Arcano la Quinta Era

70° capitolo

Il giuramento spezzato

Scoppiò la burrasca con potenza inaudita, come se la sacra Terra d'Arcano si opponesse all'arrivo del falco con l'energia che nascondeva nel profondo. - Lascialo arrivare... - sospirò il vecchio, incrociando i polsi in segno di sfida - è questa la notte della vendetta, servita sul piatto di Morghul perché ne divori i resti immondi!

Tra acqua e fuoco, ogni sentiero divenne un torrente in piena che correva nella foresta di smeraldo, smuovendo il fango sotto i piedi nella sua folle ricerca di uno sfogo. - Dobbiamo andar via da qui... in fretta, - gridò, indicando la direzione da seguire - o finiremo inghiottiti dallo stesso inferno.

Xar affidò le due giovani Amazzoni a Boh, lo salutò con un abbraccio e gli diede appuntamento sulla piana di Bakar. - Avverti Nimira che il Giuramento sarà rotto, - si accomiatò - ed apri a Hirih gli antichi scritti dello Scisma. E' giunto il tempo che sappia guardare alle nostre spalle per giudicare il passato senza remora alcuna.

Il fragore del cargo coprì le sue ultime parole, strinse il pugno in segno di buon augurio e sparì di corsa sotto la pioggia battente.

- ...e il corpo di Quasar? - domandò Anuk, con le lacrime che si confondevano negli scrosci ella burrasca.

- Gli eroi non muoiono mai, - rispose il vecchio, incamminandosi verso l'imbocco della valle - il loro spirito resta sul campo di battaglia per infondere coraggio a chi resta!

- Non restiamo ad assicurarci che il falco perda le ali? - domandò Hirih, silenziosa sino a quel momento.

- Il timore della sconfitta fa perdere la battaglia... dobbiamo muoverci mie coraggiose Amazzoni o non arriveremo in tempo all'appuntamento con la storia!

Nemmeno il tempo di un respiro e la macchina infernale scivolò sulle loro teste come una valanga che insegue il proprio destino. Il fischio dei suoi reattori nascose all'orecchio persino il fragore della tempesta e trascinò ogni cosa verso l'ignoto.

S'agitò la colomba nella gabbia, quasi sapesse che avrebbe dovuto compiere quell'ultimo viaggio prima di raggiungere le compagne, partite nei due giorni precedenti. Non aveva mai volato col soffio del demone sulla coda, né sapeva quanto lunga fosse la via per la palude di Kaneva. Si lasciò stringere nel palmo della mano, attese pazientemente che l'anziano brigante serrasse il laccio alle sue giovani zampe incoscienti, e sollevò il capo per ricevere un bacio dalle quelle labbra screpolate.

Restò immobile, in equilibrio sulle dita protese, ed il fragore del tuono parve tanto lontano da non destare il suo raccoglimento. Boh alzò entrambe la braccia verso il cielo di pece, chiuse gli occhi e chiamò al suo fianco Hirih e Anuk: - ...il fato non abbandona mai chi cammina per il mondo nel giusto verso, - sospirò, tremante come una foglia sul punto di essere strappata dal vento gelido dell'autunno - alzate gli occhi al cielo perché ora il giorno vincerà sulla notte!

Fu allora che il sibilo divenne così acuto da non poter essere ascoltato, e migliaia di voci gridarono tutte insieme il loro terrore, prima di cadere in un battito d'ali nel più profondo dei tormento.

S'innalzò la colomba a compensare nel cielo la caduta del falco. - Va' piccola mia, porta le mie parole all'Imperatrice affinché possa correre a Bakar con le sue Amazzoni più fedeli... questa notte il nido resterà vuoto come il cuore di chi non ama!

Il cargo aveva seguito il falso sentiero di luce fino ad urtare la parete di basalto. Troppo tardi il pilota aveva compreso l'inganno ed ogni tentativo di correggere la rotta era caduto nel vuoto. L'impatto fece inclinare il suo assetto fino a perdere quota e, a quell'altezza dal suolo, non c'era alcuna speranza di risalire. Il serbatoio di destra fu il primo ad esplodere, gettando il carburante in fiamme per tutta la foresta, e in quell'immenso rogo precipitò l'enorme fusoliera.

Quando tornarono al rifugio, la burrasca si era acquietata.

- Parlami dello Scisma, - sospirò la Principessa, mostrando il medaglione imperiale tra lo stupore di Anuk - non è più il tempo dell'attesa.

Avrebbe voluto tergiversare, aggrappandosi a chissà quale segreto di stato, ma Xar aveva gettato la pietra nello stagno e l'acqua calma della superficie si era distorta in mille cerchi frenetici. Non avrebbe mai creduto che toccasse proprio a lui raccontare quell'episodio dimenticato dagli Hammers al punto che non ve n'era traccia in nessun testo antico.

