Arcano la Quinta Era

65° capitolo

Allarme nella notte

Fu Nusuth la prima a radunare le Amazzoni Gana al centro della piazza, si fece consegnare la Missiva dal drappello dei primi Corrieri in arrivo e strappò nervosamente il sigillo imperiale. - Il nemico è nel cuore di Arcano! - esclamò, alzando il tono della voce affinché tutti ascoltassero le sue parole - Non so dirvi come ci è arrivato, ma una pattuglia di Esploratori Lokot in viaggio da Krymenia verso Klivia si è imbattuta nella loro avanguardia. Solo Paido e Shademar sono sopravvissuti allo scontro grazie al provvidenziale intervento dei Dragoni Dulkar, presenti in forza nell'area. I Brauni erano accompagnati dagli Sciaves e indossavano le bardature di guerra.

- Aveva ragione la strega, - commentò Xar, dando disposizioni perché gli sellassero un cavallo - ma quelli che ha visto non erano fantasmi caduti dal cielo ed ora non sarà facile ricacciarli da dove sono venuti!

Fu subito chiaro che l'intera vicenda non era un fatto casuale, bensì un'insieme di azioni precise che erano parte integrante di un piano astuto. Chiunque l'avesse ideato, aveva raggiunto il duplice scopo di infiltrare prima quelle dannate bestie sanguinarie nella foresta centrale, liberando la zona da occhi indiscreti, per poi farle raggiungere dai loro abituali padroni, pronti ad attaccare gli Hammers alle spalle.

Con il grosso dell'esercito ammassato lungo il Kruill, era impossibile contrastare un'invasione di tale portata e l'unica soluzione sembrava essere quella di rinchiudersi nelle Kioskas in attesa di capire la reale portata della situazione in campo.

- Vengo con te! - gridò Hirih, per nulla intimorita dalla situazione - non starò qui ad aspettare l'assedio!

Lo Sciandares sfilò dal fodero una delle spade appese allo steccato della fucina e gliela lanciò. - Trova qualcuno che voglia seguirci, - gli intimò - temo di sapere cos'hanno in mente quei bastardi!

- Io ci sono, - rispose Quasar, presentandosi armata di tutto punto - ho dato la voce ad alcune Amazzoni fidate... ovunque andrai, saremo con te.

Lasciarono Kolise un attimo prima che i portoni della Kioskas fossero sigillati con i possenti pali di pioppo selvatico, e l'urlo di Stonk li accompagnò lungo la via imperiale fino a che il rumore degli zoccoli echeggiò sulla pietra consumata.

Non so perché, ma un incubo notturno mi destò all'improvviso, chiamai la Kopler di guardia alla Torre ed ebbi la risposta al mio immane dolore. Poco dopo, fu Nimira in persona ad informarmi sui fatti ed io la ascoltai stringendo tra le mani un pugnale d'avorio: - Il loro obiettivo è il Palazzo Imperiale, - disse, senza giri di parole - verranno qui perché vogliono le tue stanche membra ed il mio povero cuore!

- Quanto possiamo resistere ad un attacco in forze? - fu l'unica domanda che fluì dalle mie labbra.

- Poche ore... dal momento in cui decideranno di sferrarlo. La Guardia Imperiale può contare su due centine di Amazzoni... le migliori, ma il palazzo non può essere difeso in queste condizioni.

- Potremmo rischiare di raggiungere Kanveska o tentare la via di Launam, verso Nord...

Nimira si portò entrambe le mani alle tempie e le strinse con forza, quasi volesse spremere dalla mente una soluzione che non trovava. - Se i Brauni sono nella foresta, - sussurrò - nessun posto è sicuro. Ci hanno battuti sulla tattica e questo significa che hanno previsto ogni nostra risposta logica. Se vogliamo contrastare il loro piano perfetto, dobbiamo sconvolgere ogni regola, tralasciando le soluzioni scontate.

- Qualcuno ci ha traditi mia Signora? - domandò Daylar, una delle Kopler incaricate alla sua difesa personale - Come hanno potuto le forze nemiche oltrepassare il confine senza che nessuno se ne fosse accorto?

Non potevamo sapere che due intere Brigate Brauni erano state trasportate da un cargo, in un'incessante spola notturna da Odinuy fin nel cuore della foresta. La partita sullo scacchiere era ormai compromessa e se i Lokot non avessero intercettato i loro avamposti, ci saremmo trovati in una situazione ancora peggiore.

- Non possiamo abbandonare al proprio destino il personale del palazzo, - reagì Nimira - e non possiamo portarlo con noi perché in caso di battaglia sarebbero i primi ad essere trucidati... siamo all'impasse.

- La Via Oscura, - intervenne la Kopler - è l'unica via sicura per raggiungere una qualsiasi delle Kioskas...

