Arcano la Quarta Era
49° capitolo
Klerika
Quando rientrò nella taverna, la ritrovò alle prese con un grosso Mercante
dall'aria furibonda. Era rosso in volto e la rincorreva tra i tavoli brandendo
un frustino di cuoio: - ...ti scorticherò a bastonate, - gridava - e quando
verrà tuo padre, prenderò a calci anche lui così ti insegnerà l'educazione.
Nell'angolo opposto, un'Amazzone rannicchiata sotto la panca, con una
spalla tumefatta e gli occhi persi nei fumi della birra.
Berserk attraversò l'intera locanda senza mai voltare lo sguardo in direzione
del trambusto, imboccò la porta senza fretta e s'incamminò verso il recinto
dei cavalli. Rientrò imbracciando un'enorme ascia a doppio taglio, la
sollevò verso l'altro mandando in mille frammenti la lampada ad olio appesa
al soffitto... ed infine la lanciò con tutta la forza che aveva in corpo
contro la parete della cucina. Nella taverna calò un silenzio mortale.
- Dimmi cosa hai combinato marmocchia! - tuonò, passandosi il coltello
da una mano all'altra - E bada bene che se non mi dici la verità ti taglierò
la lingua a fettine.
- Mi ha sputato! - reagì il Mercante.
- Non l'ho chiesto a te... grosso sacco di lardo, - lo zittì, passandogli
la lama sotto la gola - tu parlerai quando sarò io a dirti di farlo!
- Questo animale ha picchiato l'Amazzone, - esclamò la piccola, indicando
il colpevole col braccio teso - lei lo ha urtato solamente perché non
si reggeva in piedi ed io ho cercato di difenderla.
- Allora continua a difenderla, - sentenziò Berserk - io sto qui a gustarmi
la scena, e se questo grasso maiale osa torcerti un capello, gli tiro
fuori le budella una ad una e gliele annodo attorno al collo.
Nessuno osò fiatare, nessuno mosse un dito per difenderlo... e Hirih
prese a picchiarlo con tutta la rabbia che aveva in corpo, gettandogli
in faccia la sputacchiera che stava ai piedi del bancone, mentre il suo
adorato Maestro d'armi liberava l'ascia infilzata per due palmi nel legno
massiccio. - Mi chiedo come Madras Kassandra possa permettere che qui
avvengano questi fatti, - grugnì - se fosse accaduto da un'altra parte
saresti carne allo spiedo sopra il rogo.
L'arrivo delle Amazzoni di guardia mise fine alla diatriba e, solo allora,
il Mercante riprese la sua tracotanza: - Arrestate lo straniero... - ebbe
il coraggio di ordinare, ma forse non conosceva la determinazione del
Guerriero che aveva di fronte e finì per ritrovarsi al di là del bancone,
tra le bottiglie di birra in frantumi.
Fu l'oste a raccontare i fatti esattamente com'erano accaduti e questo
bastò a riportare la calma insieme al profumo dell'arrosto che veniva
dal retro della cucina.
- Diamo un po' di birra anche alla poveretta, - sussurrò Hirih - le servirà
a tirarsi su.
- Sta' tranquilla marmocchia, la tua amica è così piena di birra da non
reggersi in piedi, è ubriaca fradicia e forse le farà bene mangiare qualcosa.
Ficcale in bocca un pezzo di carne e aiutala a masticare.
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- Fu così che, quella sera, si ritrovarono tutti e tre nella
più squallida delle camere della locanda, e la più giovane era
messa meglio del Guerriero e dell'Amazzone, ridotti come due di
quegli stracci intrisi di birra, che l'oste usava per ripulire
il bancone del bar.
- Mi chiamo Klerika, - furono le prime parole che riuscì a balbettare
la sconosciuta, quando ormai il sole era tanto alto nel cielo
da ricoprire come un palla di fuoco persino lo zenit - mi spiace
di avervi coinvolto nella mia sbronza.
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- Per me è stato un piacere, - rispose Berserk, cercando di domare un
orribile ruggito che gli frastornava il ventre - se non spacco la testa
a qualcuno non mi diverto. Ma è la marmocchia che devi ringraziare...
è stata la sua prima vera battaglia!
- Lasciate perdere i ringraziamenti, - sbottò la ragazzina - mi è bastato
dormirvi in mezzo per pentirmi di non essermi fatta gli affari miei. Se
mi verranno i capelli ricci sarà colpa del vostro maledetto alito, siete
sicuri di non aver inghiottito anche i calzari?
L'Amazzone raccontò parte della sua vita e tutte le sue pene d'amore.
Questo bastò a commuovere Hirih e dare speranza a Berserk che si calò
immediatamente nella parte dell'angelo consolatore. Non gli sembrava vero
di aver trovato una donna con cui dividere il suo amore per la birra e
per le risse, ed il suo entusiasmo andò alle stelle quando scoprì che
avrebbe potuto fargli da guida tra Launam e Aktual.
- Conosco bene quella zona, - confermò Klerika - ho combattuto a lungo
agli ordini di Diamante e scortavo le carovane dei mercanti che facevano
da spola tra le due Kioskas.
- Non mi risulta che il commercio passasse per quel sentiero, - obiettò
il Guerriero - non è più comoda la via di Nistra?
