Arcano la Terza Era
43° capitolo
Il ricatto
Raf si alzò
in piedi sulla sella del suo cavallo e volse lo sguardo attorno cercando
gli occhi degli altri Comandanti: - E' ora di gettare il passato dietro
le spalle insieme alla paura, non so quanti di noi saranno ancora qui
domani, ma qualunque cosa accada, ci saremo conquistati il diritto di
convivere alla pari con le Amazzoni di questo pianeta!
- Andiamo, - rispose Dardel - ...andiamo - gli fece eco Draven, ed uno
ad uno si prepararono sulla linea dell'attacco, seguiti dai propri uomini.
Un urlo, uno solo... subito seguito da mille altri, e l'orda selvaggia
calò come uno stormo d'uccelli sull'aia, scuotendo le Mura di Nistra
immobili da troppo tempo.
Le Darkayer
quasi restarono ammutolite da tanta furia ed ardore, si voltarono alla
ricerca di un segnale che tardò ad arrivare, ma la scelta di combattere
fu obbligata.
Falcos e
Shadow attaccarono la torre nord con veemenza, riuscendo a raggiungere
il pesante portale che dava accesso alla Palazzo dei Giudici, proprio
a fianco della Piazza delle Esecuzioni. - Apritemi una breccia, - gridava
Tahar, cavaliere di Mornegambe - datemi la cruna di un ago e vi farò
passare l'intero reggimento!
Sangue, polvere,
sudore, e dita, braccia, teste che ruzzolavano giù per il pendio,
gli scudi tanto zeppi di frecce da pesare come un'incudine, eppure il
nemico non arretrava di un solo passo.
- Dobbiamo
sfondare, - ripeteva Otsuaf - a costo di creare una montagna di cadaveri
così grande da raggiungere la parte più alta delle mura,
abbiamo imboccato una strada senza ritorno e possiamo solo andare avanti.
Li stavano
massacrando e giacevano uno accanto all'altro, Guerrieri, Dragoni ed Esploratori,
mai così uniti, mai così intrisi dello stesso sangue.
Fu allora
che Licht guidò i suoi uomini tra le canne della riva e, strisciando
come serpi di fiume, attraversarono il fossato con le lame affilate tra
i denti. Venivano dal Kruill accompagnati dalle Hibryan e da migliaia
di servi, stallieri, maghi ed avventurieri, tutti alla ricerca di un riscatto
o di una tomba.
E dalla foresta spuntarono le Sacerdotesse guerriere, unirono le loro
fila con i mercanti e le streghe, non c'era un palmo di terra che non
fosse colmo di acciaio e di ferocia, non c'era una sola ombra rivolta
all'indietro.
Il rumore
squillante delle armi divenne ben presto una nota stonata che si ripeteva
in un'interminabile cantilena. Suonavano i tamburi dei paggi ad incutere
ritmo e frenesia ad ogni ondata d'attacco, eppure ogni volta un tonfo
fatale pareva spegnere l'entusiasmo dei combattenti che non volevano cedere
all'evidenza.
- Li stiamo
massacrando ma tornano all'attacco ogni volta con più rabbia di
prima, - riferì una Darkayer, scendendo dalla Torre più
alta - se Madras Ylea non ci raggiunge in fretta con l'Imperatrice in
catene, finiremo per cedere davanti a questa furia collettiva!
Sarebbe stato il colpo di grazia, ma lo spirito di Kolise non me lo avrebbe
mai perdonato, e a lei in fondo dovevo la mia riconoscenza per aver infuso
tutta la vita nella causa di Arcano. Gettai la polvere della sua essenza
tra la cenere del camino e la brace si fece fiamma, colorando le mie rughe
di vermiglio.
Chi mai potrà
mutare il cammino del fato se non colui che l'ha confuso di già
una volta, ed allora sussurrai le stesse parole che l'Imperatrice aveva
sulla labbra, ed insieme scivolarono nell'ombra sorrette da un sospiro!
- Non c'è
sangue reale nelle mie vene, - confessò Nimira - scorrendo la lama
sul dorso della mano, non c'è cuore che palpiti nel mio petto che
non sia di umana fattura.
Ylea indietreggiò
sgomenta, col capo stretto nelle mani per non sentire: - Quello che tu
dici non può essere, - gridò - tu sei Nimira, figlia di
Roka, unica sopravvissuta di quella notte di cui noi ora celebriamo la
mattanza!
- Si, maledetta strega immonda... io per tutti sono Nimira figlia di
Roka e Froll, ma ciò che tu non sai è che nessuna femmina
della famiglia reale si salvò dal succo dei limoni neri. Il Saggio
Custode destò la Sacerdotessa e le ordinò di fuggire per
questo stesso passaggio insieme alla sua piccola appena nata. Dietro di
me, a dieci passi dal Crox, si apre la via dei gorghi che porta direttamente
al fiume... è da lì che si è salvata la stirpe di
Arcano ed è rinata un'altra volta.
- E tu dunque, altro non sei che una misera serva, figlia di quella figlia
e indegna usurpatrice della Corona! Tu, piccola cagna bastarda mi hai
impedito di avere ciò per cui ho lottato tutta la vita e persino
adesso credi di negarmi l'immortalità.
- Né il mio cuore né quello che batte nel mio grembo ti
potrà concedere ciò che brami... è finito il tuo
sogno... strega, svanito ancora prima di cominciare!
