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 Arcano la Seconda Era 18° capitolo Koguars 
 Myrt gettò 
        la spada a terra e si mise a correre verso la stretta scala di pietra 
        che saliva verso le torre nord. Nusuth avrebbe voluto fermarla... avrebbe 
        voluto spiegarle, ma nessuno può impedire ad una madre di abbracciare 
        la propria figlia. Vide la piccola Helena sfuggire alle possenti braccia di Dobros, i suoi 
        occhi parevano polvere di stelle tra le nuvole grigie stagliate nel cielo 
        d'inchiostro: - ...perché sei tutta sporca di sangue... mamma? 
        - domandò con un filo di voce. - Perché ho dovuto punire 
        gli uomini malvagi che ci volevano separare! - Tu sei forte, - continuò la bambina, stringendola con tutta 
        la forza che aveva in corpo - sono sicura che riporterai la pace sulla 
        nostra terra. Prima che 
        Myrt potesse rispondere, Klara si avvicinò con l'emozione stampata 
        sul volto e le rassicurò entrambe: - ...tua madre è la più 
        coraggiosa guerriera che io conosca, e proteggerà tutti noi da 
        ogni nemico che proverà a portare il dolore su questo pianeta. - C'è 
        una legge imperiale che vieta alle Amazzoni di avere dei figli... - Le leggi 
        si possono cambiare, - sentenziò la giovane Madras - l'amore verso 
        un figlio è eterno e indissolubile! - Se non 
        mi avessi mostrato Dobros sulle mura, con in braccia la mia piccola... 
        avrei commesso il più grande errore della mia vita. - Probabilmente 
        lo avrei fatto anch'io... ma è stata proprio una regola ingiusta 
        ad impedirti di affidare Helena alle altre madri della Kioskas. Myrt tese 
        la mano in segno di ringraziamento, poi lasciò che Klara si allontanasse 
        con la bambina, aveva un debito da pagare e voleva chiudere ogni pendenza 
        prima che nascesse il nuovo giorno. Dobros l'aspettava 
        in un angolo con la sua espressione truce, le sue grandi narici sbuffavano 
        come mantici impazziti: - ...lo so cosa vuoi da me, io mantengo sempre 
        le mie promesse, e questa volta dormirò al tuo fianco senza gridare. L'uomo l'afferrò 
        per un polso e la trascinò verso la taverna, attraversando lentamente 
        gli stretti vicoli della Kioskas. Mille occhi, mille lacrime, mille preghiere 
        l'accompagnarono in quell'ultimo viaggio dentro il dolore, e lei guardò 
        con fierezza ogni volto, ogni espressione amica, perché sapeva 
        di non dover mai più dovuto nascondere il frutto del suo amore. Poco le importava 
        di quell'ultima punizione, era stato inutile sperare che Dobros avesse 
        portato in salvo Helena soltanto per pietà verso una madre, no... 
        non c'era un briciolo di umanità in quegli uomini abituati a vivere 
        come animali... e a combattere per soddisfare il loro bisogno primario 
        di cibo e piacere.  Non poteva 
        esserci nessun accordo, nessuna pietà verso la banda di assassini 
        che seguiva Norman con l'unico scopo di costituire un branco, ed approfittare 
        della forza di aggregazione per meglio sbranare le prede più forti. Non gridò 
        quella notte, si abbandonò al suo boia nello stesso modo in cui 
        il giustiziato porge il capo alla stretta del cappio, si lasciò 
        scuotere come un fuscello in balia della tempesta, piegata al potere del 
        vento per non spezzarsi all'impatto. Quando giunse 
        l'alba, svegliò Dobros dal suo torpore e gli intimò di lasciare 
        la Kioskas per non farsi vedere mai più. Lui grugnì qualcosa 
        di incomprensibile, cercò di contrattare altri premi di varia natura, 
        ma si accontentò di un quarto di maiale e due fiasche di vino. Era dunque 
        quello il prezzo di una vita umana? Era quello il futuro di Arcano se 
        avessero vinto i ribelli? Pose le stesse domande a Klara ed ebbe la risposta 
        che aspettava. - Sono stata 
        al cospetto dell'Imperatrice, - asserì - e mi ha ordinato di non 
        trattare nessuna condizione con il nemico. Ha chiamato con sé Kolise 
        per riscrivere le regole sacre del Niasae, ed importanti cambiamenti sono 
        già stati effettuati. Gli scribani stanno distribuendo le missive 
        sull'intero territorio, ma le reazioni non sono tutte positive. Era facile 
        immaginare chi fosse contrario ad ogni apertura verso un rinnovamento 
        sostanziale della società, Ylea e alcune delle Madras più 
        anziane avevano sempre osteggiato il desiderio di libertà delle 
        giovani leve, ma ora era l'Imperatrice in persona ad imporle, e la resa 
        dei conti era vicina. Quello che 
        Klara non poteva sapere era l'imminente attacco di Norman al Tempio delle 
        Sacerdotesse, e la sua unica preoccupazione sembrava essere l'imminente 
        battaglia contro le forze ribelli accampate attorno alla Kioskas.  Tanar, seppur 
        ferito nel furioso scontro con Myrt, era riuscito ad organizzare i suoi 
        uomini al limite della radura, e si preparava ad un attacco in forza contro 
        l'imponente bastione. - Quanto è potente uno spow, - domandò Gana, preoccupata 
        - è in grado di oltrepassare uno dei portoni della Kioskas? - Purtroppo 
        si, - le rispose Asha, guardando l'esercito nemico ormai schierato - ma 
        per farlo devono usare la massima potenza e portarsi sotto le mura! - Se riescono 
        ad entrare, sarà un massacro, - continuò la Kopler - dobbiamo 
        creare un diversivo. Chiese a Klara il benestare per l'uscita furtiva 
        delle Koguars nella foresta, avrebbero attaccato i ribelli alle spalle 
        con rapide incursione, seguendo le tecniche imparate negli ultimi addestramenti. L'urlo d'incitamento 
        dei ribelli rimbombò nella foresta, seguì il tamburellare 
        degli zoccoli dei cavalli sul campo di battaglia ancora costellato dei 
        morti dell'ultimo scontro, e in un attimo si riaccesero le ostilità. 
