Arcano la Prima Era

6° capitolo

Mokada

Asha la guardò con ammirazione. Mokada incarnava il suo sogno segreto di forza, coraggio e prestanza fisica, e mentre i Drakor calavano vertiginosamente verso il centro della sorgente, lei se ne ne stava tranquilla a rimirare le giovani leve pronte a difenderla dalle pericolose punture di quei mostruosi insetti.

- Lo fai apposta vero? - le domandò, preoccupata da quel sciamare confuso - Tu sei pronta a reagire al loro prima errore.

- Si capisce che non sei un Hammer, - rispose l'Amazzone - io non tirerò un solo colpo verso i Drakor, piuttosto subirò i loro maledetti pungiglioni, ma non deluderò le allieve per difendermi... non lo farei per nulla al mondo.

- Non capisco il perché, è un rischio inutile.

- Ci insegnano da piccole a difendere la vita degli altri con lo stesso impegno con cui difendiamo la nostra, quando usciamo in pattuglia siamo invincibili perché costituiamo un gruppo unito... siamo un solo respiro, una sola testa, un solo cuore.

- Eppure tu sei una slinker, una solitaria, almeno è questo che hanno raccontato le altre!

- Vengono chiamate così coloro che sono sopravvissute alla morte di tutte le proprie compagne, non è un onore, ma una tragedia... e da quel momento sono libere di battersi da sole o di unirsi come singola unità ad una pattuglia in missione.

- Singola unità?- chiese Asha, sedendosi accanto a lei.

- Viaggio alle loro spalle restando nell'ombra e le proteggo dagli attacchi improvvisi, ma in questi ultimi tempi la guerra si è fatta sporca; non si sa più esattamente chi è il nemico. Una volta i ribelli stavano sulle montagne, oltre il fiume Kruill. Vivevano in piccoli gruppi disordinati, senza un capo né una regola, oggi invece il loro richiamo sta calamitando l'attenzione di tutti gli sbandati della foresta e gli scontri in quest'area sono sempre più soventi.

- Ci dev'essere un motivo per cui si è verificato questo cambiamento, forse rincorrono il sogno della libertà.

- Inseguono solo la ricchezza della Miara, - ribadì Mokada, lisciandosi le lunghe sopracciglia - e questo è accaduto perché la tua gente ha interferito nella vita di Arcano.

- Non so esattamente cosa sia la Miara, ma se interessa tanto alla Global Detector al punto da rischiare una guerra civile sul pianeta, allora deve avere un valore inaudito.

- La Miara è luce... energia, - continuò l'Amazzone, schivando un Drakor sfuggito alla battuta di caccia - è l'elemento primario su cui si basa tutta la nostra esistenza, senza di essa saremmo perdute.

- E cosa possono ricevere in cambio i ribelli se la consegnano alla Global Detector, perché dovrebbero farlo?

- Armi... cos'altro può volere un esercito di stolti che vogliono sovvertire l'ordine costituito. Miara in cambio di spow, e sono così stupidi da non capire che così venderebbero i pilastri su cui si basa la stabilità di Arcano.

- Se i ribelli avranno gli spow, - sentenziò Asha - le Amazzoni non potranno vincere questa battaglia!

- Forse... ma sia la Miara che le armi devono necessariamente passare da un'area ben precisa per transitare sul pianeta, ed abbiamo il vantaggio che questo lembo di terra si trova al centro del territorio controllato da Madras Kolise.

- Il 4° posto di Controllo vero? E' l'unico porto di accesso per Arcano... ma Klara ha detto che è stato distrutto.

- E' così! Abbiamo combattuto una dura battaglia per il possesso di quella stupida torre di metallo, è lì che ho perso tutte le mie compagne... e tuttora ci sono otto battaglioni imperiali a controllare ogni fazzoletto di terra attorno alla base.

Mokada si alzò di scatto con una smorfia di dolore disegnata sul viso. - Vado incontro alla pattuglia di Gana, - avvertì Herika - saremo qui prima che faccia buio.

Asha imbracciò l'arco e provò a tirare verso i Drakor nel momento in cui sfioravano il pelo dell'acqua. Nell'eccitazione lasciò partire l'intero carico di frecce ed una di esse colpì l'insetto proprio al centro del corpo, facendolo cadere nella sorgente.

