, da questo
lato, siamo solo in due. Solo una pulce impazzita può credere di aver
catturato il cane su cui è aggrappata!
- Non siamo
sole, - continuò Hirih, facendosi seria - noi siamo gli occhi del Drago
e vediamo ciò che la sua mente sta aspettando di vedere.
Fu il rullo
possente dei tamburi Brauni a raggelare il sangue nelle vene, la cavalleria
si mosse con attenzione per valutare lo stato del terreno su cui si sarebbe
lanciata al galoppo, lasciando un varco al centro affinché passasse l'orda
affamata degli Sciaves in caccia.
Correvano
come un branco di lupi costretti da giorni al digiuno e annaspavano sull'erba
per la rabbia che avevano in corpo. Le lunghe zanne protese in avanti,
le narici spalancate a fiutare la preda, ed il desiderio del sangue dentro
le fauci, ansiose di spolpare la carne tenera degli Hammers in attesa.
Al secondo
rullo, i cavalli partirono al galoppo, mantenendosi a breve distanza dalle
belve scatenate. Contavano su di esse per terrorizzare gli arcieri in
attesa, sapevano che li avrebbero attaccati ancor prima che potessero
scagliare il loro carico di morte per fermare la carica.
- Le canne
da fumo sono ancora intrise di umidità, - gridò Nusuth, correndo verso
il Mago Supremo - c'è il rischio che non prendano fuoco in tempo!
- Ho fatto
immergere i fusti nella riserva di idromele che custodivamo a Krymenia,
- rispose Aragon, cercando di tranquillizzarla - alla prima scintilla
si trasformeranno in un rogo!
Ora il vero
pericolo erano gli Sciaves. Se non avessero seguito le tracce di sangue
putrido che puntavano ai lati della piana di Bakar, sarebbero arrivati
come una mandria di bufali impazziti sulla prima linea di arcieri, trasformando
il piano dei Maghi in una immensa tragedia. Le Gana e le Mokada li stavano
aspettando, aggrappate sugli alberi più alti, pronti a fare una carneficina
mentre quelle bestie orrende si nutrivano degli quarti di bue preparati
come esca.
- Sono pieni
zeppi di aghi di Compostura, - spiegò Elanor, la Strega - li abbiamo lasciati
un'intera notte a bagno nella salamoia perché si induriscano al punto
da perforargli la gola...
- Maledizione,
restate al vostro posto, - urlò Astor a squarciagola, vedendo il tentennamento
dei suoi uomini in prima linea - date fuoco alle frecce ed aspettate il
mio ordine!
Il primo
gruppo di Sciaves oltrepassò le fascine con un balzo, il capobranco ignorò
la traccia olfattiva del sangue putrido e puntò in mezzo allo schieramento,
trascinando con sé una parte del branco. Il grosso che seguiva si allargò
quanto bastava a incontrare quella poltiglia succulenta che si apriva
verso i lati, e la seguì all'istante, grugnendo dall'eccitazione.
- Possiamo
ancora farcela, - intervenne Aragon, cercando di quantificare quanti Sciaves
avessero proseguito diritto - mandate qualcuno a dare man forte agli arcieri!
- Andiamo
noi! - rispose Appo, alla guida di un gruppo di Guerrieri Caliur, si tolse
il pesante elmo cromato ed imbracciò lo scudo d'acero selvatico.
L'ordine
di Astor risuonò quando ormai gli Sciaves erano a pochi metri dagli arcieri.
Giusto in tempo perché potessero scagliare le frecce incendiarie, gettare
archi e balestre per impugnare le spade.

Abel Wakaam

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