Arcano la Settima Era
103° capitolo
La guerra sommersa
Quando i Dragoni arrivarono alla caverna sotto l'albero gigante di Okù,
la trovarono asciutta. - C'è già passato qualcuno! - reagì
nervosamente Cutter, rilevando molte impronte sulle rive.
- Qualcuno che porta stivali e armi, - gli fece eco Ace, prendendo dall'erba
uno dei proiettili in uso ai Jakueros.
- Ormai è tardi per tornare indietro, - intervenne Vendicatore
- e se le truppe nemiche sono nella foresta, significa che ne troveremo
molte meno nella Fortezza. E' ora di agire!
Quando l'ultimo degli Hammer fu nel cunicolo, Mabel azionò il
meccanismo che riempiva la caverna di fango. - Miei cari nemici... spero
per voi che arriviate all'alba, - sogghignò - così troverete
le lunghe dita di OKù ben sveglie ad attendervi!
Alla fine del cunicolo, trovarono le potenti grate completamente sbarrate.
Oltre di esse, erano ben visibili le gabbie in cui venivano tenute segregate
le Hametz in procinto di essere imbarcate per Aktrasia, ma anche i tavolacci
dove venivano private dei canini.
Verificato che era praticante impossibile forzare l'apertura, decisero
di attendere che venisse riaperta dalla Sacerdotesse per permettere il
ritorno delle truppe.
- E se non fossero attesi prima dell'alba? - domandò Silver Wind.
Vendicatore gli fece cenno di stare zitto.
- E se allagassero tutto il cunicolo con noi dentro?
- E se ti infilzassi la lingua col mio pugnale? - intervenne Ace, esasperato
da tutte quelle domande.
- Dannazione, - continuò il Vice Comandante Dulkar - siamo soliti
combattere a cavallo e non strisciare nel fango, al buio, come topi.
- Se dici un'altra sola parola, - gli intimò Vendicatore - ti
faccio arruolare negli Ardes e te la dovrai vedere ogni giorno con Berserk.
Da quell'istante non osò più nemmeno fiatare.
Più il tempo passava e più l'angoscia predominava nel cuore
degli Hammers. Quella maledetta attesa stava distruggendo i nervi dei
Dragoni che cominciavano a muovere gambe e braccia in modo nervoso, trasformando
lentamente il silenzio in un ticchettio sommesso.
- C'è qualcuno... - bisbigliò Cutter, cercando di allungare
il capo oltre la grata - ma non capisco se sta venendo nella nostra direzione.
Il rumore cupo dei passi si miscelò con quello metallico di una
catena, poi tutto sembrò sparire, per ritornare poco più
tardi... sempre più vicino. Quando fu a ridosso della grata, Cutter
lasciò partire un colpo ravvicinato della balestra e colpì
lo sconosciuto in piena fronte. Al tonfo del corpo sul pavimento non seguì
nemmeno un lamento. Tirarono il cadavere prima per i piedi e poi per un
polso, fino a raggiungere la grossia chiave di ferro che teneva alla cintura.
Dopo aver trafficato non poco con la serratura, la porta della grata si
aprì.
A prima vista, il sotterraneo appariva completamente deserto, ma una
specie di cantilena scivolava nell'aria stantia, proveniente dal piano
superiore, dove si poteva accedere con un'enorme scala di pietra.
Vendicatore fu il primo a salirla, facendo cenno agli altri di non fare
rumore. La voce roca di una Sacerdotessa echeggiò nella stanza,
ripetendo più volte lo stesso nome, poi si affacciò verso
il sotterraneo e fu colpita con un pugno in pieno volto. Le sue urla,
nel cadere lungo i gradini, attirarono l'attenzione di tutte le altre,
ma ormai i Dragoni erano ovunque e presero il controllo della situazione
senza altre vittime.
- Legategli una corda in bocca e rinchiudetele nelle gabbie, - ordinò
Silver Wind - poi bloccate la grata d'ingresso al cunicolo con la serratura
e portatemi la chiave.
Gli Hammers era ormai padroni del Tempio.
- Troppo facile, - disse Ace - non posso pensare che siamo nella Fortezza!
- Non lo siamo ancora, - lo avvertì Cutter - e non credo che vi
si possa accedere così facilmente.
Continuarono a salire finché le prime luci dell'alba illuminarono
gli ultimi gradini di pietra, poi si arrestarono in attesa di capire quale
fosse la situazione più avanti.
- Vedo quello che potrebbe essere il cortile interno di Hamok, - bisbigliò
Cutter - ma l'accesso o sbarrato da un'altra grossa grata.
- Questi Jakueros hanno la mania delle cancellate!, - sbuffò Silver
Wind, cercando nello sguardo del suo Comandante la soluzione.
C'era confusione là fuori ed un via vai di Guerrieri in armi che
correvano verso le mura, gridando come ossessi. - Questro non può
essere che Bersek, - sorrise Vendicatore, - chissà cosa si è
inventato questa volta!
