Arcano la Terza Era

41° capitolo

La piazza delle esecuzioni

Giacevano ancora composti, migliaia di corpi travolti dall'impeto di un momento di follia, il sole cocente ed il sale sparso sul sangue versato li avevano trasformati in statue di gesso, plasmate dal tempo e dagli elementi in grottesche maschere che rappresentavano un urlo di dolore.

La spada in pugno e un pugnale nel cuore o nella schiena, quasi a ribadire quanto fosse stato profondo lo scontro tra le due fazioni. Le Amazzoni di guardia alle discendenti reali erano state colte di sorpresa, assalite nel buio da chi per secoli si era inchinato al loro passaggio... e poi all'improvviso aveva deciso di tradire.

Si disse che Konuk aveva promesso un premio immane ai servi per compiere il misfatto, ma che li avesse poi ripagati con una freccia in gola. Quella notte furono loro i primi ad assalire le sentinelle affinché gli eredi maschi avessero il tempo di assassinare le proprie sorelle, oltrepassando il corridoio che separava le rispettive stanze.

Ora erano lì... come tanti pupazzi immobili nel teatro della storia, a rappresentare quell'ultima scena congelata nel soffio freddo di un'aurora che il loro occhi non poterono vedere: - A volte mi chiedo come siamo sopravvissuti a tanto odio. - sospirò Nimira, accarezzando uno di quei volti impietriti, che parevano fissarla in un'ultima disperata richiesta d'aiuto.

- Se la Sacerdotessa non avesse sottratto tua madre alla strage, - sentenziò Kristal - l'ultima Amazzone sarebbe caduta tra queste mura!

- Ora potrebbe cadere l'ultima Imperatrice... - replicò, guardandosi intorno - avverto nell'aria l'odore aspro della sciagura.

Sulla Piazza delle Esecuzioni soffiava un vento caldo, ma non una sola foglia poteva seguire la sua tenue carezza inquieta. Tutto era congelato in un fotogramma immobile, l'odore della carne arsa sembrava non essere mai svanito, il muro della Caserma nero come il fumo dei falò che l'avevano intriso di sangue e pelle, e le voci... le voci, che parevano gridare ancora.

- Chiusero le porte imprigionando le Amazzoni Imperiali, e poi Konuk in persona si fece avanti con la torcia accesa, appiccato il fuoco ai carri carichi paglia e resina.

- Lo stesso tragico rogo che noi abbiamo appiccato a Krymenia, - ammise Nimira - e se la storia si ripete, dobbiamo chiederci a chi toccherà la prossima volta.

Gettò uno dei suoi monili in fondo al pozzo e l'acqua stagnante del fondo tintinnò cristallina come una pozza di sorgente: - La via è libera, - disse, lasciandosi calare lungo la corda logora - almeno nelle viscere, questo pianeta non è ancora marcio!

Appena fu scesa sul fondo, immerse la mano con un movimento rapido e subito la ritirò stringendo il gioiello che aveva lasciato cadere.

- E' di buon auspicio, - commentò la Scribana - il fato almeno non è contro di noi.

Camminarono a lungo con la schiena piegata in avanti, calpestando i topi che squittivano tra le loro gambe, un grosso cero a testa per farsi luce, ed uno straccio sul naso per resistere ai miasmi che salivano dal profondo.

Quando posarono di nuovo i piedi sulla terra asciutta, s'udì un rantolio lontano. - Non siamo sole, - bisbigliò Nimira - oppure gli spiriti sono tra noi.

Tre giorni dopo, una pattuglia della Guardia Imperiale si trovò davanti Asiram a cavallo del suo mulo. Eve l'aiutò a scendere e l'accompagnò da Crudelia. La Kopler comprese immediatamente quanto fosse grave la situazione, radunò le Amazzoni per informarle della missione ed inviò uno Scribano alla Kioskas, affinché avvisasse Klara.

- C'è qualcosa di cui io non sono a conoscenza, - domandò la vecchia Mercante - qualcosa di tanto grave da spiegare tutta questa urgenza?

- Gli Esploratori di Lokot hanno avvistato un concentramento di forze nemiche al di fuori della Kioskas di Ylea, - spiegò Eve - e Kolise ha dato ordine a tutti i Guerrieri di precipitarsi laggiù.

- Vengo da quelle parti, - la rassicurò Asiram - e non ho incontrato nemmeno una Darkayer!

- E' questo il vero problema, potrebbe essere una trappola e l'Imperatrice è laggiù da sola.

- Nessuno era a conoscenza dei suoi piani a parte me e Myalla... e certo non li abbiamo svelati a nessuno!

- Eppure qualcuno l'ha tradita... - esclamò la giovane Amazzone - e temo anche per la sorte dei Guerrieri che potrebbero cadere in un'imboscata, ma è strano che ti abbiano lasciato passare tra le maglie della loro rete di sentinelle.

