Arcano la Quinta Era

69° capitolo

Il sentiero luminoso

Boris di Hams, era questo il suo vero nome, nato e vissuto nel bosco di Matek e legato da una misteriosa amicizia con Asiram, Madras di Kolise. Si raccontavano su di loro strane storie di traffici illeciti e amore infinito, ma nessuno li aveva mai sorpresi insieme. - Ormai sono soltanto un cantore della memoria, - soleva dire, nelle sue visite saltuarie sulle piazze delle Kioskas - io rappresento ciò che è passato, indispensabile per capire il presente e non commettere gli stessi errori in futuro!

Ora invece camminava con passo lento lungo i sentieri impervi che attraversavano la foresta inesplorata. Gli occhi attenti sugli invisibili dettagli che lo conducevano alla meta, nascosta oltre quell'intricato mondo verde. - Tutte le notti il falco segue questa stessa strada dall'alto, - spiegò, una volta penetrati nella parte più profonda della valle - e la sua rotta è precisa come quella degli stormi di anatre selvatiche che svernano negli stagni a sud di Nakir.

- Se sapessi volare potrei capire quello che mi stai dicendo, - commentò Xar - ma restando qua sotto diventa impossibile scrutare la valle dal suo punto di vista.

- Sembra che non abbia un'intelligenza propria, - sorrise il vecchio, puntando il dito verso l'alto - ma si lasci condurre lungo un sentiero luminoso che lo porta dentro il nido. Quando sta per arrivare, si accendono migliaia di fiaccole color rubino sulle cime degli alberi e si spengono immediatamente dopo il suo passaggio.

- Se spegnessimo quei fuochi, - intervenne Anuk, saltellando con impazienza - il falco diventerebbe cieco e non troverebbe più il suo nido!

- Ti sbagli, giovane cerbiatta impulsiva... - continuò Boh - se solo una di quelle piccole stelle non dovesse brillare al suo posto, tutte le altre scomparirebbero nell'oscurità. E' come se fossero parte integrante di una costellazione, ed il loro stare insieme da sicurezza al cuore di quella macchina infernale.

- Allora dicci come intendi abbatterla, - sbottò Hirih, impaziente di risolvere il problema - ogni minuto di attesa potrebbe costare la vita agli Hammers schierati nella piana di Bakar!

- E' semplice, - sbuffò, infastidito dalla frenesia delle giovani Amazzoni - voi salirete sulle sequoie e sposterete le fiaccole seguendo le mie indicazioni, questa notte ridisegneremo il cielo.

- Non riusciremo a fargli perdere l'orientamento, - affermò Xar - quando si accorgerà di non essere sul nido, tornerà indietro e lo cercherà di nuovo.

- Sarà troppo tardi, - sorrise l'anziano brigante, disegnando nella polvere il suo piano di battaglia - allargheremo il sentiero luminoso in questo punto... e poi lo stringeremo verso il costone roccioso. Il suo volo finirà per essere troppo radente alla montagna e una delle sue grosse ali andrà a sbattergli contro. Ora non voglio sentire nessun "se" e nessun "ma" perché non abbiamo altro tempo da perdere se vogliamo finire il lavoro prima che il fuoco tremante accenda le fiaccole.

Dalla sua geniale intuizione poteva dipendere il destino degli Hammers. Se fossero riusciti ad impedire al cargo di trasportare nuove truppe nemiche nel cuore di Arcano, la battaglia, seppur impari, sarebbe stata combattuta senza l'apporto tecnologico fornito dalla Global Detector. Un incidente di quelle proporzioni avrebbe messo in luce le sue continue ingerenze nella vita del pianeta, costringendo gli Stati dell'Unione a prendere severi provvedimenti verso la ricca compagnia mineraria.

Al Comandante Swam non servivano ulteriori rinforzi per scatenare la battaglia, ma Mirko gli aveva imposto di attendere che lo schieramento fosse completo, in modo da travolgere i Dragoni Dulkar e gli eventuali gruppi di supporto per poi puntare direttamente verso le retrovie della Truppe Imperiali dislocate lungo il Kruill.

- Klivia è un falso obiettivo, - spiegò ai suoi Generali schierati - e questi straccioni non conoscono la vera potenza del nostro esercito. Tra due giorni... e due notti, oltre ottomila soldati Brauni costituiranno la più grande forza di invasione presente nella Terra dell'Arcano, e Bakar sarà soltanto la prima tappa vittoriosa del nostro implacabile cammino. Mihoky ha puntato sull'inganno ed è stato tragicamente sconfitto, noi invece sia strategia pura e forza prorompente... non possiamo fallire!

Dall'altra parte dello schieramento, Astor era all'oscuro di quale immenso pericolo si trovasse di fronte, e cercava di radunare il maggior numero di combattenti possibile per affrontare il nemico, senza sapere che in quel modo sarebbe andato incontro ad una cocente disfatta. La sua preoccupazione era quella di impedire ai Brauni di prendere d'assalto le Kioskas, sperando di riuscire a trattenerli il più a lungo possibile nella piana di Bakar.

