
Arcano la Seconda Era
26° capitolo
Il prezzo del coraggio

Nei giorni che seguirono, Myrt tornò due volte nella Kioskas Imperiale:
la prima per accompagnare sua figlia al palazzo della vestali, e la seconda
per portare al cospetto di Nimira l'Amazzone che si era offerta per la
missione.
Crudelia
era il suo nome ed aveva lo sguardo fiero, sapeva bene quale destino l'attendesse
sulle montagne, ma era pronta a rischiare la propria vita per l'Imperatrice.
- Portami l'occhio sinistro di Oman, - le ordinò la sovrana - il
resto del suo corpo lo lascio alla tua ira!
E lei partì,
saltando sul suo cavallo nero come la pece, la bisaccia di cuoio a tracolla
e la rabbia nel cuore. Dardel la stava aspettando sulla via di Nosambra,
tra loro solo un cenno di saluto, silenzioso come il volo dei corvi che
accompagnavano il loro cammino.
Quella notte
non accesero il fuoco ed ognuno dormì nell'angolo opposto del bivacco,
ma l'aurora li ritrovò vicini a scrutare le acque del Kruill che
spumeggiava nelle gole profonde. - Attraverseremo il fiume dove nessuno
se lo aspetta, - disse l'Esploratore, indicando un punto in cui le due
pareti di roccia si affacciavano una di fronte all'altra - e questa volta
non ci bagneremo i piedi!
- Questo
significa che dovremo abbandonare i cavalli, - rispose l'Amazzone - come
raggiungeremo le montagne?
- Le Hibryan
ci stanno aspettando ai margini di Nosambra... è l'unico modo che
abbiamo per non rischiare un incontro indesiderato.
- Non mi
fido di quelle strane creature, m'incutono una strana soggezione.
- Avrai modo
di apprezzarle appena entreremo nel loro mondo, - ribadì Dardel
- ma ora pensiamo a volare fin sull'altra sponda.
Quel suo
modo di usare la parola "volare" non convinse molto l'Amazzone,
eppure non sembrava esserci un altro sistema per attraversare il fiume
in quel punto così impervio.
L'Esploratore
si arrampicò sulla cima di un albero e vi legò una lunga
fune intrecciata, molto elastica. L'altro capo era fissato ad un rampino,
ma nessun uomo avrebbe potuto scagliarlo sin dall'altra parte. Quello
che non poteva fare la forza lo realizzò l'ingegno, lo tirarono
con forza nella direzione opposta fino a tendere la cima al massimo della
sua estensione e, quando la mollarono, sibilò tra i rami fiondandosi
nel vuoto.
Ci vollero
alcuni tentativi perché il rampino si aggrappasse in modo stabile
nell'intrico verde al di là del Kuill, e l'urlo soddisfatto di
Dardel echeggiò ben presto nella gola. - Dimenticavo di dirti che
soffro di vertigini, - lo informò Crudelia - scordati di trascinarmi
là sopra.
- Basta non
guardare di sotto... - rispose l'Esploratore, slacciandosi il fazzoletto
rosso che teneva sempre legato al collo - passerai dall'altra parte bendata!
Il coraggio
è una forma di esaltazione che compare all'improvviso e resta appiccicato
addosso per tutta la vita. Crudelia passò per prima e portò
a termine la traversata con una decisione impressionante... ebbe un sussulto
soltanto quando una mano forte strinse la sua; non poteva essere Dardel,
ancora sull'altra sponda.
- Se avessi
voluto ucciderti lo avrei già fatto, - esclamò la Hibryan,
aiutandola a posare i piedi sulla roccia - ...siamo alleati in questa
dannata guerra!
- Cosa fai
qui... - sospirò l'Amazzone - così lontana dalla tua laguna?
Myalla non rispose, la strinse tra le braccia, nascondendola agli occhi
del mondo.
Quando Dardel
le raggiunse, i corni di allarme già echeggiavano nella foresta.
Una pattuglia di Darkayer stava accorrendo verso il fiume, ma ormai era
troppo tardi per intercettare gli intrusi. Crudelia tagliò di netto
il capo della fune e si mise a correre nell'intrico della vegetazione,
seguendo la Hibryan che si muoveva con un'incredibile agilità.
Non era nel
suo ambiente, eppure riusciva a distanziare gli altri con degli scatti
felini, dimostrando quanto la sua razza avesse degli enormi vantaggi sugli
Hammers. Le mancava l'acqua, elemento indispensabile a mantenere intatta
la sua pelle morbida e delicata, lontana dai fanghi salutari della palude
si sarebbe consumata al sole come un petalo rinsecchito... eppure si era
