
Arcano la Quinta Era
68° capitolo
Il nido del falco

Il Comandante
Brauni intuì ben presto che nel pantano di Kaneva non avrebbe mai catturato
Nimira, e le continue perdite inflittegli dalle Amazzoni lo convinse a
cambiare strategia. - Siamo un esercito d'élite, - sbraitò ai suoi subalterni
- e non topi di fogna che strisciano nel fango. Staneremo questi sudici
vermi quando l'ultima Kioskas sarà crollata!
Lasciò un
centinaio di uomini all'imbocco della valle e portò il grosso del suo
esercito verso la piana di Bakar, dove si ricongiunse con tre Brigate
d'assalto, costituendo la testa di ponte dell'invasione. Oltre cinquemila
uomini pronti a marciare su Klivia in attesa dei rinforzi che venivano
trasportati ogni notte da quel maledetto cargo.
A fronteggiarli,
soltanto cinque centine di Dragoni Dulkar e ciò che restava delle Amazzoni
Gana e Mokada. I sopravvissuti degli Esploratori di Lokot fungevano
da vedetta per cercare di anticipare gli spostamenti nemici nella foresta.
Con le Truppe Imperiali impegnate sul confine, muovere altre forze fuori
dalle Kioskas equivaleva ad un puro suicidio.
In assenza
di Draven, Astor radunò il consiglio di guerra ed inviò una missiva a
tutti i Comandanti per racimolare qualche rinforzo. Il primo a rispondere
fu Aragon il Supremo, confermando che da Krymenia fosse già partita una
lunga colonna in armi. - Prima di essere curatori ed alchimisti, - scrisse
nella pergamena bordata di code di rospo intrecciate - siamo stati Guerrieri
e Amazzoni al servizio dell'Imperatrice. I Maghi e le Streghe di Arcano
saranno al vostro fianco nel momento del sacrificio supremo!
Nello stesso
istante, Xar raggiunse il rifugio di Boh nel cuore della foresta vergine.
Con lui erano rimaste sette Amazzoni, tra cui Quasar, Anuk e Hirih. -
Non siamo qui solo per il tuo ottimo arrosto e i miracolosi medicamenti,
- esordì lo Sciandares - stiamo cercando il nido del falco d'acciaio!
- Vola troppo
alto per le tue frecce, - rispose l'anziano brigante - e la sua pelle
è più dura dell'acciaio temprato nel ventre del vulcano. Siamo impotenti
contro la sua corazza.
- Se sputa
Brauni dal ventre, significa è le sue viscere sono cave... ovunque sia
nascosto il suo cuore, dobbiamo scovarlo e trafiggerlo.
Boh chiamò
a sé la giovane Amazzone ferita e la fissò dentro gli occhi. - Spalma
questa pozione sul sangue raggrumato, - le ordinò - e prima di svenire
dal dolore, lavala con l'urina.
- E dove
la prendo? - domandò Hirih, sbigottita.
- Perché
chiedere ad altri quello che puoi fare da sola, - aggrottò le sopracciglia
- non serve che tu lo faccia qui... su... su, vattene altrove insieme
alle tue sorelle maggiori!
Attese di
restare solo con Xar, gli allungò due stinchi di lepre appena tolte dalla
brace e disegnò nella cenere la complicata mappa dei dintorni: - Noi siamo
qui, all'ingresso dell'orrido - spiegò, sputando tra due sassi striati
- ed il nido del falco si trova nella radura di Tepek, ma non vi passa
mai la notte.
- Per deporre
le sue uova stracolme di Brauni dovrà pur prendere terra?
- Giusto
il tempo che serve, - continuò Boh, addentando avidamente un cosciotto
d'agnello - si appoggia con i suoi lunghi artigli sul suolo roccioso e
scarica uomini, cavalli e merce in men che non si dica... poi alza il
becco lucente, ruggisce e se ne va.
- Ci sono
due cose che non capisco, - lo incalzò lo Sciandares - la prima è perché
mi dai sempre i pezzi d'arrosto più piccoli... e la seconda perché non
hai ancora catturato quella maledetta bestia!
- Ah... è
semplice, - rispose, leccandosi le dita con avidità sorprendente - per
quanto riguarda la carne, tu devi avere un corpo atletico per correre
e combattere, se diventassi grasso perderesti in agilità! Io invece uso
molto di più la testa e ho bisogno di energie per spremere le meningi.
- Ma non
hai ancora trovato il modo di abbattere quella grossa preda...
- E' per
questo che continuo a mangiare, - lo interruppe Boh, sgranocchiando la
carne fino all'osso - prima o poi troverò il sistema.
- Non abbiamo
più tempo, amico mio, - sospirò Xar, togliendogli il cosciotto dalle mani
