Arcano la Quarta Era

53° capitolo

Aknaba

- Aknaba... - sospirò Klerika, indicando l'altopiano che si stagliava davanti a loro - tra i suoi misteriosi pendii si apre l'accesso alle sacre sorgenti. Si dice che da un punto preciso della montagna s'intravedano le torri di Aktual in un'unica fila. A quindici passi verso est si apre il passaggio che state cercando. Da qui in poi la Terra è consacrata e solo l'Erede al Trono può calpestarne la polvere stesa dai secoli della nostra storia.

- Io non sono erede di niente, - borbottò Berserk, saettando la lingua sulle labbra seccate dal sole - ma Nimira mi ha ordinato di portare la marmoc... ahem, la Principessa fino alla sorgente ed anche di vegliare su di lei.

- La legge dice che posso farmi accompagnare dal mio tutore, - esclamò Hirih, volgendo lo sguardo verso le mura di Aktual, alle sue spalle - mettetevi in ginocchio, vi nomino entrambi fratelli di sangue affinché possiate seguirmi nel viaggio della mia Iniziazione.

- Sono nato figlio unico, - sbottò il Guerriero, saltando a terra con l'agilità di un orso - e voglio continuare a pensare solo a me stesso. Non ho nessuna intenzione di diventare tuo parente, sono un combattente e non un damerino!

- Stai zitto e obbedisci... e ricorda qual è la tua pena se dovesse accadermi qualcosa. Ormai ho deciso, verrete entrambi con me.

E nulla poté farle cambiare idea. Prese il pugnale acuminato dalla bisaccia e affondò con un gesto preciso la lama al centro del palmo sinistro. Allungò la piccola mano verso la fronte di Berserk ed attese che si chinasse verso di lei. Lo stesso fece con l'Amazzone, pronunciando senza tentennamenti le oscure parole del rito che aveva appreso dal Custode.

- Ora siamo fratelli, - sussurrò, incidendo le loro fronti in corrispondenza della macchia vermiglia - il mio sangue è nel vostro sangue ed il vostro cuore è nel mio cuore.

Le parve di scorgere una lacrima tra le ciglia folte che mascheravano ogni emozione, strinse a sé entrambi in un unico grande abbraccio, poi si voltò verso Aknaba ed incominciò a camminare.

- Un momento sorellina, - la richiamò il Guerriero, abbozzando un sorriso - io sono il fratello maggiore e quindi spetta a me guidare la spedizione.

- Ti sbagli, - rispose Hirih, senza nemmeno voltarsi - sono nata molto prima che tu diventassi mio fratello, quindi mi seguirai senza fiatare. D'altronde mi par di capire che sono l'unica a conoscere la strada, altrimenti che ci faresti qui davanti se non peggiorare il tuo torcicollo per seguire le mie istruzioni?

- E quando mai l'hai imparata la strada, se non sei mai stata qui?

- E' nel profondo della mia memoria, - affermò - come il timore del buio e di tutto ciò che striscia. Mia madre mi ha infuso il coraggio e la sapienza e da mio padre ho avuto in dote la chiave del cielo e la preveggenza.

- E chi è tuo padre? - osò domandare Klerika in un impulso irrefrenabile di curiosità - Tutti gli Hammers se lo stanno chiedendo. Quando potranno saperlo?

- ...a suo tempo, - sentenziò Hirih - lo sapranno quando anche gli Dei ne saranno informati.

Il silenzio sull'altopiano era spettrale.

La polvere sembrava immobile, abbandonata su quella distesa inerte senza che nessuno, per molti anni, ne avesse spostato nemmeno il più piccolo dei granelli. Nessun punto di riferimento, non un albero né una roccia... come se un immenso deserto fosse stato strappato dal suo letto di sabbia e depositato nel cratere di un vulcano spento.

- Dove il vento non soffia mai, - recitò la Principessa, procedendo ad occhi chiusi - e il cielo è così azzurro da confondersi coi miei occhi... dove l'acqua scorre profonda da scavare la lava fusa, non serve la vista più acuta per ritrovare la chiave dell'arcano.

- Moriremo di sete, - sbuffò Berserk, asciugandosi il collo inzuppato di sudore - e Nimira manderà a prendere il mio scheletro per appenderlo davanti alla caverna dei sodomiti

Quando decise di essere nel mezzo dell'altopiano, Hirih annusò l'aria spalancando le mani dinanzi a sé, percorse ancora qualche passo... si voltò ed indicò un punto lontano in direzione ovest. - Prendi le lenti accoppiate, fratellino - ordinò - e cerca le torri di Aktual lungo il mio dito.

