Arcano la Prima Era
4° capitolo
Madras Kolise
Quando
Klara uscì dalla fortezza, il suo volto era diverso. Andò
dritta a chiamare Nikra e la informò che Madras Kolise avrebbe
incontrato lei e le altre straniere dopo il tramonto.
Il tempo
nella Kioskas pareva obbedire ad una regola che si ripeteva sempre uguale,
gli stretti vicoli che collegavano tra loro i quattro settori erano il
punto d'incontro delle diverse classi sociali che componevano quella strana
comunità tutta al femminile, dove gli uomini camminavano a testa
bassa senza mai guardare negli occhi il proprio interlocutore.
Fu Hesiel
la prima a preoccuparsi della struttura atipica di quel angolo di mondo,
uno spaccato di vita che pareva reggersi su un equilibrio instabile. -
Sembra un acquario, - spiegò - ma il suo ciclo biologico manca
di parti sostanziali che lo privano di una logica esistenziale. Se i ribelli
dovessero impegnarci in un assedio, non potremmo resistere che qualche
giorno.
- Probabilmente confidano in un tempestivo aiuto esterno e dispongono
di ampie scorte, - obiettò Asha - nessuno sarebbe così stupido
da costruire una fortezza inattaccabile, ma nello stesso tempo priva di
una riserva di acqua e viveri sufficiente a reggere lo scontro per un
tempo necessario a ricevere rinforzi.
- Non hanno
campi coltivati, nelle stalle ci sono solo i loro corpulenti cavalli,
non dirmi che mangeranno quelli in caso di bisogno? E da dove arrivano
i rifornimenti se non ho visto una sola strada abbastanza larga da permettere
il passaggio di un carro? Qualcuno di voi ha forse notato il solco lasciato
da qualche ruota, e perché hanno costruito strade interne così
strette e piene di gradini, posso capire la sicurezza, ma tutte quelle
asperità sono un ostacolo scomodo anche per la vita di tutti i
giorni!
- Non abbiate fretta di saltare ad una conclusione, - intervenne Nikra
- non dimenticate che questo popolo è riuscito a mettere in difficoltà
il nostro esercito senza nemmeno impegnarsi nella benché minima
battaglia. Sono stata uno dei primi Explorer a sbarcare su Arcano ed ho
potuto vedere le loro armi solo l'altro giorno. Avete notato quanto hanno
impiegato ad arrivare le guardie imperiali? Un tempo di intervento di
molto inferiore alle nostre truppe aviotrasportate, eppure non ci sono
strade e non sanno volare!
- E allora,
- domandò Hesiel - qual è la risposta a tutti i nostri dubbi...
tu la conosci?
Nikra rispose con un sorriso, poi prese la clessidra posta sul davanzale
della finestra e la girò sottosopra: - Aspetta di essere davanti
a Madras Kolise. Il tempo su Arcano si misura in dan, ogni
giorno ne conta ventiquattro come sulla nostra amata Terra, pensaci...
nulla nell'Universo avviene per caso.
Quella sera, dopo il tramonto, Klara si presentò in alta uniforme
e spiegò alle tre donne l'atteggiamento da tenere al cospetto di
Madras Kolise. Il capo doveva essere coperto, gli occhi rivolti verso
il proprio petto e la bocca chiusa, obbligando gli ospiti a respirare
solo dal naso. Avrebbero potuto parlare solo se interrogate e nessuna
domanda era permessa. Solo così era consentito l'accesso al Pulp.
Dovettero salire i trecento scalini che portavano fino alle mura tonde
di quell'enorme torrione di pietra. L'accesso all'interno avveniva esclusivamente
attraverso uno stretto cunicolo dalla volta intarsiata di mille disegni
tribali, e loro in fila una dietro l'altra, mentre da piccoli pertugi
laterali potevano vedere gli occhi attenti delle amazzoni pronte a trafiggere
ogni nemico che tentasse di forzare il passaggio.
All'interno
del Pulp, in posizione rialzata, si elevava una piattaforma sospesa sul
vuoto. Tre possenti arcate la congiungevano alle pareti laterali, sostenendone
l'enorme peso, e sopra di esse si trovavano le uniche strette vie che
davano accesso al suolo sacro della Kioskas.
Nel passare
sul primo ponte, Asha abbassò lo sguardo oltre il bordo e ne restò
sbalordita. La profondità di quell'enorme pozzo era di molto superiore
all'altezza del Pulp e non se ne intravedeva il fondo. Sprazzi di luce
filtravano dalle pareti di basalto, costellate da aperture regolari a
forma di mezzaluna capovolta, ed un flusso d'aria calda si muoveva verso
l'alto con una certa irruenza.
- E' il respiro
di Arcano, - spiegò Klara, affrettando il passo - ma è inutile
che facciate ipotesi azzardate, tra poco saprete la verità direttamente
da Madras Kolise.
