Arcano la Seconda Era

17° capitolo

La notte dell'intrigo

La strategia delle Forze Ribelli venne decisa in un incontro tra tutti i capi delle fazioni combattenti. La richiesta di una tregua avrebbe permesso l'invio di una delegazione sotto le mura della Kioskas di Kolise, un folto gruppo di guerrieri in divisa comandati da Tanar e Myrt, allo scopo di mostrare l'esistenza di un Governo in esilio e del suo esercito regolare.

Il Console dell'Unione sarebbero stato informato della trattativa al fine di concedere un'aria di ufficialità anche a coloro che non potevano essere visti solamente come dei ribelli.

Approfittando della tregua, Norman ed i suoi uomini avrebbero raggiunto il Tempio delle Sacerdotesse con il consenso di Ylea, già contattata dalla strega e ben propensa a liberarsi di loro. La Madras aveva accettato l'accordo con Niage nell'illusione di godere della magica pozione che le avrebbe assicurato vita eterna, e nel contempo, con la morte dell'Imperatrice, avrebbe potuto assumere la reggenza dell'Impero, essendo la più anziana del Consiglio.

In quell'ultima notte prima della partenza, Norman mandò a chiamare Myrt per prepararla al delicato incarico dell'indomani. - Sarai tu stessa ad informare Kolise che il Governo in esilio intende portare la diatriba davanti agli Stati dell'Unione. Parlerai come mia portavoce e indicherai Tanar come il Comandante supremo delle Forze di Liberazione. Porterai con te una missiva del Governo e motiverai la tua scelta di campo spiegando in modo chiaro che hai deciso di lottare per la libertà.

L'Amazzone abbassò il capo ed annuì, inchinandosi al suo volere.

- Quando tornerai da me, ti riconsegnerò tua figlia e potrai vivere con lei sulle montagne. Diremo che sei stata uccisa in battaglia su ordine dell'Imperatrice... e nessuno saprà mai più nulla della tua vita!

- ...tutto questo porterà a versare tanto sangue da cambiare colore alla Terra di Arcano, - sussurrò Myrt - il prezzo da pagare al mio tradimento è molto alto.

- Sempre inferiore a quello che toccherebbe alla piccola Helena... se finisse in pasto ai miei uomini più assatanati, sono animali e non conoscono la differenza tra una donna ed una bambina!

Prima che lei potesse emettere un solo sospiro, Norman la imprigionò al giaciglio bloccandole polsi e caviglie ai pesanti anelli che spuntavano dalla roccia: - ...questa volta non lascerò nessun segno sul tuo bel musino, - disse - domani devi sembrare in perfetta forma, ma nulla vieta che io possa frustare ogni tua parte nascosta prima di lenire il dolore con il mio piacere.

- Dimmi solo che sarà l'ultima volta, - sospirò Myrt - lasciami almeno l'illusione di mettere fine a questo incubo.

- Te lo prometto! Ed è proprio per questo motivo che conoscerai i miei desideri più reconditi.

Ancora una volta il silenzio di Krymenia fu rotto dalle sue grida inumane, ma il suo pensiero era già lontano... sulle montagne, dove avrebbe potuto abbracciare con dolcezza la sua piccola creatura.

Il giorno successivo, la colonna si mise in marcia verso la Kioskas di Kolise, ma giunta nella foresta, il gruppo di soldati scelti capitanati da Norman, si staccò dal grosso della truppa per addentrarsi di soppiatto nel sottobosco. Giunsero all'appuntamento con Ylea e le sue collaboratrici più fidate nella radura di Kalè, in prossimità del Tempio, e dopo un primo momento di incertezza, la strega si fece avanti, inchinandosi davanti alla Madras.

- Di' allo straniero che sono qui per sentire la sua proposta, ma prima dovrà prostrarsi ai miei piedi.

- Sono un alleato, non un cane randagio, - esordì Norman - e quando avrai ottenuto la bellezza eterna che ti spetta, avrai tutti gli uomini e le donne di questo pianeta in ginocchio davanti a te, pronti a soddisfare ogni tuo ordine... ogni tuo desiderio.

- Fa' che questo avvenga al più presto, - lo incalzò Ylea - c'è un ordine da ristabilire su questo mondo confuso.

- Come pegno della mia amicizia, ti libererò al più presto dell'assillo delle Sacerdotesse, so quanto tedio ti recano con le loro continue intransigenze.