Forse nemmeno la pergamena sarebbe potuta durare tanto a lungo da arrivare sino al presente... lo Scisma era avvenuto per volere degli Dei e nessun umano avrebbe potuto impedirlo.

Allora, la Terra dell'Arcano era incolta come l'altopiano di Odinuy ed il popolo era popolo, senza regole né religione. Come il bianco o il nero... come la luce e l'ombra, la notte ed il giorno, il bene ed il male... ovunque c'è un'idea, ne nasce un'altra che vi si contrappone, e ben presto due visioni del mondo divisero il pianeta.

Da una parte gli Hammers, tra cui spiccavano le poderose Amazzoni guerriere. Divennero da subito una maggioranza potente e ordinata, con una visione femminile della famiglia, della giustizia e del lavoro. Si riunirono in un'organizzazione sociale che restò immutata nei secoli, improntata ad una gestione piramidale del potere, che si dimostrò pratica e vincente.

La stessa fortuna non toccò ai Cavalieri Erranti, ideologi attenti e raffinati, ma poco disposti a fondersi in un'unica realtà costruttiva, e più propensi a lasciare che i singoli costituissero una forma elementare di potere localizzato. Al centro del loro ordinamento c'erano le famiglie, chiamate Blasoni, ognuna gestiva il proprio territorio in completa autonomia e si riconosceva nel Scisma solo in virtù di una scelta di campo.

Non ci fu mai scontro tra le due parti, anzi, la tendenza fu quella di azzerare la memoria, quasi che gli uni o gli altri non fossero mai esistiti. Nonostante questo, nel giro di tre secoli, una considerevole parte dei Cavalieri si convertì segretamente al Consiglio delle Madras, ottenendo di fondare un proprio corpo militare che prese il nome dall'effigie del drago che ornava la loro bandiera.

Fu così che nacquero i Dragoni Dulkar e, nei millenni che seguirono, divennero parte integrante della Terra dell'Arcano, fino a sentirsi Hammers a tutti gli effetti.

Chi invece non accettò mai di ricucire lo strappo, si rinchiuse in una sorta di ritiro spirituale, abbracciando il credo ancestrale che voleva uomini e draghi sugli opposti piatti della bilancia. Tra questi, i gloriosi Avi di Xar che vantavano una nobile discendenza araldica, comprovata dalle tracce di sangue di drago che scorreva nelle loro vene.

La leggenda racconta che ogni donna, prima di concepire il primo figlio, passava la notte nella tana del serpente alato, affinché le due specie si fondessero in un unico seme, germogliato nel ventre per volere divino.

Nessuno sentì più parlare di loro finché, per ironia della sorte, i discendenti delle due parti del Scisma si ritrovarono alle sacre sorgenti che danno vita al Kruill e all'Orikoko, Terra Consacrata per entrambi. Da allora, il rispetto dell'altrui ideologia consentì il confronto tra i discendenti dell'Imperatrice e del Sacro Drago di Konoba, a cui era permesso ritrovarsi alla fine della pubertà per rinsaldare i vincoli di sangue.

- Su consiglio del Custode, - spiegò l'anziano brigante - Nimira fu mandata a conoscere Xar quando aveva pressappoco la tua età, e si promisero eterno amore fino al giorno in cui, da adulti, avrebbero potuto rincontrassi per generare un comune Erede. Il resto è storia dei nostri giorni... quindi è inutile che te la racconti.

- L'amore però è finito dopo il mio concepimento, - lo incalzò Hirih - perché non hanno ricucito lo Scisma?

- Perché a nessuno dei due è concesso di obbedire all'altro se non dopo una sfida che decreta per sempre il vincitore! E tu, giovane rampolla imperiale... tu che nelle vene hai anche sangue di drago, abbasseresti il capo di fronte ad un uomo?

- Questo significa che non avrò mai un padre ed una madre al mio fianco... e sarà così anche per i miei figli?

- Per i tuoi figli sarai tu a decidere... - sorrise Boh - invece nel tuo caso potrebbe accadere un fatto inaudito e ritrovarti con entrambi i tuoi genitori sullo stesso campo di battaglia con la spada sguainata.

- ...la piana di Bakar, - sussurrò la Principessa - tu sai già vero quello che accadrà in quella battaglia?

- Nessuno sa mai quale strada prenderà il futuro, lasciati guidare dalla voce del drago e ritroverai quella parte di te che credevi perduta!

Pensò al volo della colomba, in viaggio verso le paludi di Kaneva, ed avrebbe voluto essere con lei per superare la distanza che la separava dalla madre. Non riusciva a capire sino in fondo il segreto che custodiva gelosamente Boh, ma avvertiva una forza inaudita che vibrava nell'aria e riusciva a farle dimenticare il dolore delle ferite. 

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Abel Wakaam