Arcano la Terza Era
35° capitolo
La bilancia degli Dei
- C'è una spia nel palazzo! - gridò Diamante entrando di
corsa nel Pulp.
Klara le
fece cenno di sedersi con calma, lei era già al corrente della
presenza di infiltrati nella Kioskas Imperiale. Aveva evitato di confidarsi
con chiunque, ma era certa che l'averlo scoperto in tempo poteva trasformarsi
in un grande vantaggio.
- ...probabilmente
una Sacerdotessa, - continuò la Comandante delle Roka - sta cercando
di stringere amicizia con le Amazzoni che proteggono le stanze di Nimira.
- Come lo
sai?
- Per timore
che le Darkayer tentassero un colpo di mano, ho dato ordine alle mie migliori
guerriere di presidiare di nascosto tutti i portali della Kioskas... e
di riferirmi ogni movimento sospetto. Si stanno creando alleanze oscure
e siamo certe che ci sia già stato un incontro nella notte tra
elementi di diverse fazioni proprio qui fuori, nell'Antro delle Streghe.
Non possiamo attendere oltre, dobbiamo intervenire!
- Sarebbe
un errore, - rispose Klara, allacciandosi nervosamente i capelli dietro
la nuca - ho fiducia nelle mie Amazzoni e attenderò che siano loro
a parlarmene.
- Ma qui
non si tratta solo di Amazzoni, - insistette Diamante - sta nascendo una
diversa scuola di pensiero... la strega Niage ha condizionato gli eventi...
ha aperto le porte degli inferi liberando i seguaci di Moghul, e questo
significa riaprire una vecchia ferita nella storia di Arcano.
Klara mandò
a chiamare Aria e le chiese di recitare davanti a lei gli antichi scritti.
- In principio
era il Nulla, ma l'uomo aveva bisogno di meteore per credere nella profondità
del cosmo, ed il vuoto nel suo petto poteva essere colmato soltanto dallo
spirito degli Eletti. Racconta la leggenda che, che in una notte senza
stelle, il cielo si riempì di fuoco, ed una grande sfera color
dell'iride precipitò nella foresta con un immenso frastuono, destando
dal sonno atavico le anime dormienti di tutti gli Hammer. Si sussurra
che l'acqua del Kruill non bastò a domare l'incendio che divampò
per trentasei giorni e trentasette notti, portando ovunque morte e distruzione.
Quando finalmente la pioggia poté acquietare l'ira dell'Universo,
un gruppo di donne accorse sul luogo dell'impatto, e si trovò di
fronte al plasma ancora incandescente. Prima che si raffreddasse completamente,
il vento del nord chiamò a raccolta i propri fratelli, ed insieme
ne scolpirono i quattro lati, mostrando agli Hammer il volto della loro
anima. La bellezza e l'amore erano scritti negli occhi di Farahir, giovane
fanciulla dal carattere irruente ed impulsivo, protettrice delle aspiranti
Amazzoni che scalpitavano per entrare nelle Truppe Imperiali. Forza e
coraggio erano rappresentate dalla sensuale Athenas, combattente mai doma,
pronta ad intraprendere ogni battaglia pur sapendo di dover colorare l'intera
pianura col rosso del suo sangue. Saggezza ed intelligenza brillavano
nello sguardo di Arawen, la dea dell'ubbidienza e del rigore, ed a lei
si ispiravano i Comandanti prima di radunare le proprie truppe prima di
uno scontro. Moghul, era il volto oscuro della paura e del terrore, strega
maligna che aveva succhiato il sangue della Madre Terra per sopravvivere,
contro di lei si doveva combattere per preservare i propri figli dal dolore
e dalla malattia.
- Un giorno
sentii una Sacerdotessa raccontare che Moghul avesse soppresso la parte
in luce che era in lei, - l'interruppe Klara - ma che tale azione gli
costò una tremenda battaglia con gli altri dei, alla fine della
quale perse ogni capacità di vedere oltre le tenebre, esiste
tuttora una remota possibilità che possa essere liberata da quel
travaglio?
- Nel libro
degli spettri, - continuò Aria - si dice che nulla di ciò
che è stato può essere mutato dal tempo... ma esiste un
precedente. Nelle lontane terre del Nord, i Popoli Antichi adoravano il
Dio Lupo Fenrir e questa religione, le cui origini si perdono nella notte
dei tempi, è ancora molto diffusa tra i discendenti di quelle genti
che si sono stabiliti nelle Kioskas. Tutto ciò non era stato previsto
dagli Dei eppure accadde... nessuno dunque può escludere che l'equilibro
atavico possa essere mutato da una mano che sospinga il fato.
- Una mano
oscura come quella di Niage?- domandò Diamante.
- La vecchia
strega conosce i sentieri del male fino al settimo livello degli inferi...
non può andare oltre senza una Sacerdotessa che la guidi.