Ed infatti gli Ardes era tutta la notte che fingevano l'assalto alla
Fortezza. I migliori balestrieri scagliavano i loro dardi avvelenati verso
la postazione delle sentinelle e poi si nascondevano nella boscaglia.
Ora però, con la luce del giorno, erano i fucilieri Jakueros a
farsi sempre più pericolosi, rendendo impossibile ai Guerrieri
l'uscita allo scoperto.
Al primo ferito tra i suoi uomini, Berserk ordinò la ritirata
e un urlo si levò dalle torri di Hamok, quasi a voler festeggiare
quella piccola vittoria.
Tornato il silenzio, Vendicatore cominciò a guardarsi in giro
disperato e si rese conto di non avere molte vie di uscita. - Possiamo
tenere la posizione, - si consultò coi compagni - e non sarà
facile per il nemico attaccarci nel Tempio. Ci basterebbe resistere sino
al tramonto e poi possiamo andarcene da dove siamo venuti.
- Sempre che i Jakueros che sono passati dal cunicolo non ci aspettino
coi fucili spianati! - lo interruppe Silver Wind.
Mentre discutevano sul da farsi, una sagoma scura si avvicinò
alla grata. trascinando con sé un corpo che si dibatteva. Ace attese
che aprisse la cancellata e gli si parò di fronte ad una decina
di metri, con la balestra spianata.
Per tutta risposta, la figura in nero si nascose dietro l'Amazzone che
teneva prigioniera e le puntò il pugnale alla gola. - Sono Hiuithi,
la Sacerdotessa Madre, - esclamò - e se non abbassi subito quell'arma,
affonderò la lama nel collo di questa giovane Hammer.
- Uccidila, - sospirò Eve - non pensare a me... pensa all'Imperatrice
Nimira.
Bastò quell'attimo di indecisione perché la Sacerdotessa
indietreggiasse di quei pochi passi che le servivano a porsi in salvo...
e subito diede l'allarme, facendosi scudo con la prigioniera.
- Ora sì che siamo nei guai, - urlò Vendicatore, colpendo
il primo Jakueros che si affacciò dalla grata - ripiegate tutti
in una posizione più sicura, qui siamo troppo allo scoperto!
- Comandante, - lo richiamò Cutter - siamo qui per combattere...
e allora combattiamo!
Il comandante dei Dragoni reagì con orgoglio alla proposta dell'Esploratore
e, prima che i nemici si organizzassero, ordinò la carica ai proprii
uomini che urlando come folli, irruppero nel cortile della Fortezza.
- Quello è il Porto! - gridò Ace, indicando l'unica zona
di Hamok sgombra di Jakueros. E tutti lo seguirono, travolgendo chiunque
cercasse di fermarli. Quando furono sul molo, saltarono su una delle navi
all'ormeggio e lì organizzarono la difesa.
- Dobbiamo andarcene da qui! - urlò Silver Wind.
- Smettila di parlare a sproposito, - gli rispose Vendicatore - o ti
sgozzo prima di morire in questa dannata Fortezza!
- Intendevo dire che dobbiamo andarcene con la barca! - ripeté,
dandosi da fare per tagliare le cime - è l'unica possibilità
che ci resta. Se rimaniamo ci faranno a pezzi.
- Silver ha ragione, - gli fece eco Cutter - è l'idea migliore
che abbia mai partorito la sua testa vuota.
Non fu facile lasciare indenni la banchina e nemmeno riuscire ad imboccare
la stretta apertura che portava in mare aperto ma, si sa, la fortuna a
volte aiuta gli audaci e, nonostante diverse perdite, gli Hammers riuscirono
a prendere il largo.
La navigazione non durò che poche centinaia di metri, poi la nave
divenne ingovernabile e, a vele spiegate, andò a insabbiarsi sulla
spiaggia che separava l'istmo di Hamok dal resto dell'isola. Fu allora
che Berserk e i suoi Ardes corsero in aiuto dei Dragoni, tempestando di
dardi i fucilieri sulle mure, affinchè non potessero prenbdere
la mira. Prima di abbandonare lo scafo, Ace pensò bene di dar fuoco
ad alcuni barili di olio nero, che giacevano nella stiva, e subito un'enorme
nuvola di fumo scuro riempì il cielo sopra la Fortezza.
La battaglia costò agli Hammer almeno trenta vittime, ma ai Jakueros
andò tre volte peggio. Le truppe, che si erano spinte nella foresta
attraverso il cunicolo, era state attaccate da Hebele e le sue Hametz
nell'intrico della foresta, e i sopravvissuti allo scontro finirono vittima
delle dita di Okù quando, al ritorno, trovarono la caverna allagata.
- Sono state fantastiche, - spiegò Kikka, quando tutti si riunirono
al campo - li hanno attaccati scivolando nella notte come ombre e li hanno
colpiti con le hatz, prima ancora che potessero capire da dove arrivasse
il pericolo.
L'euforia della battaglia andò scemando quando il discorso finì
sulla sorte di Eve, prigioniera di quella maledetta Sacerdotessa senza
scrupoli.
Abel Wakaam
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