Arcano la Terza Era
45° capitolo
Il passaggio
Quando Nimira
percorse di nuovo l'antica via che portava al Palazzo Imperiale, due ali
di folla gridavano il suo nome lanciando nell'aria petali di rosa. - Sono
qui per voi, - ripeteva l'Imperatrice - sono qui per dare un futuro di
pace a tutti i nostri figli.
Io la guardavo
dall'alto della torre, seguivo ogni suo passo come se fosse l'eco dei
battiti del mio vecchio cuore. Di colpo avvertii un tonfo dentro ai pensieri,
come se una macchia scura avesse nascosto ai miei occhi il colore brillante
della luce.
Cercai di
avvertirla, cercai di gridare più forte dell'intera folla che sovrastava
la mia voce... lei mi sentì, ne sono certo, diede uno strattone
alle redini ed il cavallo scartò all'improvviso.
Da quell'istante
il suo volto perse il sorriso. Le labbra rosse e carnose mutarono
l'espressione pur mantenendo l'orgoglio di cui era capace, ma le movenze
si fecero incerte, quasi vagassero nel vuoto.
Arrivò
al portone del palazzo col dolore scritto sul volto... io ero già
lì ad accoglierla e con me Asiram e Myrt. - Mi hanno colpita con
un dardo! - balbettò - Ho cercato di resistere per non creare il
panico nella folla... se non fosse stato per l'avvertimento del Custode,
non sarei mai arrivata sin qui.
- Come hai
potuto ascoltarmi in mezzo alle urla degli Hammer?
- C'è
un filo sottile che ci lega, mio fedele Custode... ho percepito il tuo
avvertimento come un tremore dentro al petto.
La ferita
non sembrava grave, ma il rischio che ci fosse veleno sulla punta del
dardo indusse le Curatrici di Corte a preparare un antidoto precauzionale:
- Ha un sapore orribile e la farà star male per qualche giorno,
- l'avvertirono - ma deve prenderlo per il bene di sua figlia, non possiamo
rischiare due vite per non aver fatto tutto ciò che è in
nostro potere.
- Quali conseguenze
porterà al feto? - domandò Nimira - Se ci sono rischi per
mia figlia preferisco che la facciate nascere ora anche a costo della
mia stessa vita.
- E' troppo
presto, - tuonò Aria, la Somma Sacerdotessa, irrompendo come una
furia nella stanza - non possiamo rischiare di perdervi entrambe! Ero
con Kristal quando è accaduto il fatto, ed appena abbiamo visto
il dolore disegnarsi sul tuo volto, ci siamo precipitate verso la fontana
davanti al Palazzo; è l'unico luogo sopraelevato da cui può
essere stato scagliato il dardo.
- Sono due
i dardi assassini! - gridò Diamante, gettando il secondo nel catino
delle Curatrici - Questo era infilato nel collo del cavallo... e non è
avvelenato.
Strana follia
della sorte, oppure soltanto un avvertimento invece di una condanna a
morte? Non c'era altra soluzione all'enigma se non ipotizzare che gli
attentatori volessero colpire l'erede che Nimira teneva in grembo,
perché in caso contrario avrebbero usato il veleno, infliggendo
all'Imperatrice una morte rapida nel bel mezzo della via imperiale.
Il dardo
era stato affilato per penetrare in profondità, le piume della
coda tagliate per colpire a breve distanza con forza maggiore ed imprimere
la spinta sufficiente a trapassare lo strato di cuoio che le proteggeva
il ventre. Il suo scarto improvviso aveva deviato la corsa sul fianco,
dove si era conficcato colpendo l'osso del bacino, una ferita che, pur
grave, non impensieriva più di tanto le Curatrici, in grado di
estrarlo in breve tempo senza che si spezzasse in due tronconi.
- Questo
significa che la battaglia per Arcano non è ancora definitivamente
vinta, - tuonò Diamante - alzando il pugno verso il cielo, - quanto
sangue dovrà essere ancora versato per ripulire questo pianeta
da ogni lurido sorcio che trama nell'ombra?
La discussione
continuò nel Pulp di Kolise, dove erano riuniti tutti i Comandanti
al cospetto delle uniche due Madras superstiti.
- Dobbiamo
proteggere la vita di Nimira e di sua figlia prima di ogni altra cosa.
- sentenziò Asiram, stringendosi il capo con entrambe le mani.