La Madras fece un cenno d'assenso ad una delle ancelle che srotolò una pergamena davanti al nuovo alleato: - ...la testa di questa allieva mi dev'essere consegnata come pegno di un segreto che vi mostrerò al vostro ritorno... del corpo fatene quello che più vi aggrada!  

Nello stesso istante, Tanar era giunto in prossimità della Kioskas e ordinò ai suoi uomini di schierarsi in semicerchio attorno a lui. Myrt spinse avanti il suo cavallo di qualche passo e poi chiamò a gran voce Madras Kolise.

- Lei non può ascoltarti, - disse Klara, uscendo dal pesante portone accompagnata da Nusuth e l'intero battaglione delle Truppe Imperiali Roka - sono io ora la Madras di questa sacra terra.

- Allora è a te che devo consegnare la missiva del Governo delle Forze di Liberazione, - rispose l'Amazzone, appena le fu di fronte - sono orgogliosa di presentarti Tanar, il comandante dell'esercito.

- L'Imperatrice Nimira non riconosce altre autorità su questo pianeta, dunque non ti resta che riportare ai tuoi superiori il rifiuto ad ogni trattativa.

- Che ti piaccia o no... - intervenne Tanar - abbiamo richiesto un incontro con la mediazione del Console dell'Unione, e colei che ti sta di fronte è l'esempio lampante che esistono due modi di interpretare la libertà d'azione e di parola su questa terra.

- Ti consiglio di cercare nel cielo l'aiuto per ritornare ad essere la valorosa combattente che conoscevo un tempo, - continuò Klara, rivolgendosi all'Amazzone - siamo cresciute insieme scavalcando di nascosto le mura della Kioskas per cacciare i Drakor nella foresta... non credi che valga la pena di tornare un'altra volta lassù?

Myrt alzò lo sguardo sulle possenti lastre di granito che si stagliavano contro il tramonto, qualcosa sulla torre nord brillò nei suoi occhi consumati dalle lacrime, un volto che non poteva trovarsi lì... e la mente rifiutava di riconoscerlo.

Era Dobros, non c'erano dubbi, il suo fisico possente emergeva tra le arciere disposte in doppia fila, impugnava la sua enorme spada dal profilo a dente di sega, e l'agitava nell'aria per attirare la sua attenzione. Ebbe un sussulto, poi avanzò verso Klara e le chiese perdono.

- Fa quello che devi, - sussurrò la giovane Madras - ma non gettare al vento la tua vita ora che hai uno scopo per guardare avanti.

Myrt voltò il cavallo e ritornò al fianco di Tanar. - Ti concedo il tempo necessario ad ordinare ai tuoi ribelli la ritirata, - gli disse - poi attenderò che il sole scompaia all'orizzonte e ti inseguirò per strapparti il cuore dal petto con queste mani che per troppo tempo sono rimaste incatenate!

- Questa è una tregua...- obiettò il guerriero, preoccupato dallo sconvolgimento dei piani concordati con Norman.

- La tregua è finita, ed io sono di nuovo la Comandante delle Truppe Imperiali Froll.

Tanar sapeva di non poter sopportare un simile affronto davanti ai suoi uomini, sfoderò la spada e diede l'ordine di attacco.

Lo scontro tra i due eserciti schierati avvenne con il fragore dell'acciaio che si spezza. Uomini, Amazzoni, cavalli ed armature si miscelarono nella più grande battaglia che mai si fosse combattuta sul pianeta, ed il rosso del sangue parve confondersi con il sole cadente, ultimo grido di dolore del giorno che non voleva cedere all'oscurità della notte.

Fu proprio il buio invece a fermare il massacro, impedendo che i contendenti potessero continuare le loro folli gesta, e i richiami dei comandanti in campo riportarono gli schieramenti a dividersi in due tronconi distinti, permettendo a Klara di riportare le sue truppe tra le mura della Kioskas.

Nusuth si voltò più volte preoccupata, infine riuscì a distinguere la figura atletica di Myrt che non voleva saperne di cessare la sua furia, e mandò un drappello a prenderla con la forza.

- Non è il momento di farsi ammazzare, - la incalzò, afferrandola per i capelli - avrai un'altra occasione per sfogare la tua rabbia.

- Tu non hai idea di cosa ho dovuto subire nell'inferno di Krymenia, e se non avessi avuto quella visione sulle mura, sarei ancora nelle loro mani.

- Non era una visione...- la rassicurò Nusuth, stringendola in un abbraccio - avrai modo di costatarlo di persona.

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Abel Wakaam