Arcano la Quarta Era
59° capitolo
Lungo il fiume
Nimira si
levò in ginocchio, puntando il dito versa Molina: - Mettetela ai ferri,
- ordinò, tenendosi stretta la ferita con la mano insanguinata - e riunite
il Consiglio Supremo per una seduta di urgenza.
- La mia
vita in cambio della Comandante delle Froll, - si affrettò e replicare
la donna, alzando le mani in segno di resa - è viva... ve l'assicuro,
e se mi lasciate usare la radio farò in modo che lo scambio avvenga prima
possibile!
- Datele
quello che le serve, - ansimò - ma se dice una sola parola fuori posto...
tagliatele la gola.
Fu l'ultima
frase che pronunciò prima di perdere i sensi.
Fu portata
nella sala dei medicamenti e tutte le Guaritrici vennero chiamate d'urgenza.
E' lì che andai a portarle conforto col cuore in gola, e vedendo lo squarcio
nel suo ventre ebbi un sussulto. Non trovai le parole per iniziare un
discorso che non riuscivo nemmeno a formulare nella mente: - Ce la farà?
- domandai, sperando che qualcuno rispondesse immediatamente. Ogni ritardo
poteva nascondere una tragica scusa.
- La ferita
è profonda e complicata, - disse Aria, la prima ad accorrere al suo capezzale
- il rostro non ha colpito organi vitali ma ha lacerato gli intestini
in più punti... e non solo quelli. Ha perso molto sangue e sicuramente
la possibilità di mettere al mondo altri figli. Di certo ci vorrà molto
tempo perché possa guarire.
- Non darle
retta, - bisbigliò Nimira, cercando di stringere la mia mano - assicura
alle Madras la mia presenza per il Consiglio Supremo e fai in modo che
Hirih torni a Palazzo sana a salva.
- Hai fatto
la tua parte, - la rassicurai - ora lascia che ognuno faccia la sua. Ci
serve un'Imperatrice in forma, ed ogni sforzo prima del previsto potrebbe
allungare la guarigione. Andrò io al tuo posto come osservatore e ti riferirò
ogni dettaglio.
Per la prima
volta da quando la vidi nascere, non ebbe la forza di reagire e si limitò
ad un cenno di assenso col capo. Ben diversa era la vitalità di sua figlia,
costretta a fuggire dalle continue retate dei Brauni. Non c'era modo di
scendere verso Nosambra e dovette suo malgrado ritornare verso Nistra.
L'avanguardia
dei Guerrieri di Ardes fu la prima ad avvistare la brigata Aiol dall'altra
parte del Kruill e Berserk decise di guadare il fiume per prenderla alle
spalle. - Ma capo, - cercò di dissuaderlo Mrcobra - se passiamo dall'altra
parte ora, non potremo tornare indietro. Più a nord le rive sono troppo
alte per potervisi arrampicare!
- Appunto
per questo! - urlò, minacciando di affogarlo se avesse osato ancora contraddirlo
- se la marmocchia era diretta a Nosambra doveva per forza trovarsi in
territorio nemico e noi le andremo incontro dalla stessa parte.
- Va bene...
ma forse ti è sfuggito che i Brauni sono un migliaio e noi solo duecento,
inoltre si trovano in mezzo tra noi e la Principessa.
- Meglio
così, significa che sono circondati! Ora vai ad occuparti del ponte di
corde e fai in modo che non debba bagnarmi, lo sai che sono allergico
all'acqua!
Non fu facile
attraversare la corrente, un paio di cavalli furono trascinati via tra
le maledizioni di Berserk e gli scongiuri del suo Vice, ma prima del buio,
l'intero gruppo si accampò sull'altra sponda. Giusto il tempo di asciugare
i panni al fuoco, svuotare gli stivali e le ultime botti di birra, impossibili
da trasportare su quel terreno sconnesso, e l'ordine di saltare in sella
risuonò come la più implacabile delle imposizioni.
Tre ore dopo
erano appostati ai bordi della radura, ad uno sputo dell'accampamento
della brigata Aiol.
- Di' agli
uomini di tenersi pronti, - grugnì - facciamo una passata nel campo e
gli roviniamo il sonno!
- Stai scherzando?
- domandò Mrcobra - noi non siamo la cavalleria delle Froll, non possiamo
permetterci una simile...
- Una simile?
- Ho capito,
vado ad avvertire gli uomini.
Una sola
passata significava attraversare l'accampamento per tutta la sua estensione,
e per quanto una buona parte dei Brauni dormisse, quelli svegli erano
sufficienti da soli e creare non pochi problemi agli Ardes.
- E' semplice,
- spiegò Berserk, tracciando delle righe incomprensibili nella polvere
- prendiamo la rincorsa e ci tuffiamo in mezzo spaccando tutto quello
che ci capita. Tutto qui!
