Arcano la Quarta Era

58° capitolo

La notte dei mille fuochi

Insorsero i Mercanti di Launam e Kassandra dovette imporre il volere dell'Imperatrice usando la forza. Per troppo tempo la ricchezza aveva stravolto il senso umano che albergava nella Kioskas, e persino i contadini si schierarono dalla sua parte.

Berserk, di ritorno da Aktual, fu raggiunto da Mrcobra col grosso dei Guerrieri di Ardes. Gli ordini erano quelli di discendere il fiume Ruentes sino a nord di Klivia e di tagliare per la foresta in direzione di Ylea. Da lì avrebbero dovuto raggiungere Nosambra ed attendere l'arrivo di Hirih.

- Ancora quella dannata mocciosa sul mio cammino, - sorrise il Guerriero - sono un combattente e non una bambinaia. Non me ne starò con le mani in mano ad aspettare che ci caschi tra le braccia, le andremo incontro e la scorteremo a Palazzo come si conviene ad una Principessa.

- Ma capo, - lo incalzò il suo Vicecomandante - gli ordini dell'Imperatrice non si discutono.

- Ma pork... - ruggì - io e Nimira siamo parenti e nessuno mi può dire cosa fare dei miei uomini, per cui raggiungeremo il Kruill e poi lo risaliremo verso Nistra, andando incontro alla marmocchia. Prima la troveremo e prima ci manderanno al fronte, se qualcuno non è d'accordo provi a tirare fuori la lingua che gliela mozzo!

Nessuno osò fiatare.

Se Hirih lo avesse potuto sentire, non si sarebbe preoccupata per la propria sorte. Da due notti si nascondeva nel folto delle rive per sfuggire alle ricerche della brigata Aiol, responsabile della strage di Nosambra. I loro ordini erano quelli di attaccare Nistra e, per farlo, stavano percorrendo la stessa strada della Principessa in senso inverso. La corrente era troppo impetuosa per cercare di guadare il Kruill e la sua speranza di trovare rifugio tra le Hibryan era destinata a cadere nel vuoto.

Quello stesso giorno, Mihoky fu convocato nuovamente a Palazzo.

- Ho chiesto consiglio alle Madras, - lo affrontò Nimira - e abbiamo deciso di non accettare la tua proposta. Oggi stesso sarai accompagnato al confine ed espulso dalla nostra Terra. La prossima volta che ci incontreremo, sarà per combattere.

- Facciamolo adesso, - reagì il finto Guaritore - un duello leale e riparatorio, non all'ultimo sangue s'intende... alla prima ferita ci giocheremo la libertà.

- Io sono già libera... non ho bisogno di combattere!

- Dammi la tua parola che accetti le mie regole e ti darò un buon motivo per combattere.

- Nessuno può sfidare l'Imperatrice e restare impunito, la sfida avverrà al tramonto sotto la torre nord, ora dimmi per quale altro motivo, oltre a quelli che già conosco, dovrei odiarti.

- Al crepuscolo... te lo dirò al crepuscolo e mai momento sarà più adatto per confondersi col rosso del tuo sangue.

Da che mondo è mondo, nessuno aveva mai sfidato a duello un'Imperatrice... e nessuna Imperatrice aveva mai accettato di combattere un duello contro uno straniero sconosciuto.

- E' una follia mia Signora, - la mise in guardia Kristal - avete tutto da perdere e nulla da guadagnare, a che serve rischiare la vostra preziosa vita contro quello stolto?

- E che direbbero gli Hammers se rifiutassi lo scontro, che ne sarebbe del mio onore?

- Punta proprio su questo lo straniero... e che ne sarebbe del vostro onore se foste sconfitta?

- Credi più in lui che in me?

- Della vostra lealtà mi fido e di lui no, - ribadì Kristal - quell'uomo non si fermerà alla prima goccia di sangue!

- Nemmeno io, e sono certa che me ne darà motivo.

Vestiva di rosso l'Imperatrice, come le fiamme che ancora bruciavano i campi di grano, come i papaveri che si piegavano al vento caldo, intriso di fumo. Fu la prima a raggiungere la base della torre nord, era sopraelevata rispetto al terreno intorno, quasi fosse un palcoscenico naturale dove mettere in scena la più stupida delle sfide.

Mihoky apparve all'improvviso, in compagnia della sua degna compagna. Portava i fregi di Generale, lui che di vere bandiere non ne aveva mai avute. La sua spada aveva la lama ricurva, la punta a forma di falce rovesciata e due rostri sull'impugnatura, retta con la mano mancina.