Lo guardò dibattersi furiosamente cercando di riprendere il volo: - Ricarica e colpiscilo di nuovo, - gridò Herika - lo riporterai alla Kioskas come trofeo!

Inserì nella balestra una freccia, una sola, mirò con cura e poi mise fine a quel grido stridulo che usciva dalla bocca del Drakor.

La caccia continuò fino a sera tra le grida esaltate delle amazzoni che contavano i propri bersagli. La gara fu interrotta quando la notte di Arcano cominciò a scendere rapidamente sul bosco di Matek, ed Herika mostrò il suo nervosismo per il mancato ritorno di Mokada.

- Preparatevi alla marcia, - ordinò - non possiamo più aspettare!

- Riusciremo a tornare prima che faccia buio domandò Asha, guardandosi attorno preoccupata.

- Non torniamo alla Kioskas... andremo incontro a Mokada. Nessuno osò commentare la sua decisione e l'intero gruppo s'infilò nella foresta nella stessa direzione in cui si era allontanata l'Amazzone.

Camminarono a buona andatura per oltre un'ora finché le condizioni di luce si fecero estreme, ma benché tutti si attendessero il sospirato ordine per una sosta, Herika comandò di disporsi su una sola fila dietro di lei per proseguire più speditamente. Sapeva esattamente dove condurle, e lo stava facendo con la certezza che qualcosa fosse andato storto, altrimenti non avrebbe avuto senso quell'assurda corsa nell'oscurità della foresta.

Di colpo si arrestò emettendo un sibilo acuto. Bastò quel cenno a riportare il silenzio assoluto nel gruppo, solo Asha restò in piedi senza sapere cosa fare, ma fu subito trascinata a terra dalla ragazza più vicina a lei.

La Kopler chiamò il gruppo attorno a sé e diede le istruzioni precise su come comportarsi. Pochi secondi dopo continuarono la marcia aggirando la radura fino a raggiungere la base di un altura. Bastarono pochi suoni confusi, echi scintillanti nella notte, e la situazione si mostrò in tutta la sua gravità.

Fu l'ordine di intingere le punte delle frecce nel veleno ad allarmare ulteriormente Asha - Andiamo avanti pronte a colpire ogni cosa che troveremo sul nostro cammino, - sussurrò Herika - chiunque si nasconda in questo bosco può essere solo un nemico!

Il nemico c'era, ma difficilmente avrebbe potuto costituire un vero pericolo. Decine di corpi privi di vita giacevano scomposti nell'erba alta del sottobosco, la battaglia era già stata combattuta e vinta dalle Amazzoni di Gana. Un ulteriore scambio di segnali mise fine allo stato di tensione che si era venuta a creare, Mokada si fece largo tra le fronde ordinando di abbassare le balestre, poi fece cenno di seguirla al campo.

- Ci siamo imbattute in un gruppo di "Moquitos" sulla via del ritorno, - raccontò - e non abbiamo potuto evitare lo scontro. Passeremo la notte qui e torneremo domani alla Kioskas.

Fu Gana in persona a dare il benvenuto alle giovani allieve eccitate dall'esperienza appena vissuta, le chiamò una ad una e domandò quale fossero i loro nomi, ripagandole con quel semplice gesto per il coraggio mostrato.

C'era un legame forte tra tutti i reparti di Amazzoni e le nuove reclute che stavano esercitandosi per divenire a loro volta delle guerriere, una reciproca stima che le avrebbe ben presto portate a fondersi in una potente arma contro ogni nemico di Arcano.

Lei e Mokada erano i punti di riferimento delle nuove leve, e non solo perché vivessero in stretto contatto con la Kioskas di Kolise, ma anche per gli esaltanti resoconti delle scribane che ne avevano raccontato le gesta.

Il loro aspetto, così diverso dal protocollo ufficiale, veniva sopportato dalla Madras che fingeva di non accorgersi dello strappo alle regole, ma di nascosto elargiva la sua benevolenza per quelle che considerava le sue figlie predilette.

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Abel Wakaam