- E poi?
- domandò sgomento uno dei suoi uomini.
- E poi basta,
usciamo dall'altra parte e andiamo a cercare la marmocchia in direzione
di Nistra! Mi sembra un ottimo piano no?
Più che la
sorpresa, poté l'irruenza con cui si gettarono nel campo, travolgendo
viveri, uomini e cavalli come solo Berserk avrebbe potuto fare. - Date
fuoco a tutto! - gridava come un ossesso, roteando la sua doppia scure
sopra la testa - per ogni nemico sgozzato vi pagherò una pinta di birra!
I nemici, colti da quella furia scatenata, non ebbero il tempo di organizzarsi,
e quando l'orda selvaggia se ne fu andata, le perdite rimaste sul terreno
non furono certo cosa da poco.
- Ci stanno
inseguendo... - gridò uno dei Guerrieri di retroguardia - sento un galoppo
sfrenato dietro di noi.
No, la solita
fortuna sfacciata del Comandante Ardes aveva colpito ancora e, nella confusione,
una buona parte dei cavalli dei Brauni si erano liberati dai recinti,
aggregandosi al gruppo in fuga.
Berserk non la smetteva più di urlare da quanto era eccitato dall'impresa,
e dovettero faticare non poco per convincerlo a non tornare indietro per
ripetere il passaggio nel campo nemico.
Il giorno
successivo, quando ormai il sole era alto nel cielo, arrivarono a ridosso
delle mura di Nistra con i fregi delle Truppe Roka che sventolavano sul
ponte. Sembravano fantasmi usciti dalla nebbia, stravolti dal sonno e
dalla fatica, ma felici di ritornare a calpestare la Terra dell'Arcano.
Naturalmente, la prima tappa fu la locanda.
Uno ad uno
infilarono la testa nell'abbeveratoio dei cavalli, una sciacquata al viso
intriso di polvere, sangue e sudore, e poi a gruppi dentro il locale a
contrattare il prezzo migliore per le botti più grandi. L'intera piazza
era diventata il campo dei Guerrieri di Ardes, unico corpo combattente
di Arcano a portare sulle insegne il luppolo della birra.
Verso sera
venne a far loro visita Diamante, accolta da Berserk con delle grandi
pacche sulle spalle. - Sono preoccupato per Hirih, - le confidò - speravo
di trovarla qui ma non ne vedo nemmeno l'ombra.
- Ho fuori
più di due dozzine di pattuglie in esplorazione, se è da queste parti
la troveremo.
Ore di trepidante
attesa, ore di speranza, finché una delle pattuglie arrivò al galoppo
dal suo giro di esplorazione, portando la notizia che tutti aspettavano.
- L'hanno trovata, - urlò la Kopler - è col gruppo di Cascka, ma le forze
nemiche stanno risalendo il fiume troppo velocemente, saranno qui prima
di loro.
- Ma pork,
- sbottò Berserk - l'avevo detto che dovevamo fare un'altra passata...
anzi due. Tutti a cavallo miei Ardes... andiamo a caccia di un po' di
gloria!
Diamante
diede disposizione di preparare le difese, radunò due centine di Roka
e si apprestò a formare l'ala sinistra dello schieramento. - Sono più
del doppio di noi, - esclamò - non sarà facile trattenerli a lungo.
- Si... -
rispose il Guerriero - ma la maggior parte sono rimasti a piedi, e non
potranno manovrare in velocità.
Non c'era
il tempo di pensare, non c'era il tempo per le tattiche, in quell'istante
contava soltanto la forza ed il coraggio... o forse la follia di gettarsi
in battaglia senza pensare ad altro che sgozzare i nemici.
Il primo
scontro fu tremendo ed il fragore delle armi si levò come un boato. Spade,
scudi, elmi ed armature... metallo contro metallo e lance che trapassano
le membra, che squartano la carne e spaccano le ossa. Uomini ed animali...
uomini come animali in un turbinio di violenza che non lascia spazio alla
ragione, se non nell'attimo in cui occorre dar man forte ad un compagno
in pericolo.
I Brauni
arrivavano a ondate successive dovute al ritardo con cui i loro reparti
raggiungevano il campo di battaglia, ma ben presto furono troppi per poterli
contenere. - Ancora qualche minuto, - urlò Diamante, che combatteva come
un leone - Cascka è ormai in vista del ponte.
Berserk guardò
in direzione di Nistra, in mezzo al gruppo intravide la sagoma di una
giovane Amazzone che ben conosceva, dispensò gli ultimi colpi gridando
come un pazzo scatenato e poi diede ordine ai suoi uomini di ripiegare.
Furono gli
arcieri appostati sulle mura a proteggere la ritirata, ed appena l'ultima
Roka ebbe attraversato il ponte, Diamante diede ordine di tagliare le
funi di sostegno.
Abel Wakaam
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