Arcano la Seconda Era

25° capitolo

Il sacrificio

- Ci vado io!- rimbombò la voce decisa di Myrt, appena Klara la mandò a chiamare per spiegarle la situazione - Ma prima vorrei chiedere udienza all'Imperatrice.

La Madras annuì, mettendola al corrente che aveva disposto la partenza di dieci carri di sale per Nosambra, Ketry li avrebbe scortati lungo il rischioso percorso che attraversava la foresta, con l'appoggio esterno dei Guerrieri di Betris, comandati da Licht, a cui era affidato il compito di creare un diversivo.

- ...e quale decisione hai preso per Raf e Dardel? - domandò l'Amazzone.

- Raf scenderà con i suoi uomini nel cunicolo che ci collega alla Kioskas di Ylea, deve presidiare la via oscura finché i nostri genieri non troveranno il modo di indebolire la volta della caverna, l'idea è quella di farla crollare sulle traditrici quando proveranno a sorprenderci passando dalla città sotterranea. L'esploratore invece dovrà ritornare sulle montagne per accompagnare colei che porrà rimedio all'errore di Morgana.

- Hai voluto dare ad entrambi un'altra possibilità... - sussurrò Myrt - così come è stata concessa a me.

- Va' da Nimira e confessale i tuoi pensieri, - rispose Klara, accarezzandole il volto con un gesto dolcissimo - lei saprà capirti ed aiutarti a ritrovare te stessa dopo l'inferno di Krymenia.

Quando si incamminò per la tortuosa via che si snodava nei meandri della madre terra, non poteva sapere che sotto lo stesso chiarore diffuso dalla volta tempestata di Miara, stava avvenendo un furioso scontro tra Nusuth e Raf GrayWolf, per nulla propenso a dimenticare l'umiliazione subita davanti alla Madras.

- Come hai potuto tenermi nascosta la missione di Morgana, - gridava il Guerriero - io ti sono pari in grado e stavo rischiando la vita esattamente come facevi tu!

- Il tuo compito era quello di portarla al cospetto di Oman, - ribadì l'Amazzone - e l'intera missione è sempre stata sotto la mia completa responsabilità.

- Abbassa la cresta, gallinella dalle piume arruffate, io non sono uno di quei poveri uomini deficienti che allevate nella Kioskas per addestrarli ai lavori domestici... sono nato con addosso la corazza e ho sempre combattuto guardando la morte in faccia!

- Ed allora dovevi tenere aperti gli occhi anche questa volta... invece di lasciarli cadere nella scollatura di Morgana, il tuo comportamento irresponsabile può aver causato danni irreparabili, condizionando per sempre l'esito di questa dannata guerra.

Accecato dall'ira, Raf la colpì in pieno viso con un poderoso pugno, scaraventandola contro la roccia. La reazione di Nusuth non si fece attendere, e la sua balestra comparve all'improvviso, già pronta a mettere fine alla disputa con un dardo risolutore. - No, - esclamò, gettandola a terra - questa è una battaglia che voglio combattere con le mie mani per dimostrarti com'è fatta una vera Kopler.

Lo scontro fisico si trasformò subito in una lotta senza esclusioni di colpi, ma entrambi si liberarono di spada e pugnale, proprio per dimostrare la lealtà con cui volevano sistemare la loro diatriba. Il Guerriero subì una tremenda ginocchiata al bassoventre mentre cercava di imbrigliare l'agilità felina dell'Amazzone, ma ben presto si resero conto che nessuno dei due era in grado di prevalere.

Stretti, sudati... rotolavano uno sull'altra nella polvere biancastra del sotterraneo, mentre le loro urla echeggiavano nel labirinto di cunicoli che si perdevano nel ventre della terra. La lotta divenne un confronto sempre più serrato, dove la resistenza fisica pareva essere l'ago della bilancia, in una serie di mosse fulminee per costringere l'avversario a cedere tra le proprie braccia.

- E' questa la faccia di un'Amazzone quando si trova tra le gambe di un Guerriero, - la sbeffeggiò Raf, gustandosi la smorfia di dolore che si era disegnata sul suo volto - dunque anche essere sottomesse ha i suoi lati positivi?

Come risposta, lei lo colpì con la fronte proprio al centro del naso: - Si... e di solito è il loro sangue sulla pelle che mi da la sensazione del piacere assoluto, quella che si prova nel vincere la battaglia!

Cessarono di dibattersi soltanto quando non ebbero più nemmeno l'energia per respirare... e restarono a terra, abbracciati, dopo aver finalmente sfogata la rabbia che avevano in corpo.

Fu la voce di Morgana a scuoterli dal torpore... ma non ci fu il tempo di spiegare, non ci fu la forza di rincorrerla, né di trovare una scusa per il loro atteggiamento compromettente. Nusuth ne approfittò per toglierselo di dosso, spingendolo di lato, poi cercò di ricomporsi, allacciando in qualche modo il corpetto strappato.

