Arcano la Terza Era

31° capitolo

Ombre nel fuoco

Sembrava un giorno come mille altri, un'aurora silenziosa e cupa, carica di paura e tensione, sembrava un giorno come mille altri... ed invece era diverso da tutto quello che si era visto, letto o sentito prima.

- Quante di noi vedranno calare ancora una volta l'ombra della notte? - chiese Asha, stringendo Hesiel, ancora raggomitolata nella stuoia di canapa.

- Non vi ho portato sin qui per sacrificare le vostre giovani vite, - la rassicurò Diamante, battendosi le mani sul petto - l'ho fatto per dimostrarvi che Nikra non è morta invano!

- E' una battaglia difficile... - continuò la ragazza - tanto sangue per conquistare un buco nella roccia!

- Non sarà il nostro... - rispose la Comandante delle Truppe Imperiali Roka - scrivilo sul tuo taccuino... non sarà il nostro!

Erano tutte schierate le Amazzoni dal mantello rosso, tutte al proprio posto attorno al baratro, e la luce del mattino mostrò ai loro occhi la ferita profonda inferta alla foresta dal lavoro notturno dei genieri: una lunga via polverosa, strappata agli alberi secolari.

Si levò al cielo il loro urlo di battaglia, ed alla fine un solo nome si elevò dalle truppe schierate: - ...Nimira ...Nimira! - per testimoniare ai nemici la fedeltà assoluta all'Imperatrice.

- Mille occhi ci stanno guardando, - esclamò Diamante, alzando la spada in direzione di Krymenia - tra di essi ci sono le Madras che hanno tradito gli Hammers per un pugno di Miara... ed è a loro che dimostreremo quanto valgono le Amazzoni Roka! Nessuno sapeva cosa avesse in mente, nemmeno le sue Kopler più fidate, ma bastarono pochi ordini secchi e precisi perché ognuna si precipitasse ad eseguire l'incarico che le era stato affidato.

Biada fresca per i cavalli, ultimo premio prima della battaglia, le briglie vennero sostituite con una lunga liana intrecciata, fissata al centro di ogni carro, in un'inspiegabile convoglio che si snodava lungo il nuovo sentiero, ricavato nella foresta.

Asha sorrise, baciando Hesiel sulla fronte: - ...questa donna è un genio, - sospirò - ...lo sapeva ben prima di lasciare la Kioskas come avrebbe stanato i ribelli da lì!

Aveva taciuto per evitare fughe di notizie, non sia era mai fidata di nessuno e non voleva rischiare ora che la posta in gioco era così alta: il suo scopo era costringere la maggior parte dei ribelli a chiudersi dentro Krymenia, perché lei sapeva come sconfiggerli.

Le decine di carri erano carichi di grossi barili di legno, ma all'interno di ognuno non c'erano i viveri necessari per una campagna di guerra lunga e faticosa... no, dentro ogni botte si trovavano migliaia di litri d'olio misto a cenere, pronti a seguire una quadriglia imbizzarrita nel suo viaggio all'inferno. Toccò alle Kopler l'arduo compito di lanciare i cavalli bendati in una folle corsa verso il baratro, ma bastò incitare i primi della fila perché tutti gli altri, legati, li seguissero al galoppo.

- Dieci frecce incendiarie per ogni carro, - ordinò Diamante - dovete colpirli venti passi prima che finiscano nel vuoto... e chi sbaglia, se la vedrà direttamente con me!

Nella parte posteriore di ogni carico erano fissate due balle di paglia secca, ora era ben chiaro che non servissero come pagliericci, ma col senno di poi tutti sono in grado di spiegare anche i misteri più intricati, e ciò che sarebbe accaduto da lì a poco, non aveva precedenti di sorta.

Scoccarono i primi dardi fiammeggianti ed i carri divennero palle di fuoco... uno dopo l'altro caddero nel baratro in un coro di nitriti disperati... uno dopo l'altro divennero nubi di fumo nero che saliva dall'abisso di Krymenia. Urla e grida, rabbia e dolore... e l'Inferno per convenzione divenne Inferno vero!

- Preparatevi e combattere, - ripetevano le Kopler - perché il fuoco stanerà i topi e i ribelli dalle loro anguste tane, preparatevi a colpirli e fate in modo che non se ne salvi nemmeno uno!

- Ci sono le Sacerdotesse prigioniere laggiù! - gridò Hesiel, piangendo a dirotto. - Ci sono solo i loro corpi senz'anima! - rispose Diamante, correndo verso l'imbocco del burrone. Fu allora che i ribelli in trappola decisero di combattere l'ultima battaglia, ma non erano pronti, non erano preparati ad un corpo a corpo, e come talpe abituate al buio si trovarono ciechi di fronte alle Amazzoni pronte a colpire. A nulla servì chiedere clemenza o perdono.

