Arcano la Prima Era

7° capitolo

Gana

Gana non indossava la corazza, calzava solo un paio di stivali di cuoio che le arrivavano sino al ginocchio, ed un drappo di seta ricamata, fissato con dei legacci di pelle attorno al corpo seminudo. I capelli erano legati sulla nuca, intrecciati in una lunga treccia che le pendeva sulla schiena e scendeva ben oltre il sedere. Si raccontava che inebriasse i ribelli con la sua sensuale bellezza, per poi colpirli a morte una volta a tiro.

La sua amicizia con Mokada aveva radici antiche, si erano conosciute durante l'addestramento e da quel momento erano divenute inseparabili. Si completavano a vicenda, e forse per questo Madras Kolise le aveva assegnate a due pattuglie che battevano insieme i meandri oscuri della foresta, pronte a difendersi l'un l'altra.

Quando Mokada perse le proprie compagne in battaglia, divenne l'ombra delle Amazzoni di Gana, e le loro vite restarono legate per sempre.

Il mattino seguente, ancor prima che la carezza del sole sciogliesse la nebbia fitta del sottobosco, il gruppo si mise in marcia per tornare alla Kioskas. Ad ogni pattuglia veniva assegnata una scribana con il compito di annotare ogni dettaglio del suo operato, al fine di riportare fedelmente tutte le azioni intraprese al giudizio della Madras. Il gruppo di Gana era seguito da Kristal, taciturna e introversa quanto precisa e laboriosa, pronta a riporre il suo taccuino nella sacca per gettarsi nella mischia.

L'organizzazione dell'esercito di Arcano seguiva antiche norme dettate da secoli di esperienze, ma ora la situazione era mutata troppo velocemente per riadattare la sua struttura in tempi brevi. Cosa sarebbe accaduto se i ribelli guidati dagli specialisti della Global Detector avessero potuto disporre di spow e di un sistema di comunicazione radio?

Il ritorno alla Kioskas del gruppo con le due famose Amazzoni sollevò l'entusiasmo popolare, ma c'era un'altra novità di primaria importanza: Hesiel era riuscita a stabilire un contatto con la Redazione della Union News, la Società televisiva da cui erano stati inviati sul pianeta.

- Goutierre aveva portato con sé un trasmettitore in bassa frequenza, - spiegò la ragazza - probabilmente era riuscito a superare i controlli infilandolo dentro l'attrezzatura da ripresa. Appena l'ho trovato, ho chiamato sulla frequenza d'emergenza e al primo segnale di risposta, ho spiegato costa stesse accadendo qui.

- Calma...- la riprese Asha - dimmi esattamente con chi hai parlato e cosa ti hanno risposto!

- Ho sentito il Direttore di Studio, e lui stesso mi ha messo in contatto con il Console...

- ...al resto ho pensato io, - intervenne Nikra - ma la situazione è ingarbugliata ed i vertici degli Stati dell'Unione si stanno riunendo per discutere il da farsi.

- Ma che c'è da discutere? - gridò Asha - La Global Detector ha infranto tutte le regole della nostra Costituzione e loro si mettono a discutere? Lo sanno benissimo quello che devono fare, mandar qui le truppe e porre rimedio all'interferenza di una Compagnia mineraria privata nella vita di questo pianeta!

- Un'interferenza non può essere aggiustata con un'altra interferenza... sarà una decisione difficile.

Seguirono due giorni di silenzio nelle comunicazioni radio, segno inconfondibile che lo Stato Maggiore dell'Unione aveva congelato ogni collegamento per svolgere le indagini di rito. Nella Kioskas la tensione era tremenda, ed ogni ora che passava non lasciava presagire nulla di buono.

La risposta arrivò, e fu subito confermata dalla Redazione della Union News che mandò in onda un reportage sugli ultimi avvenimenti: Arcano era stato decretato come terra di nessuno!

Fu Nikra a spiegare quale fosse il reale significato di quel decreto: - Uno dei primi articoli della nostra Costituzione dice che nessun pianeta può essere colonizzato senza un trattato bipolare con l'Autorità che lo comanda. Per questo motivo nessuna azione fu intrapresa con Arcano perché non se ne conosceva la classe dirigente.

- Ma ora sappiamo che c'è una Classe Imperiale, - la interruppe Asha - dunque possiamo anche intraprendere delle azioni diplomatiche.

- Agli occhi degli osservatori, in questo momento ci sono due fazioni in lotta, e dunque l'Unione non intende intervenire finché la situazione non prenderà una svolta decisiva.