Spiegò che negli ultimi anni la produzione di grano era aumentata a dismisura
nella piana di Komar. Le frequenti alluvioni avevano ricoperto di limo
i campi attorno al fiume Rosado e i contadini avevano preferito migrare
verso sud, dove il lavoro era più redditizio. Di conseguenza, parte del
raccolto veniva dirottato verso Aktual e da lì seguiva l'antica via delle
messi per giungere a Nistra e poi ad Ylea. Lo stretto sentiero si era
tramutato in una mulattiera e ormai il traffico delle merci veniva svolto
con cadenza giornaliera.
- Launam è diventata una Kioskas ricca e rigogliosa, - continuò - e la
prosperità ha richiamato gli Artisti, i Mercanti e i ladri dell'intero
pianeta, trasformando questa luogo di pace in una bolgia orrenda. Madras
Kassandra ha fatto del suo meglio per evitare il tracollo, ma di questo
passo finiremo tutti per odiarci a vicenda.
- Ho sempre creduto che la prosperità portasse al bene e non alla distruzione,
cosa c'è di tanto pericoloso nella ricchezza?
- La ricchezza porta con sé l'avidità e l'invidia... e personaggi come
quello di ieri sera credono di poter comprare tutto, compresa la dignità
degli esseri umani. Quando tua nipote è intervenuta, quel porco pretendeva
che gli leccassi gli stivali per mezza scaglia di Miara!
- La ragazza non è mia nipote, - si affrettò immediatamente a rettificare
la sua affermazione - viaggia con me perché non ha più i genitori ed io
mi sono offerto di accompagnarla sino alla periferia di Aktual, dove vivono
alcuni suoi lontani parenti.
Uscendo dalla Kioskas, s'inoltrarono tra i campi coltivati che si estendevano
ben oltre l'orizzonte: - ...guarda piccola, - sospirò Klerika - questo
è il granaio di Arcano, e con questa farina si cuoce il pane di tutto
l'Impero tranne quello che arriva sulla tavola di Nimira.
- Cosa ti fa credere che Nimira non mangi il pane? - domandò allibita
la ragazzina - Un'Imperatrice si comporta esattamente come tutti i suoi
sudditi.
- Si... certo, ma da che mondo è mondo, a palazzo si servono solo alimenti
cresciuti nei giardini della Kioskas Imperiale. Credo sia una questione
di sicurezza ed il Custode si occupa personalmente dei campi in cui si
produce il cibo che finisce sulla tavola di Nimira e dell'Erede al trono.
Da sobria, l'Amazzone sembrava un'altra persona. Sguardo fiero, occhi
veloci, muscoli scattanti e una risposta per ogni domanda, dimostrando,
se mai ce ne fosse bisogno, quanto i fumi dell'alcool possano cambiare
in peggio un essere umano. Cavalcava in testa al gruppo, voltandosi ripetutamente
per verificare che nessuno li seguisse, quasi come se temesse una qualsiasi
ritorsione per i fatti appena accaduti.
- Ti preoccupa quel grasso Mercante? - le domandò Berserk, grattandosi
il ventre con entrambe le mani.
- Toneo è un uomo pericoloso, - rispose, appoggiando ripetutamente il
palmo della mano sull'elsa della spada - se non avessimo lasciato la Kioskas
non saremmo scampati alla sua vendetta.
Un altro uomo pericoloso cavalcava sulla via imperiale. Scendeva dalla
Cordigliera accompagnato dalla fedele Molina, entrambi bardati come fossero
misteriosi Alchimisti venuti da lontano. Giunti in prossimità del ponte
sul Kruill, si separarono con un cenno d'intesa, l'uomo si nascose nella
vegetazione della riva mentre la donna puntò dritta sulle Amazzoni di
Guardia, intente a perquisire una carovana proveniente da Krymenia.
- Chiedo udienza per un permesso di transito, - esclamò - sono l'assistente
di Mihoky, il guaritore, e siamo diretti alla Kioskas di Kolise per barattare
spezie e medicamenti miracolosi.
- Nessuno può oltrepassare il confine se non è accompagnato da un Hammer
che faccia da garanzia, - rispose la Kopler in comando - specialmente
se viene da quella sponda del Kruill.
- Il mio padrone ha servito per anni Madras Kolise, mandate un messaggero
ad avvisarla e garantirà lei stessa per noi.
- Kolise è morta da un pezzo, ma dove siete vissuti in tutto questo tempo?
- Mihoky è stato in ritiro per cinquanta stagioni sulla montagna sacra
di Mahel... aveva perso i suoi poteri e ha dovuto attendere che gli Dei
glieli restituissero.
- ...se proprio è un Guaritore, - si levò una voce dalla carovana in
sosta - ditegli di guarire mio marito e lo ricompenseremo con tutto quello
che abbiamo.
- Di che soffre tuo marito? - chiese la donna, scendendo con un balzo
da cavallo - Mihoky si occupa solamente di malattie gravi.
- Non parla e respira a fatica da molti crepuscoli, siamo stati dai Maghi
a Krymenia ma hanno detto che non c'è più alcuna speranza. Lo stiamo riportando
a Nakir perché muoia nella sua terra nativa.
- Permettete almeno al mio padrone di provarci, - sussurrò Molina all'orecchio
della Kopler - se a Krymenia hanno decretato la morte di quest'uomo, non
c'è più nulla da perdere ormai.
L'Amazzone annuì.
Abel Wakaam
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