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Alexandria, Comandante delle Amazzoni di Gana. Ho ereditato il nome da mia madre, Amazzone Gana prima di me. La mia infanzia per quanto triste e sofferta è uguale a quella di tante altre sfortunate che hanno perso tutto nella guerra. Così è stato per me. Mia madre è stata uccisa dai ribelli e con ogni probabilità la colpa fu solo mia. Io l'ammiravo molto e mi incantavo a guardarla mentre fendeva l'aria con la sua spada, sotto la luce incandescente del sole al tramonto, che rendeva i suoi rossi capelli ricci ancora più luminosi. Nonostante la sua forza il volto era delicato come quello di un essere celestiale, e le sue carezze erano come il tocco dolce della seta sulla mia guancia. Quanto desideravo essere come lei: così coraggiosa e determinata! Per questo decisi che avrei intrapreso la sua stessa strada. Spesso la notte, prima di dormire mi sussurrava queste parole all'orecchio: "Non dimenticare. Fai della tua vita ciò che vuoi, ma sii sempre coraggiosa e forte, non tirarti mai indietro di fronte alle difficoltà, e sii fiera di ciò che sei." Sapeva che volevo essere un'amazzone proprio come lei, per servire la nostra imperatrice e pronta a sacrificare la vita per proteggerla. Ma la sua si spense nel tentativo di proteggere la mia, in un giorno di pioggia torrenziale. Ci stavamo allenando nella foresta, mi urlò di non allontanarmi troppo da sola, ma la mia incosciente esuberanza mi impedì di darle ascolto. Ci fu un'imboscata di ribelli, lei cercò di difendermi mentre loro mi immobilizzavano e mi violentavano. La vidi morire sotto i miei occhi, e quel giorno una parte di me morì con lei, ma qualcos’altro è nato. Nella parte più oscura della mia anima le ombre si stanno addensando nascondendo il seme della follia. Quando mi guardo allo specchio, quando cammino per le strade della città, quando sfodero la spada e apro il ventre di un nemico, in tutti questi istanti posso vedere le creature che affollano la mia mente. Mi appaiono alle spalle del riflesso, mi spiano fra la folla e ridono mentre uccido. Prima o poi, ne sono certa, perderò il controllo. Ogni tanto continuo a rivedere anche mia madre, non credo di essere più in grado di distinguere la realtà dall’illusione e quando mi parla è come se fosse davvero con me. L’unica cosa di cui sono certa è che il suo pensiero continuerà a tormentarmi per tutta la vita. Le avevo promesso che l’avrei resa fiera di me, e quando ho indossato il fregio da comandante ero convinta di esserci riuscita, ma ogni giorno che passa mi accorgo che questa carica pesa sulle mie spalle più di quanto avessi mai desiderato. Non sono una codarda e non voglio scappare, solo che ora non capisco per cosa dovrei combattere. Nimira Nimira Nimira! La mia Dea della guerra, la mia amata imperatrice. E’ a lei che dovrei donare la mia vita. So che è così, che è la cosa giusta da fare, il dovere cui devo assolvere, ma possibile che non ci sia altro per me? Combatto per morire, ma per cosa vivo? Difendere la mia terra, i suoi abitanti, e colei che regna con coraggio è la missione di tutte le Amazzoni di Arcano, quindi anche la mia. Spargerò tutto il mio sangue se necessario a tale scopo. Spero solo che prima che accada io riesca a trovare qualcosa per cui vivere. Alexandria ha ottenuto il titolo di ECCELSO ARCIERE al corso di tiro con l'arco di Solenor. Ha inoltre conquistato il titolo di CAMPIONE DI ARCANO.
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