- ...dobbiamo
mozzare definitivamente la testa del serpente prima che abbia la forza
di rialzarla! - intervenne Myrt - Gli Esploratori hanno verificato la
presenza di gruppi attivi di ribelli, e personalmente non mi fido degli
Stati dell'Unione e dei loro oscuri rapporti con le frange estremiste
del nostro popolo. Che fine hanno fatto le straniere che erano giunte
con Norman Atek e la sua banda?
- E' rimasta
viva soltanto Asha, - rispose Nusuth - ma di lei mi fido ciecamente...
ha combattuto al mio fianco con tutta la rabbia che aveva in corpo. Le
ho affidato un gruppo di Amazzoni ed in questo momento sta pattugliando
l'area di Nosambra.
- Sono sicuro
che i ribelli si stanno riorganizzando, - confermò Dardel, la Prima
Guida degli Esploratori di Vulcar - alcune delle mie vedette hanno avvistato
parecchi movimenti sospetti nelle valli montuose al di là del Kruill,
ed una di loro mi ha giurato di aver visto scendere un cargo senza insegne,
in una notte particolarmente buia.
- Questo
significa che la Global Detector non ha smesso di tramare alle nostre
spalle, - commentò Myrt - vogliono la Miara e cercheranno di averla
ad ogni costo!
Le discussione
nel Pulp si protrassero sino a notte fonda, ma nessuna delle ipotesi azzardate
poteva essere provata con sufficiente attendibilità, e rimaneva
senza spiegazione l'attentato a Nimira, o alla vita della figlia che portava
in grembo.
La ferita
del dardo lasciò un minuscolo segno sul fianco dell'Imperatrice
ed una grande cicatrice nel cuore di tutti noi, frantumando il sapore
di quiete che che si era diffuso nelle Kioskas. Il male era stato sconfitto
ma non definitivamente estirpato, il nemico s'annidava ancora nell'ombra,
come una serpe velenosa affamata di giovani prede.
Un terribile
presagio turbava il mio sonno ed aveva il colore opaco della nebbia infida.
Lo sentivo vibrare, lo sentivo scorrere come il sangue fluido che sgorga
da una ferita, per fecondare la terra incolta, avida di ogni seme.
Sapevo che
sarebbe seguita una nuova Era. Aspettavo con ansia l'aurora che avrebbe
portato il pianto ristoratore della nuova vita scalpitante nel ventre
di Nimira, ma nel tempo stesso percepivo la sensazione netta che qualcosa
sfuggisse alle regole, e non mi davo pace.
- So di darti
un immenso dolore, - sospirò Aria, la Somma Sacerdotessa, entrando
a capo chino dallo stretto uscio che dava accesso alla torre - ma credo
di aver scoperto da quale sentiero impervio sta scendendo la nostra maledizione.
- Qualunque
sia la nostra condanna, - risposi - possiamo soltanto chinarci alla sventura...
non ho più la forza di combattere.
- Tu sai
quello che devo dirti vero, - continuò la Sacerdotessa - non puoi
continuare a nascondere la verità anche a te stesso!
- Non sarò
io ad affrontare l'Imperatrice prima che abbia dato alla luce la figlia
che tiene in grembo... non posso darle questo dispiacere.
- Allora
lo farò io, - sentenziò Aria - appena uscirò di qui!
- Con che
coraggio andrai da Nimira per domandarle chi è il padre della creatura,
e quale diritto abbiamo noi di indagare sul suo segreto?
- Siamo il
popolo... siamo gli Hammers che hanno accettato la sua sovranità
pur sapendo che nelle sue vene non scorre sangue reale, avremo almeno
il diritto di conoscere il padre di chi regnerà sul nostro pianeta
prendendosi cura dei nostri figli?
- Va' da
lei allora, ma sappi fin d'ora che per nulla al mondo svelerà l'arcano...
e che io sappia, nessun uomo verrà a reclamare la paternità
dell'erede al trono!
Quando la
Somma Sacerdotessa lasciò la torre, un susseguirsi ininterrotto
di lampi brillò sulla linea scura dell'orizzonte, poi un enorme
boato scosse le antiche mura della Kioskas Imperiale, seguito dall'eco
sinistro del fischio delle Amazzoni di guardia.
Alzai la
mia preghiera al cielo affinché cancellasse sul nascere gli oscuri
presagi che scendevano dalla sorgente del Kruill, ma la montagna ammantata
di nubi scure mi rispose con il fragore della folgore... era giunto il
momento di mostrare agli Hammers la Quarta Era.
Abel Wakaam
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