        Le arciere attesero l'ultimo istante per scoccare i loro dardi avvelenati, 
        poi si scatenò l'inferno. Il portone 
        nord tremò sotto i colpi d'ascia che si susseguirono ad un ritmo 
        inquietante: - ...con questa foga non resisterà a lungo... - ammise 
        Gana, dando ordine alle sue Amazzoni di infiltrarsi nella foresta. Nusuth fece 
        approntare le difese interne pronte ad arginare l'eventuale irruzione 
        nella Kioskas, ma le ingenti perdite del nemico in quello sconsiderato 
        attacco, indussero Tanar a ordinare la ritirata. - E' stata una follia, 
        - disse uno dei suoi luogotenenti - dovevamo attendere gli ordini di Norman. - Sarebbe 
        stato impossibile tenere a freno la voglia di combattere di queste belve 
        scatenate... ora il dolore di questa prima sconfitta gli insegnerà 
        l'umiltà dell'obbedienza e nel contempo aumenterà la rabbia 
        che hanno in corpo. - Quello 
        di cui abbiamo bisogno è una vittoria... se vuoi la loro obbedienza 
        devi concedergli carne giovane e buon vino. La carne 
        giovane delle Sacerdotesse cadeva in quello stesso istante nella mani 
        di Norman Atek, prima di lui nessun uomo aveva osato calpestare la terra 
        consacrata del Tempio di Mahar. Prima di 
        concedere il giusto premio a chi aveva combattuto con lui, passò 
        in rassegna la lunga fila delle prigioniere, cercando nei loro volti la 
        somiglianza con la ragazza raffigurata sulla pergamena. Quando fu certo 
        d'averla trovata, strinse la sua gola in un collare di ferro e la trascinò 
        fuori dalla costruzione. - Alla metà di voi è affidato l'incarico di condurle a 
        Krymenia, - ordinò sulla soglia del Tempio - ma tutte le quarantotto 
        Sacerdotesse devo arrivarci in buone condizioni! Gli altri mi raggiungeranno 
        alla radura di Kalè entro il calar del sole. L'anziana 
        Madras lo accolse con un sorriso di compiacimento: - ...avevo chiesto 
        solo la sua testa, - esclamò - ma non rifiuto certo il piacere 
        di staccargliela di persona. La sua scelta 
        era caduta sulla giovane Martha, pupilla ventenne di Madras Nokea, una 
        possibile alleata che doveva in qualche modo essere spinta a decidere 
        da quale parte schierarsi. - Ho rispettato 
        il tuo desiderio, - asserì Norman - ma ho pensato che la sola testa 
        non avrebbe potuto cogliere la giusta punizione che vuoi infliggerle. - Mi piaci 
        straniero, - sorrise Ylea, pregustando il sapore forte della vendetta 
        - sentivo proprio la necessità di ascoltare dalla viva voce di 
        questa stupida e altezzosa Sacerdotessa le scuse per avermi offesa. - ...io non 
        vi ho mai offesa... Madras...- sussurrò la ragazza, in preda al 
        terrore. - La tua 
        memoria ha bisogno di essere rinfrescata, ma sono sicura che non hai mai 
        dimenticato la prima e unica volta in cui ci siamo incontrate, non abbassasti 
        gli occhi di fronte al mio sguardo e ridesti ad alta voce del mio andamento 
        zoppicante. - ...ero 
        troppo giovane allora, non potevo ancora capire il valore della vostra 
        persona, vi supplico di perdonare la mia stupidità! - Questa 
        tua saggezza mi sorprende, - continuò Ylea - ma credo che tu abbia 
        meritato comunque una giusta punizione. 
 Abel Wakaam 
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