spinta al limite dalla propria resistenza per attendere l'arrivo degli
amici.
Fu una lunga
corsa tra gli alberi secolari ed i cespugli in fiore, nemmeno il tempo
di prendere il respiro... nemmeno il tempo di annusarne il profumo. Si
fermarono solo quando le narici della Hibryan si dilatarono all'inverosimile
fiutando l'aria davanti a sé, ed emisero uno sbuffo di soddisfazione:
erano giunti a Nosambra.
Myalla si
adagiò nell'acqua bassa che scivolava tra le radici ricurve, e
scomparve lasciando soltanto un cerchio sulla quiete della superficie.
- Tornerà,
- disse Dardel, togliendosi gli stivali - non vorrei sbagliarmi... ma
ho avuto l'impressione che vi conosceste!
- Sono stata
qui più volte a scortare il carico di sale, e spesso mi sono fermata
per la notte.
- Hai dormito
con Myalla?
- ...ho avuto
paura! Mi attrae... però è così diversa!
- E' questo
dunque il timore che t'incutono le Hibryan, - la incalzò l'Esploratore
- sei attirata da loro ma temi di andare oltre un gesto d'affetto.
- Accade
ogni volta che due razze diverse s'incontrano, - sussurrò Crudelia
- loro hanno saputo fondersi e dar vita ad una nuova specie... io sarei
solo una scheggia impazzita nel cuore di Nosambra. Ora ho altro a cui
pensare, non posso rischiare d'innamorarmi senza prima sapere se riuscirò
a tornare viva dalla mia missione.
- Questa
è l'ultima notte di quiete per te... dormirai con lei questa volta?
Avrebbe voluto,
si... ma non poteva permettersi un ripensamento come già era accaduto
a Morgana, aveva dato la sua parola all'Imperatrice, e tutto il resto
non aveva più nessuna importanza.
Quella sera
ci fu una grande festa nella laguna. Kethry e Licht erano riusciti a sfondare
le linee delle Darkayer, ed ora le scorte di sale erano sufficienti per
diverso tempo. La consapevolezza di averle beffeggiate per due volte nello
stesso giorno rendeva particolarmente allegra l'atmosfera di Nosambra,
ed i racconti della battaglia venivano ripetuti all'infinito.
Le Amazzoni di scorta ai carri avevano tratto in inganno le squadriglie
di Ylea, troppo sicure di poter tendere un agguato alla carovana nella
parte più fitta della foresta. Non potevano certo aspettarsi l'arrivo
dei Guerrieri di Licht sbucati alle loro spalle quando ormai erano pronte
a sferrare l'attacco, e lo scontro che ne seguì le aveva trovate
impreparate.
- Non fate
prigioniere! - era salito forte nell'aria l'urlo di Kethry - e la veemenza
dell'impatto fu talmente improvvisa da non lasciare alcuna possibilità
di fuga.
Non era facile
per la Madras traditrice controllare l'intero territorio che andava dalla
sua Kioskas al fiume, non poteva certo contare sulle Truppe Imperiali,
rimaste fedeli a Nimira, né sui gruppi sparsi di ribelli, più
propensi a lottare per un lauto bottino che per gli interessi altrui.
La situazione
era allo stallo, e forse per questo la posizione di Oman poteva essere
la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, ma allora perché
ucciderlo... perché rischiare di spingere i suoi uomini a schierarsi
col nemico? A tutto questo pensava Crudelia scrutando tra le nuvole scure
che ammantavano l'aurora, la sua ultima notte di quiete si era consumata
in un battito di ciglia, ed ora avvertiva il peso della responsabilità
sulle proprie spalle.
Il viaggio
verso le montagne sfuggì al controllo del tempo, la sabbia della
clessidra prese a scorrere con la stessa ansia con cui batteva il cuore
dell'Amazzone, e quando i suoi piedi lasciarono l'acquitrino per posarsi
sulla fredda roccia, i pensieri si rincorrevano sotto la cima.
- Io mi fermo
qui, - sospirò Myalla, tendendole la mano - e qui aspetterò
il tuo ritorno!
- ...avrei
mille cose da dirti, ma credo che tu le abbia già capite, ti prometto
che, se riuscirò a tornare, lo farò anche per starti vicino.
- Fa' quello
che devi, - sentenziò la Hibryan, stringendola tra le braccia -
...e sappi che posso essere la tua migliore amica... ma anche il compagno
della tua vita.
- Lo so...
- rispose Crudelia, lasciandosi sfuggire una lacrima tra le sue carezze
- ed è questo che mi darà la forza di tornare.

Abel Wakaam

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