- Questo significa che permetteranno alla Global Detector di fornire armi e appoggio strategico ai ribelli, aiutandoli nella battaglia contro l'Imperatrice e le Kioskas?

- No...- ribadì Nikra - né personale né materiale di alcun tipo entrerà e uscirà dal pianeta finché non si arriverà ad una soluzione finale.

- Perfetto! - esclamò Hesiel - Ormai gli spow sono arrivati e noi siamo prigioniere qui!

Fu chiaro che il piano della Global Detector doveva in qualche modo prevedere di uscire allo scoperto, e così si spiegava anche la fretta con cui aveva agito per organizzare le forze ribelli sulle montagne oltre il fiume Kruill. Occorreva dividere il mondo in due parti precise per dare l'immagine di due fazioni in lotta, e quel corso d'acqua pareva essere il confine naturale su cui confrontarsi.

Le indiscrezioni che arrivavano dalla Redazione lasciavano intendere che un cargo fosse atterrato prima della chiusura dei voli da qualche parte nella foresta, e nelle sue capienti stive poteva aver trovato posto un ingente carico di armi destinato ai ribelli.

Madras Kolise diede ordine a tutti gli esploratori di partire alla ricerca del punto di atterraggio, e seppur la vastità del territorio concedesse poche misere possibilità di trovarlo, qualcosa lasciava intuire che l'infiltrazione di nemici nei dintorni del 4° posto di controllo, fosse in relazione col fatto.

Venne convocata alla Kioskas la scribana che raccoglieva le informazioni su quell'area e dai suoi appunti si venne a conoscenza di un grande boato nella foresta.

- Qui non ci sono piste di atterraggio,   - spiegò Nikra - e la distruzione della torre di attracco rende molto difficoltoso lo sbarco sul pianeta. Il cargo potrebbe aver preso pesantemente terra in qualche radura circostante... oppure lo hanno lasciato cadere cercando di limitare i danni!

Ancor prima che le pattuglie di ricognizione tornassero con ulteriori elementi d'informazione, Klara informò tutti gli Hammers della Kioskas che si sarebbe tenuta una riunione d'emergenza nel Pulp. Al cospetto di Kolise erano state invitate Gana e Mokada, ma anche Asha, Hesiel e Nikra.

L'incontro si tenne sulla piattaforma sospesa all'interno dell'enorme torre cava, e fu allora che le straniere poterono vedere tutti i volti della Kioskas affacciati da decine di aperture sulla parete esterna scavata nella roccia.

Madras Kolise diede la parola a Klara che spiegò agli Hammers quale fosse la situazione attuale. - Combatteremo ancora una volta per proteggere il pianeta che ci ha dato la vita - esclamò - e per farlo... apriremo anche ai maschi delle Kioskas l'onore di entrare nelle truppe dei Guerrieri di Artes.

Un brusio sommesso scosse l'eco spettrale del Pulp, poi la soddisfazione degli uomini contagiò le Amazzoni e dovette intervenire Kolise per riportare il silenzio nella torre. - La situazione richiede che il vostro coraggio sia pronto a servire l'Imperatrice, ma chiunque combatta ora per la Kioskas manterrà tale onore anche a guerra finita.

Qualcosa di grave aveva indotto il Consiglio delle Madras a prendere una decisione così forte, un pericolo ben più grande di una ribellione di qualche migliaio di sbandati raccolti qui e là dall'uomo mandato dalla Global Detector, ma la verità fu nascosta al popolo perché troppo dolorosa.

Alla fine di quell'incontro, Klara condusse le invitate d'onore sulla lunga scala che scendeva nelle viscere della terra e le pregò di non proferire parola di ciò che avrebbero visto.

Centinaia di gradini consumati che giravano in tondo in una spirale senza fine che si perdeva nella penombra, nessuno osò fiatare, nessuno avrebbe mai immaginato cosa lo stesse aspettando sul fondo.

- Sette grandi vulcani disperdevano in un'antica era il loro fumo grigio su Arcano, - raccontò l'Amazzone - il sole faticava a filtrare tra le nubi sempre più fitte e la foresta stava morendo. Una notte avvenne ciò che si aspettava da tempo, tutti insieme esplosero la più grande eruzione di cenere che mai occhio umano avesse mai visto e poi venne il nulla. Quando i sopravvissuti ebbero il coraggio di uscire dalle profonde grotte in cui si erano rifugiati, il mondo non era più lo stesso! Passarono due secoli prima che i nostri avi potessero riunirsi per formare una nuova civiltà... e quello che ora vedrete è ciò che è rimasto del popolo che li aveva preceduti.

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Abel Wakaam