- se non fermiamo il falco, la nostra vita varrà meno di un chicco
di grano.
- A proposito
di grano... ho tenuto in serbo la farina gialla macinata in una notte
di luna piena, stasera preparerò una polenta deliziosa.
Lo Sciandares
scosse il capo, si alzò di scatto, mostrando tutti il suo sconforto, e
ordinò le Amazzoni di prepararsi a partire.
L'anziano
brigante attese che salissero a cavallo, inghiottendo con smania gli ultimi
brandelli di carne, poi si pulì le mani unte d'olio nella coperta a righe
che teneva sulla gambe ed emise un sospiro.
- Eh, questi
giovani virgulti che credono di cambiare il mondo in una notte. Non si
può... non si può pretendere da un povero vecchio la soluzione a tutti
i problemi di questa Terra, e lasciar compiere un misfatto per tener fede
al Giuramento dello Scisma.
Fu allora
che Xar gli si fece incontro minaccioso, sguainò la spada e gliela puntò
alla gola.
- Uccidimi,
uccidimi pure se è questo il rimedio del nostro male... ma non saprai
mai dalla mia bocca come si può abbattere il falco!
- Stai bluffando,
- urlò lo Sciandares, con le grosse vene sulle tempie che battevano come
tamburi di guerra - se sai come fermare il cargo non puoi tacere!
- Facciamo
un patto, - continuò Boh, spingendosi verso la lama - io ti aiuterò
a spezzare le ali del falco, ma tu in cambio scioglierai il Giuramento
dei tuoi Avi.
-
Sai che non posso contravvenire alle regole scritte...
- Lo hai
già fatto, Guerriero dell'Arcobaleno... - sussurrò Boh - non avresti mai
dovuto lasciare la Terra Consacrata per calpestare quella dell'Arcano!
Xar allentò
la presa, indietreggiò di un passo e ripose la lama nel fodero. - Non
faccio patti con i briganti, - si lasciò sfuggire una smorfia scherzosa
- se non conosco prima la verità che nascondono nella bisaccia.
- ...arriva
tutte le notti alla medesima ora, scende nella valle immerso nel buio
più assoluto e scivola tra le pareti rocciose con la precisione di una
lama di rasoio che pulisce le infezioni di una ferita. Non so come possa
farlo, ma percepisce ogni ostacolo sul percorso con una sensibilità maggiore
per tutto ciò che è ferroso.
- Come lo
sai questo?
- Ho legato
uno scudo sulla cima del cipresso più alto... e ha cambiato il suo volo.
Ha un'intelligenza superiore che lo comanda, qualcosa che avverte il tremore
che lo circonda e lo guida nel punto esatto in cui appoggia gli artigli.
Quel che sto per dirti può sembrare assurdo, ma le sue unghie s'incastrano
nello stesso punto tutte le volte che scende sul nido.
- E' una
macchina imbattibile, - scosse il capo lo Sciandares - non abbiamo armi
contro di essa!
- Se non
puoi battere il tuo nemico con la forza, fallo con l'astuzia, - rispose
il brigante - ed un ammasso di metallo arrugginito non può essere più
scaltro di me.
- Se sai
come batterlo, allora andiamo a farlo questa stessa notte!
- Prima suggelliamo
il patto davanti alla giovane rampolla di sangue imperiale, - reagì il
vecchio, facendosi serio - e domani notte spezzeremo le ali del falco!
Xar annuì.
Il Giuramento
dello Scisma pesava sulla coscienza di entrambi e, se mai fosse stato
infranto, l'equilibrio della Sintesi sarebbe crollato come un castello
di sabbia spazzato dal vento. Non ci sono spazi abbastanza grandi per
separare l'anima ed il corpo, così come non ci sono patti che possono
durare all'infinito.
- Chiederò
una proroga, - propose Xar - affinché le acqua chiare del Kruill possano
scorrere per tre giorni e due notti con quelle più scure dell'Orikoko.
- E se non
bastasse, - lo incalzò Boh - se il sangue scarlatto del Drago non riuscisse
a sconfiggere il seme del male?
- E se tu
non fossi in grado di fermare il falco?
- Seguimi,
divoratore di arrosto altrui, - fu la laconica risposta del brigante -
ti mostrerò l'esca e... la tagliola!
Hirih scosse
il capo alzando gli occhi al cielo, per un attimo pensò alla madre lontana
e provò ad immaginare di essere con lei. - Vorrei che mi vedessi ora,
- sospirò - vorrei che tu fossi fiera di ciò che ho fatto e di ciò che
sto per fare... ma sappi che lui è con me e mi da la forza di osare!

Abel Wakaam

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