Chi non perse la vita nel rogo, o soffocato dal fumo acre degli incendi, trovò la sua fine appena poté riprendere il respiro, e cadde come un frutto maturo dall'albero della vita, in un susseguirsi di urla disumane. Ben presto le Amazzoni terminarono le frecce, scagliate sulle ombre nere che scalavano le rocce... una per ogni cuore che batteva affannoso, una per ogni compagna da vendicare.

Krymenia stava bruciando! Come un'enorme gola, vomitava nella foresta i sudici vermi che infestavano i suoi meandri, sgorbi accecati dal fumo e dalla rabbia che si gettavano verso la salvezza sputando sangue, cenere e sudore. Combattevano per una boccata d'aria pura, ma i loro corpi decapitati cadevano sulla stessa terra che li aveva ripudiati, rotolando verso le profondità dell'abisso.

Un gioco al massacro, una strage che doveva essere consumata a tutti i costi per cancellare ogni futura ritorsione, ed i cadaveri ricoprirono i cadaveri... finché la notte trovò il coraggio di scendere sul campo di battaglia confusa tra il fumo.

- Quando finiranno di farsi ammazzare? - gridò una della Kopler col corpo completamente ricoperto di sangue e interiora del nemico - Non c'è gloria in questo sterminio!

- La gloria va lasciata ai posteri che proveranno a motivare le gesta dei combattenti trasformandoli in martiri, eroi o criminali incalliti, - rispose la sua Comandante - noi possiamo solo scrivere il corso della storia nel momento in cui siamo costretti a vivere e ad uccidere per non morire...

Quando il silenzio tornò sulla radura, il puzzo dei cadaveri bruciati era divenuto ormai insopportabile. Diamante diede ordine di accendere i fuochi tutti intorno al burrone: - Non ne deve restarne vivo nemmeno uno, - ripeté - dovessimo consumare tutto l'olio e l'acciaio di Arcano!

Ed infatti nessun ribelle sopravvisse in quella che fu ricordata come la più grande battaglia del pianeta, ma Norman AteK ed i suoi uomini più fedeli aveva trovato rifugio prima dell'attacco presso la Kioskas di Ylea, e da lì lanciarono i loro proclami di vendetta.

Il Consiglio Supremo delle Madras, fedeli all'Imperatrice, si riunì per decidere la sorte di Krymenia, il dubbio era se trasformarla in un cimitero a cielo aperto o in un sacrario per le vittime di tutte le guerre. Nimira propose di affidarla ad un gruppo di Guerrieri e Mercanti che l'avrebbero riportata al suo antico splendore, quando era considerata il punto d'incontro di tutti gli esseri liberi del mondo.

L'anziana Kolise fu la prima a votare la mozione dell'Imperatrice: - Saggezza chiama saggezza... - disse - ed ora che Diamante ci ha mostrato come si espugna una fortezza sotterranea, possiamo confidare che nessuno la userà più come rifugio.

Fu così che un altro importante tassello si aggiunse alla millenaria storia di Arcano, ma la pace, quella vera, era ancora troppo lontana a venire.

Nei giorni che seguirono, fu fissato il confine tra le Kioskas, da una parte il bene e dall'altra il male, senza più confondere le due bandiere. Gli Hammers erano divisi per sempre da una linea sottile, ma l'Imperatrice cercò di evitare una guerra civile.

Le notizie che arrivavano da Nosambra, portavano ulteriori informazioni sulla sorte di Oman e dei suoi briganti, si raccontava che Crudelia fosse riuscita nel suo intento, ed era stata salvata dalle Hibryan che l'avevano raccolta nel fiume.

Klara inviò una pattuglia al comando di Nusuth e Raf Graywolf con l'ordine di sondare la situazione oltre il fiume, e nello stesso tempo recuperare la coraggiosa Amazzone.

- C'è qualcosa che non mi convince, - continuava a ripetere la giovane Madras - ho come l'impressione che ci vogliano lasciar credere che li abbiamo sconfitti, ma non è così!

- Avverto anch'io un tremore nel cammino del fato, - le fece eco Kolise - come se stesse per arrivare un gigantesco ciclone in grado di spazzare via ogni cosa... ogni persona. E' qualcosa di forte... di oscuro, dobbiamo interrogare i Maghi e le Streghe della Kioskas affinché chiedano lumi agli spiriti della notte.

- Tu credi al potere malvagio della magia?

- Io credo che si possa uccidere qualcuno solo infilando uno spillone avvelenato nel suo cuore, ma temo che molti Hammers non la pensino come me. Ylea e la vecchia strega, Niage, sanno manipolare la mente dei deboli per esaltare la parte peggiore di loro... e sapere che sono alleate di Norman Atek, non mi lascia affatto tranquilla.

- Credi che vogliano attentare alla vita dell'Imperatrice?- domandò Klara, seguendo con lo sguardo una tempesta di lampi all'orizzonte.

- Quello è lo scopo... - rispose la vecchia Madras - ed è per lo stesso motivo che ho chiesto a Nimira di lasciare il Palazzo Imperiale.

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Abel Wakaam

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