- Al primo sangue... purtroppo, - osò lasciarsi sfuggire - la mia libertà in cambio della stessa ferita che vi ha fatto quel dardo sulla Via Imperiale. Non fu la mia mano a scagliarlo, me la mia bocca pronunciò quell'ordine con enorme soddisfazione.

- Perché? - domandò Nimira, affondando il primo colpo.

- Perché la tua figlia bastarda non faceva parte dei miei piani... perché eri tu che volevo e nessun'altra. Non osavo sperare in un'occasione come questa ed avrei voluto che il mio nome fosse scritto sulla tomba dell'ultima discendente della dinastia Madhi.

- Non l'avresti scritto comunque, di questo puoi starne certo... il libro dei morti dice che un uomo dai capelli color dell'ocra perirà sotto la torre nord dopo una notte di mille fuochi per sua stessa mano.

- Attenta cagna rognosa... che la tua prima goccia di sangue potrebbe essere l'ultima che hai corpo!

La reazione di Nimira fu veemente e furiosa, ma il Generale parò tutti i suoi colpi senza mai scomporsi, senza mai indietreggiare. Le sue movenze lasciavano intravedere una grande tecnica, raffinata, sottile, un modo nuovo di combattere diverso da tutti quelli che avevo visto prima. Roteava su sé stesso, usava entrambe le mani e i piedi, pensando più a difendersi che ad attaccare, ma quando decise di farlo, mise subito la sua avversaria in difficoltà!

- Vogliamo alzare la posta in gioco, - la incalzò, mostrandole il suo ghigno beffardo - e affondare i colpi come si fa tra veri duellanti. Non è un obbligo s'intende, se avete timore di me vi capisco... non a tutti è concesso di battersi come leoni e tu sembri più che altro una pecorella smarrita.

- Mettetelo agli atti, - urlò Nimira, nervosa come non mai - questa sfida finirà solo quando uno dei contendenti esalerà l'ultimo respiro... per volere degli Dei e dell'Imperatrice!

- Allora adesso posso fare sul serio, - esclamò Mihoky, ferendola ad una spalla - non ho più il timore che venga fermato il duello al primo guaito.

Temetti per la sua vita e nemmeno riuscii a capire come poteva schivare certi affondi. Quell'uomo era un maestro di tattica e di stile, impossibile batterlo, ne ero sicuro. Pregai gli Dei perché spingessero il sole dentro al fosso togliendo luce al campo di battaglia, non si fa guerra al buio, era la prima delle regole insegnate dalle Kopler, ma nessuno dei due volle ascoltarla.

Fu allora che il Generale armeggiò sull'impugnatura separando i due rostri dalla lama, li impugnò con l'altra mano e, nel voltarsi come un felino, colpì al ventre Nimira. - E' lì che sarebbe dovuto finire quel dardo, - esclamò, abbandonando il metallo dentro la carne - ma quella volta il destino ti è stato propizio, forse perché non era il tuo turno... o forse per girarti le spalle la volta successiva.

- Non hai ancora vinto, un'Amazzone può combattere anche con un pugnale nel petto.

- Sì... ti colpirò proprio in mezzo al petto tra qualche secondo, ti passerò da parte a parte e poi spingerò la mia lama verso il basso fin dentro i tuoi visceri. E' finita stupida presuntuosa, nessuno ha mai battuto il Generale Mihoky in un duello!

- Non è mai finita... - sospirò Nimira, lanciandogli la spada con tutta la forza che le restava in corpo. L'uomo parò il colpo pur restando ferito di striscio al viso, le si avvicinò come una furia ed impugnò il rostro già conficcato nel suo ventre.

- Lo senti vero come brucia, - sorrise, appoggiando la guancia sanguinante contro la sua - ho giurato di baciarti prima darti il colpo di grazia, lo si fa con tutti i condannati a morte. L'Imperatrice barcollò sulle gambe e indietreggiò di un passo fino a trovarsi con la schiena contro la parete della torre. Appoggiò i talloni sul gradino di roccia e si sollevò per resistere alla pressione del suo maledetto nemico. - ...non è mai finita. - sussurrò, trattenendo il respiro, e poi si lasciò andare a peso morto contro Mihoky.

Silenzio, solo un terribile silenzio si levò tra gli spettatori inerti che restarono immobili in attesa del nulla. Solo Nimira riuscì a sollevarsi per un istante, giusto il tempo di scorgere il metallo del rostro luccicare alla luce della luna: era stretto nelle mani del Generale e infilato dritto nel suo stesso cuore.

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Abel Wakaam