In quello stesso istante, Myrt stava avanzando verso il trono e, giunta al centro del salone, s'inginocchiò in attesa di ascoltare la voce dell'Imperatrice.

- Ti aspettavo, - esordì Nimira, con voce calma e rassicurante - mi chiedevo cosa ti avesse portata così lontana dal campo di battaglia in un momento tanto difficile?

L'Amazzone alzò lo sguardo e ripassò nella mente ciò che stava provando. Dirlo sarebbe stata la cosa peggiore, un segno di resa, un fuga da sé stessa che mai si sarebbe aspettata… eppure non poteva agire diversamente. Ciò che era accaduto in quell'inferno bastava a privarla, se non altro ai suoi occhi, di ogni diritto di comando. Non si sentiva diversa dai ribelli, e per paura dell'altrui dolore avrebbe persino consegnato la Kioskas nelle luride mani di Norman, perfino con un certo sollievo. Odiava quell'uomo, l'odiava profondamente, odiava persino la propria figlia, e con lei Krymenia, maledetto luogo che l'aveva resa vulnerabile.

Fu così che rispose... con il piglio di sempre: - Non sono la persona adatta a guidare le Truppe Imperiali... - ed il suo orgoglio scricchiolò dolorosamente.

L'imperatrice si levò dal trono per sedersi a terra accanto a lei: - Perché? - chiese, come se si potesse trovare una risposta a tutto.

- Ho avuto paura. - sospirò, e subito quella parola suonò falsa come una moneta fuori corso, lasciandola senza difese di fronte allo sguardo deciso della sua sovrana.

- Voi sapete da dove vengo io: dal nulla. Non sono mai stata nulla fino a quando non ho raggiunto il mio posto, non ho ricoperto la mia carica. Sapete quali sono i miei metodi, con quale durezza io sproni le mie Amazzoni. E posso dire senza ombra di dubbio che le mie truppe sono le migliori di Arcano.- Sorrise finalmente, fiera, orgogliosa delle proprie Guerriere - Ho insegnato loro, fin dalla più tenera età, che io sono il punto di riferimento, il modello da seguire, che sono dura, sì, ma che lo faccio per portarle a servirvi nel miglior modo possibile. Ora non posso più. Sanno tutte che ho… tradito, perché è questo che ho fatto, tradito per debolezza. Ero così piena di rabbia, mentre quell'orribile strega mi stava davanti, e poi Norman... avrei distrutto la sua faccia a colpi di unghie...  se avessi potuto, ma ero un giocattolo nelle sue mani. L'avrei annientato, avrei dovuto fargli pagare per tutte le mie Amazzoni che morivano negli alloggi di quelle bestie, e maledizione, quella rabbia mi si è rivoltata contro. Presa com'ero, non mi sono difesa abbastanza dall'intrusione perpetrata nella mia testa da quella vecchia megera, e così le ho regalato la mia unica dannata debolezza! Pensavo di essere imbattibile, e adesso preferirei morire, piuttosto che continuare a ricoprire una carica che so di non meritare.

- E per questo che vuoi sacrificare la tua vita per uccidere Oman? Ritieni che sia la giusta punizione?

- Accetterò il vostro giudizio qualunque esso sia. - rispose Myrt, cercando di restare impassibile.

- Non sarai tu a sacrificarti per la mia corona, - sentenziò Nimira - hai già pagato abbastanza per una colpa che non hai mai commesso, e ho bisogno di te a capo delle Truppe Imperiali... ho bisogno di te al mio fianco!

Myrt provò a replicare, ma l'Imperatrice non gliene diede il tempo: - Tornerai da me ancora tre volte, la prima per accompagnare l'Amazzone che taglierà la gola a Oman, la seconda per affidare tua figlia alle vestali... e la terza per portarmi la testa di Norman Atek, affinché io possa darla in pasto ai cani del Custode!

- Non posso chiedere alle mie Amazzoni di subire passivamente le violenze degli uomini di Oman, ho visto come quelle bestie si dividono una donna nell'oscurità dei loro giacigli... e nessuna di loro lo farà al posto mio.

- Aspetta che siano le tue Guerriere a mostrarti quanto ancora si fidino di te, tu hai il piglio, la forza, la capacità di trascinarle alla vittoria, ho visto come hai combattuto davanti alla Kioskas di Kolise... e non sono stata l'unica ad ammirare le tue gesta!

Myrt si alzò da terra con un'espressione decisa disegnata sul viso, ora sapeva che avrebbe continuato a cavalcare alla testa delle Truppe Imperiali, indietreggiò mimando un inchino e uscì dal palazzo con la certezza di aver ritrovato il suo spirito.

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Abel Wakaam