- E se tra
di voi ci fosse una traditrice dedita al male? - la incalzò la
poderosa Amazzone.
- I piatti
della bilancia sono sempre in movimento tra il bene e del male... basta
un granello di sabbia per spostarli dalla parte sbagliata.
Niage era
prigioniera a Krymenia, ma come soleva ripetere Madras Kolise "si
possono richiudere gli uomini ma non le loro idee". Ciò che
stava accadendo non aveva precedenti, il seme del male era riuscito ad
attecchire sulla nuda roccia della Kioskas, e doveva essere estirpato
prima che potesse spalancare i suoi petali neri.
L'offerta
di giovani cuori pulsanti aveva portato nuova linfa per le vie profonde
degli inferi, il sangue caldo succhiato dalle piccole vene era sceso nel
gozzo di Moghul, risvegliandola dal lungo sonno dell'oblio.
Ancora si
ricordano quelle notti per l'ululare dei cani nei villaggi, ed ogni madre
in procinto di partorire si nascose nell'intrigo della foresta per sfuggire
agli spiriti della notte in cerca degli occhi dei neonati per placare
la propria sete dell'altrui dolore.
- Queste
anime dannate hanno spade di acciaio al posto degli artigli, - spiegò
Diamante, al ritorno di una battuta notturna - se solo riuscissimo a catturare
una di quelle maledette ombre che sta versando sangue innocente, potremmo
dimostrare quanto sia indegna Ylea di restare in questo mondo!
- Il giorno
dell'Adunanza è ormai alle porte, - la incalzò Klara - dobbiamo
limitare i danni sperando che Myrt riesca a prendere il Tempio.
La giovane
Madras, guidata dall'instancabile Dardel, incontrò Crudelia sulle
scogliere del Kruill, in compagnia di Nusuth e Raf Graywolf, di ritorno
da Nosambra dopo aver appreso dei gravi fatti che avevano funestato la
Terra dell'Arcano. La marcia delle Amazzoni era durata più del
previsto per le continue deviazioni imposte dalle numerose pattuglie di
Darkayer, ma proprio in concomitanza dell'incontro, dovettero uscire allo
scoperto per evitare ulteriori rallentamenti.
Il primo
impatto con le nere guerriere ribelli divampò con una ferocia inaudita,
ed in pochi istanti le Truppe Froll ebbero la meglio su ben tre pattuglie
accorse dall'interno. - Non abbiamo i fregi di riconoscimento, - disse
Myrt, battendo una mano sulla spalla di Dardel, che aveva sempre combattuto
al suo fianco - ma non per questo risparmieremo chiunque si metta
tra noi e il Tempio.
- Ormai sanno
che siamo qui, - la incalzò l'Esploratore, indicando i segnali
di fumo che salivano dalla radura - ma certo non immaginano che un intero
battaglione imperiale sta calando su di loro come un'impietosa mannaia
che non risparmierà una sola testa!
Si divisero
in due gruppi. Il primo, affidato a Nusuth, affrontò il nemico
su di un fianco, mentre l'altro puntò di corsa verso il Tempio
per costituire una testa di ponte in attesa di rinforzi. Arrivarono alla
meta poco prima del tramonto, ma al calar del sole Myrt era già
in piedi sulle mura ad urlare la sua rabbia al cielo. - Ora dovremo tenere
questa posizione a costo di farci massacrare una per una, - ordinò
alle sue truppe - questa potrebbe essere l'ultima guerra che combattiamo
per la nostra Sovrana!
- Non passeranno...
- gridò Raf, stringendo con forza la mano di Crudelia - dovessimo
cadere uno ad uno come frutti maturi!
- Bella prospettiva,
- sorrise l'Amazzone - sono scampata dal pentolone di Oman per finire
sulla griglia di queste fanatiche vestite di nero...
- Non ce
ne sarà bisogno, - la interruppe Dardel - non ho distrutto tutti
gli spow prima di fuggire verso la Kioskas, ne avevo nascosti una decina
ed ora ci potrebbero tornare utili.
- Purché
funzionino...
- Lo sapremo tra poco, il nemico sta arrivando.
Si acquattarono
dietro i merletti delle possenti mura del Tempio in attesa che la morte
arrivasse col volto di Moghul, i passi leggeri divennero respiri affannosi,
ed il battito del cuore risuonò come un tamburo nelle tempie.
Il momento
che precede la battaglia è più duro della battaglia stessa,
il tempo si tende come una corda logora e trascina i pensieri dentro al
baratro. Non è la paura di morire quella che stringe i muscoli
in una morsa, ma il terrore di non riuscire a combattere sino alla fine
senza arretrare di un solo passo.
Un sibilo
scivolò nella notte come una serpe tra l'erba alta... le gocce
di sudore rintoccarono i secondi che mancavano allo scontro: - Che gli
dei ci assistano, - sussurrò Crudelia - o che almeno fermino gli
spiriti del male.
Abel Wakaam
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