- Ha ragione, - esclamai - e noi siamo gli unici che sappiamo come raggiungere il settimo livello.

- Gli Sciaves ci fiuteranno, - rispose Nimira - ed inseguendo noi scopriranno i passaggi che sono rimasti segreti per migliaia di anni... mi spiace Custode, ma non posso permettere che questo avvenga. Dobbiamo affrontarli.

- Saremo uno contro dieci, senza contare gli Sciaves, - sospirai - non ricordo che nessuna battaglia sia mai stata vinta in queste condizioni.

- Ho deciso, - sentenziò l'Imperatrice - li attireremo nel pantano di Kaneva e lì daremo battaglia fino alla fine. Per la seconda volta il fato ha voluto che Hirih fosse lontana dal Palazzo, quindi la discendenza è assicurata. Il nostro sacrificio servirà ad attirare il grosso delle forze nemiche su un terreno in cui potranno muoversi come lumache.

- Non sono ancora abbastanza vecchio per morire affogato nelle sabbie mobili, - reagii - preferisco attendere il mio destino in cima alla torre... all'asciutto, accanto al camino e ad una buona bottiglia di idromele.

- Il mio non era un consiglio, ma un ordine, - urlò alla fidata Daylar - per questa volta ti affido il Custode e renderai conto a me della sua vita!

La sola buona notizia di quella notte arrivò prima che lasciassimo il palazzo Imperiale e la portò una delle cuoche, tornata sui suoi passi per prendere la treccia d'aglio che usava come portafortuna.

- E' arrivata ora, - urlò, mostrando la colomba con la missiva fissata alle zampe. Astor e i suoi Dragoni stavano puntando verso di noi perché avevano intuito le intenzioni dei Brauni.

- Sfamala, - ordinò Nimira - e rimandala al mittente spiegando che siamo diretti nelle viscere del drago, lui capirà.

Al solo pensiero di mettere piede in quel pantano mi veniva il voltastomaco, eppure era l'unico inferno in cui avremmo potuto trovar rifugio. Molto diverso da Nosambra, dove l'acqua era così trasparente da sembrare impalpabile, Kaneva rappresentava l'incubo peggiore per chi, come me, pativa il freddo dentro le ossa. L'aria era tanto umida da condensarsi in grosse gocce sulla pelle, ed il fango si presentava su strati diversi, più consistente in superficie e molle come un brodo di semola nella parte inferiore. Quando la crosta si rompeva, si finiva immersi sino alla cintola o al collo a seconda delle stagioni, e senza l'aiuto di una mano amica... era davvero la morte peggiore che ci si poteva meritare.

In passato, quel posto maledetto aveva inghiottito amanti in fuga e interi eserciti senza lasciare traccia, eppure qualcuno era riuscito ad attraversarlo. Da giovane, io c'ero già stato ed avevo giurato di non farvi più ritorno. Allora Kaneva rappresentava la prima prova nella vita di un discepolo che per novanta interminabili notti doveva soggiornarvi per provare la propria fede.

Di colpo, ricordai d'aver perso i miei migliori amici tra quella putrida fanghiglia pregai i Maestri dell'Anima affinché accompagnassero il nostro cammino.

L'alba che seguì ritrovò Xar e la sua banda ai margini della foresta, nella radura di Majaj, dove avevano passato la notte. - Da qui in poi, - risuonò l'avvertimento dello Sciandares - ogni angolo della boscaglia può nascondere un branco di Sciaves pronti all'attacco. Sono forti ma lenti... potenti eppure fragili, non conoscono altro sistema per attaccare che quello di rincorrere la preda. Se state immobili ci sono molte probabilità che non si accorgano di voi. Se volete sopravvivere all'incontro con una di queste bestie, dovete piegarvi in ginocchio e tenere la spada nascosta dietro la schiena. A differenza dell'olfatto e dell'udito, la loro vista è pessima ma riescono a scorgere i riflessi dell'acciaio... ed allora non avete scampo. E' per questo che ho forgiato la Kanassa, la lama è corta e brunita, l'impugnatura sicura e protetta, e si può colpire anche col dorso nel momento in cui la si porta alla luce.

- E se gli Sciaves sono più di uno?- domandò Hirih, mimando la posizione appena illustrata.

- Non si muovono mai su un'unica fila, procedono appaiati in una formazione di branco che ricorda molto la forma di un boomerang, una volta colpito il primo, l'odore del sangue li attirerà sulla sua carcassa e questo vi darà il tempo di rimettervi in posizione.

- Una cosa non mi è chiara, - intervenne Quasar, sciogliendosi i lacci del corpetto per muoversi più agilmente - come si catturano vivi?

- Non ne ho la minima idea, - confessò candidamente Xar - gli animali che ho portato a Kolise li ho acquistati da Boh... io ho solo imparato a cacciarli e non è nel mio stile fare prigionieri! 

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Abel Wakaam