- Uhm... non è nemmeno un giorno che siamo parenti e ho già voglia di tornare figlio unico! E' impossibile scorgere la Kioskas da qui, ci sono le montagne di mezzo!

- Forse ha ragione lei... - esclamò Klerika, indicando un punto tremante all'orizzonte - se questo non è un miraggio, sembrano proprio le torri di Aktual!

- Per tutti gli Dei, non posso crederci, è una magia, - urlò il Guerriero incollandosi agli occhi i due lunghi cilindri delle lenti accoppiate - sono esattamente in fila una dietro l'altra.

Udì la conta dei passi alle sue spalle: - ...uno, due, tre, quattro - e quasi finì in ginocchio dall'emozione.

- ...nove, dieci, undici, dodici. - quando si voltò, Hirih era scomparsa!

Il resto dei numeri li sentì echeggiare lontano, quasi come se una forza ignota li avesse risucchiati in un'altra dimensione. Seguì le orme della Principessa facendo attenzione a non calpestarle e si trovò di fronte ad un budello di roccia che spariva nel sottosuolo.

- Da quanto è levigato, - commentò Klerika - può essere soltanto il camino della lava, qui siamo nel mezzo della caldera del vulcano, non c'è altra spiegazione!

- E' assurdo, è caduta nell'unico buco di tutto l'altopiano e nessuno di noi due può entrare lì dentro. E' troppo stretto per me che ho un po' di pancia e per te che hai troppe... rotondità di petto.

- Sembra fatto apposta per lei, - continuò l'Amazzone - e se fosse proprio questa la chiave dell'arcano, il passaggio segreto che porta alle misteriose sorgenti sotterranee del Kruill?

- Più del modo in cui è entrata, mi preoccupa come farà ad uscirne fuori, - reagì Berserk, girando su sé stesso come una trottola impazzita - non c'è altro qui... né per scendere né per salire!

- Lo dicono le antiche scritture... "l'Erede al Trono sorgerà donna dalle stesse acque in cui si è immersa da bambina". Possibile che non lo capisci, ha raggiunto la sua meta, il nostro compito è finito.

Compresero di aver colto il segno del fato quando una colomba uscì svolazzando dallo stretto cunicolo fumante, portava legato ad una zampa un piccolo sacchetto di pelle nera, segno che Hirih era viva e stava segnalando a sua Madre il raggiungimento dell'ambita meta.

- Ma pork... questi nobili non li capisco, - tuonò il Guerriero, lasciandosi andare ad un gesto di stizza - parlano, parlano quando nessuno li sta a sentire, e stanno zitti quando devono spiegarti esattamente la tua missione. In effetti mi ha detto di accompagnarla qui e non di riportarla indietro, ma come posso abbandonare la mia nuova sorellina in questo posto desolato?

- Se è tornata sua madre... tornerà anche lei per la stessa via. Ora non ci resta che raggiungere Aktual, io devo riprendere servizio e tu tu devi tornare da dove sei venuto.

- Vieni con me, adesso che ti ho trovata non voglio perderti.

- Sarà il destino a guidare i nostri passi, - lo baciò sulla fronte Klerika - una nuova guerra si sta affacciando su questa Terra travagliata... se gli Dei ci assistono ci ritroveremo fianco a fianco in battaglia.

Quando avvistai la colomba nel suo volteggiare nel chiarore del crepuscolo, gettai sul fuoco del camino il ciuffo di capelli che l'Imperatrice mi aveva donato al primo compleanno di sua figlia. Quasi all'unisono, fu la folgore ad avvertirmi che per ogni lieta novella c'è una sventura in agguato, pronta a colpire.

Provai ad invocare gli Dei, sopiti nel cielo scarlatto che segna il passaggio dalla luce all'ombra, ma solo uno mi rispose ed il suo ghigno beffardo riuscì ad incutermi paura.

Nimira chiamò la colomba per nome ed essa si posò sul suo braccio proteso. La vidi sfogliare nervosamente la minuscola pergamena... stringerla al cuore e sorridere.

Quella fu una notte di gufi e civette curiose. Vennero a posarsi sulla finestra della mia torre, spalancarono le pupille nella stanza e, obbedendo ad un misterioso richiamo, presero il volo verso ovest, in direzione di Kolise.

Era un chiaro segnale che una spia si aggirava nella Kioskas!

Mandai ad avvertire Nurah che sguinzagliasse le sue streghe nei vicoli deserti: - I peggiori nemici sono quelli che s'annidano nell'ombra, - rispose - farò pedinare ogni essere vivente che non abbia ali di pipistrello.

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Abel Wakaam