- Per la verità ho fatto un giro strano... non dovrei dirlo... alla mia età, ma sono passata da Libuk per via di certa merce, e di un amico a cui fare una breve visita.

- Quella è la zona di Boh, non dirmi che stai trafficando con lui in canne da fumo?

- Prendi tutto quello che ti serve dalla bisaccia, - le sussurrò sorridendo la Mercante - ma poi aiutami a montare in sella che devo tornare subito sui miei passi.

- Prendi uno dei nostri cavalli, andrai più veloce!

- Devo confessarti un segreto... io ho poca memoria ed è il mio mulo che conosce tutte le strade, lui è l'unico che possa riportarmi al più presto laggiù.

Klara radunò il Consiglio della Madras e le informò sui fatti: - Non so cosa abbia convinto l'Imperatrice a spingersi sino a Nistra, ma la concentrazione di Darkayer attorno a quella Kioskas non lascia presumere nulla di buono. Probabilmente la stanno usando come esca per attirarci in una trappola, oppure Ylea ha in mente qualcosa di diabolico.

- Io so a cosa mira! - gridò una voce dal fondo della sala. Era Selkis, la strega, che si dibatteva tra le sentinelle che l'avevano bloccata all'entrata. - Tra quattro giorni ricorre l'anniversario della notte dei limoni neri. Nimira lo sa perché le è stata rivelata la profezia, ma non è l'unica ad esserne a conoscenza. La vecchia Niage tradusse gli scritti nella sua caverna di Krymenia e gli dei ben sanno a chi può averla rivelata. Se il sangue imperiale bagnerà un'altra volta il Palazzo delle Chimere... chi stringerà in pugno il suo cuore avrà vita eterna.

- Non sono queste le parole esatte della profezia, - la interruppe Kolise - o almeno non sono tutte... e ciò che manca è l'essenza della verità!

- Ascoltatami Madras... - la supplicò Selkis - ho frugato tra le pergamene di Niage e ti assicuro che tutto torna, gli evento collimano e gli astri lo confermano.

- Possiamo sapere anche noi di cosa state cianciando? - intervenne Myrt, spazientita da quel parlare per enigmi.

- Nella parte finale del libro del Niasae, - spiegò la vecchia Madras - si racconta di un appuntamento con la morte. L'ultima Imperatrice si inchina davanti allo spirito di sua madre e la falce scorre di un soffio sopra il capo. Nel suo petto battono due cuori e, come già accadde sulla porta degli inferi, la scernita è tra il bene ed il male. Perché tutto questa accada, esiste una sola spiegazione... Nimira deve avere un figlio in grembo!

- E tu puoi escluderlo con certezza, così come puoi stabilire sin d'ora quale dei due cuori strapperà Ylea dal suo petto? Non ti sembrano troppe tutte queste coincidenze nello stesso giorno e nello stesso luogo indicato dalla profezia?

- Non può essere, - gridò Kolise affinché la sua voce tuonasse sin nelle viscere di Arcano - né Moghul né nessun altro può incrinare così impudentemente l'equilibrio di questa Terra, andrò immediatamente dal Custode perché lui stesso patteggi la nostra pena!

Quella fu l'ultima volta che la vecchia Madras salì alla Rocca. Crollò ai miei piedi sconfitta dalla fatica, con la lingua a penzoloni che sfiorava il pavimento. Intinse il mignolo nella saliva e disegnò sul mosaico di pietre nere il segno proibito dell'Atsuanza.

- E' questo che pretendi da me? - la incalzai - Vuoi davvero barattare la tua anima per salvare la vita dell'Imperatrice?

Annuì... e poi chiuse gli occhi quasi a voler fermare il tempo, allungò il palmo della mano verso la mia, ma prima che potessi sfiorarlo, lo lasciò cadere pesantemente.

- Nessuno si salvò quella notte, - sospirò - e tu lo sai bene... ed ora non voglio che qualcuno paghi per una colpa che non gli appartiene. Non posso scagliare il mio spirito sin laggiù per proteggerla dalla falce nera, sono troppo vecchia e stanca persino per morire da sola.

- E credi forse che io possa arrivare così lontano? Sono il Custode dell'Arcano e non ho tasche in cui nascondere il sortilegio... non ho scudi per proteggere il bene e nemmeno una magica pozione per sciogliere il dolore. Se potessi fermare il tempo l'avrei fatto nella notte del disonore, ed invece ho semplicemente destato dal sonno una Sacerdotessa con un tocco lieve sulla gota. Io devo essere un giudice imparziale, eppure ho ingannato il fato... ed ora pago per una colpa che non ho commesso e piango l'errore fatto da altri.

Kolise non disse nulla, emise un lungo sospiro, chiuse gli occhi come per dormirmi accanto, e non li aprì mai più... nemmeno per una carezza.

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Abel Wakaam