Il secondo ponte le riportò sulla parete esterna, in una grossa
nicchia dove montavano di guardia le truppe imperiali. Un ultimo controllo,
poche frasi scambiate tra l'Amazzone e le guerriere in assetto da battaglia,
poi ebbero accesso all'ultimo ponte che le avrebbe condotte al cospetto
della matriarca. Il percorso appena effettuato sul bordo del Pulp era
sotto il tiro dell'intera guarnigione di guardia, a dimostrazione di quanta
attenzione ci fosse attorno a quel luogo di per sé già irraggiungibile.
Kolise le
attendeva seduta al centro di un'arena di pietra rossa. Indossava una
veste di seta corvina che lasciava intravedere solo il suo volto, dipinto
dal passare inglorioso del tempo. Attese in silenzio che le sue giovani
ospiti si sedessero in cerchio, e si rivolse a loro chiamandole per nome
una ad una.
- Questa
è la prima volta che una straniera si trova al cospetto di una
Madras, - rimbombò la sua voce roca - ed una tale trasgressione
alle regole è stata autorizzata dall'Imperatrice in persona. Voi
siete qui perché è in gioco il futuro di Arcano!
Appena l'eco
fu smorzato dal suo rincorrersi lungo le pareti del Pulp, Kolise allungò
la mano verso Klara autorizzandola a raccontare ciò che le pattuglie
di Koguars avevano riportato. - Non ci sono più ribelli sul lato
destro del fiume, gli scontri sono stati duri ma le Amazzoni hanno ripulito
la foresta da ogni nemico. Ben diversa è la situazione sulla montagna,
dove la conformazione del territorio non ci permette di rischiare uno
scontro. Purtroppo lo straniero che era con voi è riuscito a forzare
uno dei ponti sul Kruill prendendo alle spalle le sentinelle e ha raggiunto
il grosso delle loro forze.
- Vi siete lasciate sfuggire Norman? - chiese Nikra, subito zittita dal
battere del piede a terra della Madras.
- Lo attendevano
per portarlo con loro sulle montagne, - continuò l'Amazzone - hanno
perso centinaia di uomini per raggiungere il loro intento, e l'unica soddisfazione
che ci resta è quella di non avere più infiltrati sul nostro
territorio. I due eserciti sono ora divisi dal fiume, ma il rischio di
un conflitto è alto... ora puoi fare domande.
- Hai parlato
di esercito, dunque non li considerate più solo dei ribelli?
- Da qualche
tempo si sono organizzati, obbediscono a ordini e strategie precise, abbiamo
dedotto che le direttive sono esterne a questo mondo.
- Vuoi dire
che Norman è stato mandato qui per dirigere le operazioni? Questo
però è in contrasto col fatto che fossero già istruiti
sul suo arrivo.
- C'è
un altro straniero su Arcano, questo è certo. - asserì Klara
- Non sappiamo esattamente chi sia, ma dalle informazioni ottenute dai
prigionieri conosciamo almeno il suo nome: Atek.
- Atek è
il cognome di Norman, - reagì Nikra - si tratta di un errore....
a meno che...
- A meno che? - intervenne Asha.
- ...Norman potrebbe essere già stato qui in passato, magari durante
le prime spedizioni di ricerca sul pianeta.
- La Global
Detector ebbe un permesso di esplorazione circa sei mesi or sono, - ricordò
la giornalista - subito revocato da un ispezione del Governo per gravi
irregolarità.
L'analisi
dei fatti che seguirono a quel primo sbarco di Norman sul pianeta confermò
il sospetto che ci fosse stata un'influenza esterna in grado di condizionare
gli eventi, quindi la realtà era ben più grave perché
si presupponeva un'organizzazione delle forze ribelli con un piano preciso.
L'equilibrio
di Arcano si reggeva sulla parità della tecnologia a disposizione,
e per quanto le piccole balestre fossero micidiali, non potevano certo
competere con gli spow. Il rischio che Norman fosse lì per preparare
una fornitura di armi trovava conferma nel sacrificio di una gran parte
di uomini che erano usciti allo scoperto pur di aiutarlo a raggiungere
le montagne.
- Se i ribelli
avranno quelle armi, - tuonò Kolise - la stessa cosa deve avvenire
per le truppe imperiali! Voi siete responsabili dello sconvolgimento degli
equilibri su Arcano, e voi dovrete porvi rimedio.
- ...oppure potremmo evitare che la fornitura avvenga. Ma per far questo
devo raggiungere il 4° Posto di controllo da cui siamo partiti.- azzardò
Nikra, permettendosi di prendere la parola senza essere interrogata.
- Non ci
sono più posti di controllo del tuo Governo su Arcano, - sentenziò
la Madras - le postazioni sono state attaccate ed il Console è
stato ucciso negli scontri.
- Perché...
e da chi? Questo complica maledettamente le cose.
- La strategia
di Atek è stata perfetta, - spiegò Klara - ora il tuo Governo
penserà che noi siamo responsabili di quello che è accaduto
ed autorizzeranno la fornitura di spow ai ribelli. Hanno trovato finalmente
un unico interlocutore... non era forse questo ciò che bramavano?
- Ed allora come pensate che io possa reperire le stesse armi per le
Koguars? Ormai i giochi sono fatti!
Abel Wakaam
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