Ylea diede
ordine a Takyra e Onuka di ucciderla senza alcuna pietà: - ...sgozzatela
- gridò, digrignando i denti - anche la testa mozzata di una serva
può ingannare il popolo se è cinta da una corona!
Sapevo che sarebbero arrivate entrambe all'appuntamento col destino,
ma la mia vecchia mano tremante non poteva impedire che un granello di
polvere finisse per errore nell'implacabile ingranaggio del tempo. Non
c'è macina che non scricchioli quando una scaglia di Miara finisce
per confondersi col grano, brilla della stessa luce dorata, ma non si
lascia piegare dalla pressione degli eventi.
A volte è
il caso, ed altre la fortuna, ancora oggi non so quale incredibile concatenarsi
di eventi abbia potuto mutare la sorte dell'Imperatrice. Forse le manie
di una anziana Mercante che cambia sentiero ogni volta che attraversa
la foresta, oppure l'intuizione di una semplice Scribana che lascia dietro
di sé la traccia indelebile del proprio passaggio. Fu così
che la devozione delle giovani Amazzoni della Guardia Imperiale le portò
a disobbedire agli ordini ricevuti, ma un plauso va anche alla saggezza
di Crudelia, loro Comandante, che si lasciò convincere ad inseguire
un fantasma.
Chi può
dire quanta umanità si nasconde negli occhi di un vecchio mulo
che per una volta non punta i piedi davanti ad una salita, e se mai qualcuno
si sentisse ridicolo nel seguirlo verso un'incerta meta, ora può
dire di non essersi sbagliato.
Cent'anni
dopo, nella stessa notte in cui maturano i limoni neri, un manipolo di
Amazzoni ripercorse la stessa via all'inverso, e quando l'Imperatrice
chiamò la forza della disperazione per combattere al suo fianco,
loro risposero brandendo la spada con furore.
Fu così
che la battaglia sotto e dentro Nistra divenne l'apoteosi di tutte le
guerre, e quando la prima breccia si aprì improvvisa come il crollo
di una diga, sulle alture tutt'intorno comparvero insperati i vessilli
amici.
- Adesso tocca a noi, - sentenziò Klara, gettandosi nella mischia
- e questa è l'ultima volta che si spargerà il sangue di
un Hammer sulla Terra dell'Arcano per mano del proprio fratello!
Le Darkayer
non riuscirono a reggere ad un tale impeto, la loro illusione di vittoria
s'incrinò al primo feroce scontro con le Truppe Imperiali. Myrt
e Diamante forzarono subito il ritmo imprimendo una pressione tale da
sconvolgere lo spiegamento nemico, e dopo un'incertezza iniziale, le Amazzoni
dilagarono nella Kioskas.
La battaglia
sfociò in un corpo a corpo negli stretti vicoli di pietra, le urla
di dolore salirono nel cielo rosso come il fuoco, quasi fossero l'eco
di una follia che si ripete: - Non fermatevi, - gridava Nusuth - non lasciatene
scappare nemmeno una. - E Kethry le aggirò sul fianco incitando
Armorica a chiuderle nella morsa. - Non possiamo più perdere, -
sospirò Raf, ferito al volto - ora non vale nemmeno la pena di
lasciarsi morire.
E' strano
il silenzio quando arriva dopo tanto fragore, quasi fa male alla mente,
abituata a non darsi pace. La nebbia del mattino restituì la visione
spettrale al giorno, ma nessuno ebbe la forza di alzarsi dopo una notte
passata tra i cadaveri.
Kristal fu
la prima a trovare il coraggio di levare lo sguardo sopra il campo di
battaglia. Si alzò a fatica tra le sponde logore del carro di Asiram,
appoggiò la mano insanguinata sulla spalla della vecchia Mercante
e scosse il capo. - Cosa resterà di questa immensa ferita, - domandò
- e chi mai potrà dimenticare ancora una volta questa Kioskas maledetta
dagli Dei?
Le si fece
incontro Atmans, giovane artista che per un giorno aveva posato il pennello
per imbracciare la spada, si chinò ai suoi piedi e si lasciò
sfuggire una lacrima. - Ognuno ha fatto la sua parte, - balbettò
- ma da domani bandirò il colore rosso dalle mie tele, perché
non riesco più a tracciarne i contorni.
Parole, testimonianze,
storie intense che si aggrovigliavano una sull'altra, e gli occhi frenetici,
cercavano tutt'intorno un volto amico, le orecchie protese al lamento
di una voce, prima di spalancare le braccia per stringersi e piangere
insieme.
- Si combatte
ancora nei cunicoli, - riferì Myrt, interamente coperta di sangue
- si sentono distintamente le grida ma non c'è modo di entrare!
- Il pozzo... - la istruì Asiram - l'unico accesso si diparte
sotto la Piazza delle Esecuzioni, ma chiedete la mappa alla Scribana perché
la mia memoria si è spenta all'improvviso.
Kristal sollevò
la veste premendo con la mano sinistra sulla ferita, con l'altra ne trasse
una pergamena strappata, segnò col mignolo la via da seguire e
pregò la giovane Madras affinché tornasse con l'Imperatrice.
- Alcune
Amazzoni della Guardia Imperiale sono con lei, - aggiunse Asiram - ma
di più non posso dirvi perché non sono stata in grado di
infilarmi in quel dannato buco sotto al Kruill e di questo mi sento in
colpa.
Abel Wakaam
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