- Se riusciremo nell'intento, - fece partecipe dei suoi pensieri il gruppo di comando attestato ai margini della radura - daremo modo a tutti gli Hammers di attestarsi nelle Kioskas affinché possano resistere agli invasori. Non so quanto sia numeroso il nemico, ma sono certo che i Brauni lasceranno sul campo gran parte delle loro forze perché nessuno di noi farà un solo passo all'indietro di fronte al loro assalto.

L'urlo dei Dulkar non bastò a scuoterlo dai suoi timori, sapeva che molti di loro avrebbero perso la vita, e mille dubbi infestavano i suoi pensieri. L'arrivo di Aragon alla testa di Maghi e Streghe in assetto da battaglia gli infuse nuovo vigore, abbracciò l'amico e lo portò sulla cima della collina perché potesse scrutare dall'alto l'immensa piana deserta.

- Abbiamo portato tre carri di paglia da oppio, - gli confidò - ma potremo usarla soltanto se il vento spirerà dalle nostre spalle, altrimenti rischieremo di fare la loro stessa fine. L'idea è quella di mischiarla alla canna da fumo e creare una barriera tossica che ci protegga alla loro vista. Non possono immaginare che una volta all'interno saranno presi da convulsioni e stordimento... non sarà questo a fermarli, ma aumenterà le nostre probabilità di rallentare la loro marcia.

- La brezza mattutina soffia dalle montagne oltre il Kruill verso la foresta, - confermò Astor - ed è quello il momento in cui muoveranno contro di noi. Durante la notte stenderemo le sterpaglie lungo la via mediana del campo e avanzeremo una compagnia di arcieri per far credere al nemico che intendiamo contrastarlo al centro della piana. Quando l'avanguardia dei Brauni sarà sulla linea di tiro, fingeremo di battere in ritirata e questo dovrebbe incitarli all'inseguimento...

- ...si, a quel punto la loro cavalleria sarà al galoppo, - continuò il Mago - daremo fuoco alla paglia da oppio mischiata alle canne da fumo e li attenderemo al varco. Le fiamme spaventeranno i cavalli e nella confusione che seguirà avremo modo di colpirli. Sapremo dove sono anche senza vederli ed il loro numero sarà così elevato che poche frecce andranno a vuoto.

- E' un buon inizio... - intervenne Nusuth, raccogliendo i capelli dietro la nuca - ma che faremo alla seconda ondata... diremo alle Streghe di gettargli malocchio?

- Prima di essere Streghe e Maghi siamo Amazzoni e Guerrieri, - reagì Aragon - in una mano stringeremo i nostri bastoni magici e nell'altra la spada.

- Scusami... - chinò il capo la Comandante Gana - non intendevo sminuire le vostre capacità di combattere, la mia era soltanto una reazione disperata. Siamo troppo in inferiorità numerica per sperare di sopravvivere ad uno scontro frontale, mi chiedo se non sarebbe meglio aggirarli ora su un fianco e tentare di assalirli di sorpresa nel loro campo.

Il calare dell'oscurità portò un velo di incertezza sul campo dei Dragoni e una sferzata di tensione lungo il sentiero luminoso. Grandi nuvole nere, cariche di pioggia, si addensarono sul fondo della valle, minacciando da un momento all'altro di rovesciare la loro furia nella foresta.

- Non ora... Dea dell'onnipotenza, - pregò Boh, impegnato a segnalare ad Hirih dove spostare l'ultima fila di fiaccole - se fa scuro troppo presto sprigioneranno la forza del fuoco tremante prima ancora che riusciremo a finire!

L'ultima dozzina, le più alte... le più difficili, ed il soffio nervoso della burrasca cominciava a scuotere le cime, rendendo sempre più difficoltoso lo spostamento delle Amazzoni sui rami delle sequoie. Solo Xar sembrava avere la forza sufficiente per restare appeso come un ragno a testa in giù, e continuava a spostare i legacci di cuoi che sosteneva il grosso cavo nero di collegamento tra le luci di posizione, rischiando continuamente di cadere nel vuoto.

Il fragore del tuono scosse la valle ed un lampo azzurro saettò nel cielo nero come l'inchiostro, restando immobile per qualche istante sullo zenit. - Arriva il falco, - gridò l'anziano brigante - avete poco meno di cento respiri per finire il lavoro ed allontanarvi dalle cime!

Fu allora che Quasar restò impigliata nella fune, provò a liberarsi tagliando la cintura di sicurezza, ma un ramo la colpì in pieno volto e rimase incastrata tra le fronde col sangue che le colava dal naso. La più vicina era Anuk, che provò a raggiungerla prima che cadesse, ma Boh la richiamò con decisione, ordinandole di finire il lavoro.

- In questo modo morirà... - rispose la giovane Amazzone - non posso abbandonarla al suo destino!

- Se non sposti quel legaccio... - intervenne Xar - moriremo tutti prima di ancora di riuscire ad abbattere il falco, e i nostri compagni nella piana di Bakar faranno la stessa fine.

Fu il fato a decidere... come sempre. La burrasca scosse il corpo di Quasar dal suo equilibrio instabile e lo trascinò con sé in quell'ultimo tragico volo.

Un tonfo, sordo... spettrale, e di lei non restò che il ricordo.

Nessuno fiatò, non ve n'era il tempo, e l'ultima stella andò a comporre il sentiero luminoso... un attimo prima che brillasse di luce propria.

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Abel Wakaam